Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

Menù

 

"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

26 luglio 2010


ARRESTATI 2 MACEDONI PER VIOLAZIONE BOSSI-FINI
(AGI) - Trieste, 26 lug. - La Polizia di Frontiera di Trieste ha arrestato due cittadini macedoni per violazione della legge Bossi-Fini. I due erano stati fermati in località Opicina (Trieste) mentre stavano camminando lungo la strada. Sulla base dei passaporti esibiti sono stati identificati per i cittadini macedoni I.Z. di 46 anni e S.A. di 48. Dai successivi controlli sono emersi a loro carico provvedimenti di espulsione, emessi in località e date diverse, cui entrambi - dopo aver ottemperato in un primo momento ai decreti - non hanno ottemperato rientrando in Italia prima della scadenza e senza la speciale autorizzazione del Ministro dell'Interno. Per questo motivo i due stranieri sono stati arrestati per violazione della legge sull'immigrazione e trasferiti alla Casa Circondariale di Trieste. (AGI) Cli/Ts/Bru


Immigrati, la Toscana batte il governo

MICHELE BOCCI
24 luglio 2010
FIRENZE - Berlusconi lo annunciò in tv da Vespa: il Governo farà ricorso contro la legge toscana sull'immigrazione. Era il 3 giugno e il testo che prevede uguali diritti per immigrati regolari e cittadini italiani oltre all'assistenza sociale e sanitaria urgente e indifferibile per i clandestini stava per essere approvato dal consiglio regionale. Poco più di un anno dopo la Corte Costituzionale boccia su tutta la linea la presa di posizione dell'esecutivo, dichiarando inammissibile e non fondato il ricorso. "La nostra è una legge all'avanguardia - esulta il presidente toscano Enrico Rossi - La sentenza è una vittoria della ragione e della civiltà, giustizia è fatta".

Attorno al testo, fortemente voluto dall'allora governatore Claudio Martini, si sono consumati violenti scontri tra centrodestra e centrosinistra in Toscana e non solo, con prese di posizione a tutti i livelli politici e istituzionali. La parte più criticata è quella che assicura trattamento sanitario e in certi casi sociale dei clandestini. "Cureremo e soccorreremo tutti gli stranieri - spiegano dalla Regione - anche se privi del permesso di soggiorno". Per gli irregolari sono previsti anche, in caso di estrema gravità e di emergenza, l'accesso a dormitori e mense in via temporanea: "Non garantiamo diritti aggiuntivi, ma quelli previsti, e troppo spesso disattesi, dalle Convenzioni e dai principi del diritto internazionale e dalla nostra Costituzione". Il tutto, viene assicurato, senza maggior costi per i cittadini. Nella legge si parla molto di immigrati regolari, dei loro diritti in fatto di accesso ai servizi come asili nido e alloggi di edilizia pubblica. Si vogliono promuovere tra l'altro lo sviluppo di associazioni di stranieri, l'avvio di attività di formazione professionale degli immigrati e la creazione di una rete regionale di sportelli informativi.
Mentre un pezzo del Pdl toscano minaccia una legge di iniziativa popolare per contrastare il testo su cui si è espressa la Consulta, la Lega attacca: "Non sarà certo la sentenza della Corte Costituzionale a legittimare una norma ingiusta e razzista verso i cittadini toscani. Questa legge è vergognosa".

Incassata la vittoria, il governatore Rossi rilancia, vuole il voto per gli immigrati regolari. "Il Governo farebbe bene, anziché ricorrere su una legge così saldamente ancorata ai diritti costituzionali, ad operarsi per garantire i diritti di cittadinanza e i diritti politici degli immigrati. Non è possibile che chi nasce nel nostro paese debba aspettare 18 anni prima di iniziare la procedura per diventare italiano, non è possibile che all'immigrato residente da tanti anni qui, che lavora regolarmente, non sia garantito anche l'esercizio del diritto politico di voto, in particolare a quello amministrativo. Sul primo punto ci auguriamo che il Parlamento approvi quanto prima un disegno di legge perché i figli di immigrati nati da noi, un quinto di tutti i nostri bambini, possano sentirsi presto fratelli d'Italia, cittadini a pieno titolo del nostro paese. Sul secondo punto promuoveremo un disegno di legge regionale che consenta intanto la partecipazione al voto amministrativo a chi è regolare".



