La crisi è di tutti: intere famiglie rispedite a casa loro

 

Osservatorio Italia-razzismo 
684413 sono i permessi di soggiorno non rinnovati nel corso del 2010. E, più nel merito, 398136 quelli che erano stati rilasciati per lavoro subordinato, 49633 per lavoro autonomo, 220622 per motivi di famiglia e 16022 per attesa occupazione. 
Un’ampia popolazione rimasta in bilico, in attesa, in stato d’allarme. Ma quale è stata la causa del mancato rinnovo? La crisi economica, ahinoi.  La fonte di questi numeri è il Dossier statistico immigrazione 2011 curato dalla Caritas, nel quale si evidenzia lo stato di precarietà in cui può trovarsi a vivere una persona immigrata in Italia. Perché, se per un italiano la perdita del lavoro è la principale ragione d’ansia,  per uno straniero quest’ultima condizione psicologica è aggravata da un’altra perdita, quella dei documenti. È possibile rinnovare il permesso di soggiorno (che scade quando scade il contratto di lavoro) se si è in grado di dimostrare la disponibilità di un reddito, sia esso proveniente dal lavoro subordinato o da quello autonomo. E il rinnovo dei documenti dei  familiari a carico del lavoratore (titolari del permesso di soggiorno per famiglia) dipende dalla situazione del lavoratore stesso: se questi perde il permesso di soggiorno, lo perderanno anche gli altri. Ecco spiegati quei 220622 mancati rinnovi. Un panorama tragico dal momento che si tratta di intere famiglie che precipitano in una condizione di extra-legalità. Questa è la sostanza viva e dolente, e tutt’altro che criminale, che alimenta le paranoie collettive sui “clandestini”: un mercato del lavoro via via più precario che rende marginali bambini, donne e uomini. Esattamente come tanti italiani. Certo, a fronte di ciò sono in molti a dire: “aiutiamoli a casa loro”. Peccato che dal 2008, come ha ricordato Umberto De Giovannangeli su queste colonne, i fondi italiani per la cooperazione siano diminuiti dell’88%.
29 ottobre 2011
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