"Patto per Roma sicura", multate 5 prostitute e 6 clienti

Roma, 26 lug. (Adnkronos) - Cinque prostitute romene sono state multate nella serata di ieri nelle zone del Quarticciolo e dell'Eur, a Roma, per la violazione dell'ordinanza antiprostituzione del Sindaco. Multati anche 6 dei loro clienti.
Le contravvenzioni sono state elevate nel corso dei servizi pianificati nell'ambito del "Patto per Roma Sicura", che prevedono controlli capillari della citta' di Roma finalizzati al contrasto del fenomeno della prostituzione su strada e della microcriminalita'.
Questo il bilancio totale delle operazioni di controllo svolte ieri sera dagli agenti della Polizia di Stato: 84 persone identificate e 61 veicoli controllati. Le 5 prostitute romene sono state accompagnate presso l'Ufficio Immigrazione per ulteriori adempimenti.



Rinnovo permesso di soggiorno

il Messaggero 25 luglio 2010
Dovendo rinnovare il permesso disoggiorno, per mia moglie, circa un mese fa mi sono recato alle poste ho preso il Kit gratuito e una volta compilato seguendo le relative istruzioni, l'ho riconsegnato e tra spese di spedizione, fotocopie varie e altro, viene a costare circa 50€. L'impiegato postale rilascia la ricevuta e addirittura l'orario per l'appuntamento. Nel mio caso appuntamento per il 23 luglio ore 14,30. Perfetto.
Alle 14 arriviamo all'uffico stranieri che cosi viene descritto dal sito ufficiale della Polizia di Stato: "L'Ufficio immigrazione della Questura di Roma cambia sede. Dallo storico edificio di San Vitale si passa, a partire da mercoledì 26 maggio 2004, in via Teofilo Patini, angolo via Salviati, nel quartiere di Tor Cervara - Tor Sapienza. Il trasferimento è stato voluto dal Questore di Roma, Nicola Cavaliere, per rendere più funzionale il servizio ed evitare code e disagi ai lavoratori stranieri in aumento nel nostro Paese. Nella nuova struttura ci sono ampie sale di attesa dove i cittadini, sia comunitari che extracomunitari, potranno aspettare comodamente il loro turno con oltre 200 addetti impegnati a garantire un rapido ed efficiente servizio agli utenti. Il nuovo Ufficio immigrazione, che ha a disposizione un ampio parcheggio, è facilmente raggiungibile anche con i mezzi pubblici. La linea 447 che parte dalla fermata metro B "Rebibbia" è stata appositamente prolungata fino a via Salviati. "
Alle 17.00 hanno fatto entrare il gruppo che aveva l'appuntamento 14.00 e 14.30 e dopo circa un'ora tutti sono stati rimandati a casa con appuntamento per il 12 agosto ore 09.00. Quelli che avevano l'appuntamento successivo alle 14.30, onestamente non so che fine hanno fatto. Gente è andata via piangendo disperata. Noi personalmente abbiamo fatto 800 km per arrivare ad un appuntamento datoci un mese prima dalla Pubblica Amministrazione.
Naturalmente tutto questo "per rendere più funzionale il servizio ed evitare code e disagi ai lavoratori stranieri ".
A proposito dell'ampia sala di attesa ci sarebbe da fare una accurata descrizione dello stato di pulizia/igiene/manutenzione in cui si trova ma è meglio andare a verificare di persona a chi interessa. Provare solo ad avvicinrsi, non entrare nei servizi igienici che sono chiusi, è da svenimento. Hanno messo dei box all'esterno, provate ad entrarvi con le temperature di questi giorni. Dico soltanto che nonostante il caldo, la gente preferiva stare fuori sotto una tettoia di plexiglass.
Ci sono anche dei distributori di bevende a gettone. Naturalmente vuoti. Allora o si obbliga la ditta a passare più volte al giorno per riempirli o si aumentano o si tolgono. Vuoti non servono a nessuno, consumano solo energia elettrica.
Una disorganizzazione organizzata.
Se io fossi il Comandante/Responsabile/Direttore o come si chiama di quella struttura mi vergognerei. Mia moglie dice che se spedisco questa lettera non le rinnoveranno il Permesso di Soggiorno. Ma la gente deve sapere. Distinti saluti
lettera firmata



Viminale: indetto un concorso per il nuovo logo del Ministero dell’interno.

Si cerca un simbolo che sappia esprime le molteplici attività del Ministero, tra le quali anche le politiche per l’immigrazione e l’integrazione dei cittadini stranieri e la cittadinanza.
Un concorso nazionale per il nuovo logo del Ministero dell’interno. È l’iniziativa lanciata sul sito internet del Viminale per sostituire l’attuale logo – due figure geometriche ovali concentriche con lo spazio tra i due ovali di colore celeste reca la scritta in alto “Ministero dell’Interno” e nell’ovale centrale raffigurato il palazzo del Viminale – con un simbolo che esprima le molteplici attività del Ministero.
La sfida, si legge sul sito, è quella di immaginare un elemento o una combinazione di elementi grafici che rappresenti e trasmetta in modo immediato, omogeneo e riconoscibile l’identità e la mission del Ministero come punto di riferimento per i cittadini in tema di sicurezza, di garanzia delle libertà civili e dei diritti democratici, di soccorso alla popolazione nelle emergenze, di raccordo tra Governo centrale e autonomie locali, di politiche che regolano l’immigrazione e l’integrazione.
Il logo dovrà esprimere, in altre parole, “la voce unitaria delle tante componenti del Ministero dell’interno che ne fanno un’amministrazione vicina ai cittadini e, ancora di più, un’amministrazione a vocazione 'generale', posta a tutela di funzioni fondamentali dello Stato”. Il nuovo elemento grafico sostituirà il logo attuale in tutti i prodotti dell’attività di comunicazione, dal portale web alle campagne. Dovrà essere frutto di un progetto originale e quindi non commercializzato o utilizzato in precedenza.
Sarà valutato da una Commissione interna tecnico-scientifica. La domanda di ammissione alla selezione deve essere compilata utilizzando il modulo allegato al bando e pubblicato sul sito del Ministero.
(Red.)



Immigrazione: clandestini su camion, bloccati su A18 Ct-Me

Una ventina in fuga su autostrada rischiano di farsi investire
24 luglio
(ANSA) - ROCCALUMERA (MESSINA), 24 LUG - Un camion coperto con un telone che trasportava un centinaio di immigrati e' stato bloccato dalla polizia stradale sulla A18.
E' avvenuto in un'area di servizio dell'autostrada, tra Taormina e Roccalumera. Una ventina di clandestini sono riusciti a fuggire rischiando di farsi travolgere dai mezzi che stavano percorrendo l'autostrada in direzione nord. I due autisti del camion, un italiano e un extracomunitario, forse egiziano, sono stati arrestati. I migranti sarebbero sbarcati nell'Agrigentino dove li aspettavano i due camionisti. (ANSA).



Immigrazione. La Corte Costituzionale respinge il ricorso del Governo contro la legge regionale toscana sull’accoglienza, l’integrazione e la tutela degli stranieri.

ImmigrazioneOggi.it
È conforme alla Costituzione la normativa regionale che assicuri ai cittadini neocomunitari prestazioni nel campo sanitario, dell’istruzione, dell’accesso al lavoro ed all’edilizia abitativa e della formazione professionale e, agli stranieri extracomunitari irregolari, le fondamentali prestazioni sanitarie ed assistenziali.
La Corte Costituzionale con la sentenza n. 269 del 22 luglio 2010 ha dichiarato in parte inammissibile ed in parte non fondato il ricorso del Presidente del Consiglio dei ministri contro la legge della Regione Toscana 9 giugno 2009, n. 29 (Norme per l’accoglienza, l’integrazione partecipe e la tutela dei cittadini stranieri nella Regione Toscana).
Secondo il Governo, numerose norme della legge esorbiterebbero dalla sfera di competenza regionale, incidendo su materie quali la «condizione giuridica dello straniero», l’«immigrazione», i «rapporti dello Stato con l’Unione europea», di competenza esclusiva del legislatore statale, in violazione della Costituzione.
In particolare per Palazzo Chigi l’art. 2, comma 2, nella parte in cui prevede specifici interventi in favore degli immigrati privi di regolare permesso di soggiorno, inciderebbe sulla disciplina dell’ingresso e del soggiorno degli immigrati, di competenza esclusiva del legislatore statale.
Su questa prima obiezione la Consulta non è entrata nel merito in quanto ha rilevato un errore procedurale da parte del ricorrente che nella delibera governativa di impugnazione della legge e nell’allegata relazione ministeriale non ha indicato le disposizioni impugnate, tanto da rendere il ricorso inammissibile.
Respinte perché infondate, invece, tutte le altre questioni di legittimità costituzionale a partire dall’art. 2, comma 4, nella parte in cui dispone che «gli interventi previsti dalla presente legge sono estesi anche a cittadini neocomunitari compatibilmente con le previsioni normative vigenti, fatte salve norme più favorevoli».
Sul punto la Consulta precisa che questa disposizione regionale si inserisce in un quadro normativo nazionale volto a favorire la piena integrazione anche dei cittadini neocomunitari, presupposto imprescindibile per l’attuazione delle disposizioni comunitarie in materia di cittadinanza europea. Con il decreto legislativo 6 febbraio 2007, n. 30 – ricorda la Corte – sono stati stabiliti precisi criteri inerenti al diritto di soggiorno dei cittadini dell’Unione europea, volti a disciplinare il riconoscimento in favore dei medesimi di una serie di prestazioni relative a diritti civili e sociali. Ma queste disposizioni “tuttavia, devono essere armonizzate con le norme dell’ordinamento costituzionale italiano che sanciscono la tutela della salute, assicurano cure gratuite agli indigenti, l’esercizio del diritto all’istruzione, e, comunque, attengono a prestazioni concernenti la tutela di diritti fondamentali, spettanti ai cittadini neocomunitari in base all’art. 12 del Trattato, che impone sia garantita, ai cittadini comunitari che si trovino in una situazione disciplinata dal diritto dell’Unione europea, la parità di trattamento rispetto ai cittadini dello Stato membro”. In questo senso la legge della Toscana non lede alcuna competenza statale in tema di rapporti con l’Unione europea, “limitandosi ad assicurare anche ai cittadini neocomunitari quelle prestazioni ad essi dovute nell’osservanza di obblighi comunitari e riguardanti settori di propria competenza, concorrente o residuale, riconducibili al settore sanitario, dell’istruzione, dell’accesso al lavoro ed all’edilizia abitativa e della formazione professionale”.
Con l’art. 6, comma 35, della legge regionale, secondo il quale «tutte le persone dimoranti nel territorio regionale, anche se prive di titolo di soggiorno, possono fruire degli interventi socio assistenziali urgenti ed indifferibili, necessari per garantire il rispetto dei diritti fondamentali riconosciuti ad ogni persona in base alla Costituzione ed alle norme internazionali» a detta del Governo si darebbe vita ad un sistema socio-assistenziale parallelo per gli stranieri irregolari, non presenti regolarmente nel territorio dello Stato.
Secondo la Corte, invece, la norma regionale censurata, in attuazione dei principi fondamentali posti dal legislatore statale in tema di tutela della salute, provvede ad assicurare anche agli stranieri irregolari le fondamentali prestazioni sanitarie ed assistenziali atte a garantire il diritto all’assistenza sanitaria, nell’esercizio della competenza legislativa regionale, nel pieno rispetto di quanto stabilito dal legislatore statale in tema di ingresso e soggiorno in Italia dello straniero, anche con riguardo allo straniero dimorante privo di un valido titolo di ingresso.
Altra questione posta dal Governo riguarda l’art. 6, comma 51, nella parte in cui stabilisce che «la rete regionale di sportelli informativi supporta i comuni nella sperimentazione, avvio ed esercizio delle funzioni relative al rilascio dei titoli di soggiorno; promuove inoltre il coordinamento tra gli enti locali per lo sviluppo dei servizi volti a facilitare e semplificare i rapporti tra i cittadini stranieri e la pubblica amministrazione».
Secondo la Corte anche in questo caso non vi è stata violazione della Costituzione in quanto la norma impugnata disciplina una mera attività di supporto alla rete informativa già presente ed avviata, tra l’altro, sulla base del Protocollo d’intesa stipulato nel 2006 fra l’ANCI ed il Ministero dell’interno, con il quale si è dato inizio ad una sperimentazione volta ad attribuire progressivamente competenze ai Comuni per quanto riguarda l’istruttoria relativa al rilascio ed al rinnovo del permesso di soggiorno. La norma regionale, perciò, “ lungi dal regolare aspetti propriamente incidenti sulla materia dell’immigrazione, si limita a prevedere una forma di assistenza in favore degli stranieri presenti sul territorio regionale che si sostanzia nel mero affidamento agli enti locali di quegli adempimenti che, nell’ambito dei procedimenti di richiesta e rinnovo di permesso di soggiorno e di carta di soggiorno, diversamente sarebbero stati svolti direttamente dagli stessi richiedenti (sentenza n. 156 del 2006), nel pieno rispetto delle competenze statali di cui all’art. 5, commi 2 e 4, del d.lgs. n. 286 del 1998”.
Neppure l’art. 6, comma 55, lettera d), contrasta con la Costituzione. Con questa norma – si legge nella sentenza – la Regione ha inteso garantire l’iscrizione al servizio sanitario regionale anche agli stranieri che abbiano proposto ricorso giurisdizionale avverso il provvedimento di diniego del permesso di soggiorno per riconoscimento dello status di rifugiato, richiesta di asilo, protezione sussidiaria o per ragioni umanitarie. Infatti, mentre per il Governo la Regione avrebbe inciso sulla posizione di questi soggetti la cui regolamentazione spetterebbe alla competenza dello Stato, secondo la Consulta questa norma si inserisce in un contesto normativo caratterizzato dal riconoscimento in favore dello straniero, anche privo di un valido titolo di soggiorno, di un nucleo irriducibile di tutela del diritto alla salute protetto dalla Costituzione come ambito inviolabile della dignità umana e si limita a disciplinare la materia della tutela della salute, per la parte di propria competenza, nel pieno rispetto di quanto stabilito dal legislatore statale.
Ugualmente coerenti con la Carta Costituzionale le disposizioni dei commi 11 e 43 del medesimo art. 6. Il primo stabilisce che «La Regione promuove intese e azioni congiunte con gli enti locali, con le altre regioni, con gli uffici centrali e periferici delle amministrazioni statali, con le istituzioni europee, le agenzie delle Nazioni Unite competenti nella materia delle migrazioni»; il secondo dispone che «La Regione, in conformità alla legislazione statale, promuove intese volte a facilitare l’ingresso in Italia di cittadini stranieri per la frequenza di corsi di formazione professionale o tirocini formativi».
Secondo il Governo queste disposizioni assegnerebbero alla Regione compiti internazionali in una materia, quella delle politiche migratorie, che non appartiene alla competenza regionale e che attiene alla disciplina dei flussi migratori. Per la Consulta, invece, il comma 11 non fa altro che raccordare l’attività della Regione, nelle materie di propria competenza, con quella delle altre Regioni, delle amministrazioni statali, delle istituzioni europee e degli organismi internazionali, in vista del più efficace perseguimento, in via puramente indiretta ed accessoria, delle finalità delineate dal legislatore statale in tema di politiche migratorie. Con il comma 43 l’obiettivo è chiaramente quello di consentire alla Regione di promuovere intese (al fine di agevolare la frequenza degli stranieri ai corsi di formazione professionale o tirocini formativi), che si riferiscono ad un ambito di competenza legislativa regionale residuale, corrispondente appunto alla formazione professionale, peraltro espressamente da realizzare «in conformità alla legislazione statale» e cioè nel pieno rispetto dei principi della politica estera fissati dallo Stato.
(R.M.)



L'Arci di Grosseto contro i Cie

Lunedì 26 Luglio
“I CIE sono galere etniche che non servono a combattere la clandestinità, ma che perseguitano le persone clandestine”
Grosseto: Il comitato Arci Grosseto vuole ribadire la sua posizione sulla questione CIE. Innumerevoli sono le associazioni e gli organismi, sia nazionali che internazionali, che denunciano, oltre ad altre violazioni (respingimenti, criminalizzazione dei migranti, sgombri, ecc.) le condizioni inumane e degradanti, gli abusi e le violenze che vengono compiuti nei CIE.
Ma l’opposizione irremovibile ai CIE non è dettata solo dal modo in cui vengono gestiti, ma dall’ingiustizia e dalla illegittimità della loro stessa esistenza. Si tratta di prigioni etniche, dove non esistono neppure quelle poche garanzie e diritti presenti nel normale circuito carcerario. I CIE realizzano un caso evidente di detenzione amministrativa, che si può protrarre fino a sei mesi, demandata cioè alle forze di polizia del Ministero dell’Interno e non all’autorità giudiziaria, determinando così un pericoloso precedente, di cui potremmo in futuro essere tutti vittime, in violazione dell’ordinamento costituzionale repubblicano.
Accettare che ci siano Centri di Detenzione per clandestini significa aver accettato la logica, rafforzata dal “Pacchetto sicurezza”, della criminalizzazione della condizione di migrante “irregolare”, accettare cioè che siano considerate colpevoli delle persone non per quello che hanno fatto, ma per quello che sono, per la loro condizione esistenziale. Una logica disumana, persecutoria e discriminante che ha riempito le galere e i CIE di gente che ha la sola “colpa” di cercare di sopravvivere a guerre, persecuzioni e miserie senza avere le “carte” in tasca, carte il cui ottenimento è più difficile di un terno al lotto.
I CIE sono galere etniche che non servono a combattere la clandestinità, ma che perseguitano le persone clandestine, quelle persone vittime di guerre, di disastri ambientali, di ruberie coloniali di cui tanta responsabilità ha proprio il mondo ricco che li respinge.
I respingimenti e i rimpatri che seguono la detenzione nei CIE riconsegnano nel migliore dei casi i migranti alle stesse disperate condizioni alle quali avevano tentato di sottrarsi partendo. Nella peggiore delle ipotesi rimarranno per anni nei campi di concentramento libici dove accade il peggio di tutto e dai quali si esce solo pagando, rischiando di essere poi abbandonati nel deserto, dove tanti lasciano la vita.
Se si vuole veramente combattere la clandestinità si devono fare leggi sull’immigrazione che permettano l’ingresso per ricerca di lavoro, la regolarizzazione dei clandestini e l’emersione del lavoro nero. E si devono interrompere le logiche della globalizzazione capitalistica che affama interi continenti costringendo milioni di persone a cercare di sopravvivere e migrando, in tutti i modi, anche sapendo di rischiare la vita.
L’Europa sta buttando a mare, oltre alle vite di migliaia di uomini, donne e bambini, anche secoli di civiltà giuridica, di diritto, quelle idee di uguaglianza, fratellanza e libertà che ispirano anche l’ARCI.
Perciò i CIE non possono essere “umanizzati”, semplicemente non vanno realizzati.




Share/Save/Bookmark
 


 

Perchè Italia-Razzismo 


SPORTELLO LEGALE PER RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO

 

 


 

SOS diritti.
Sportello legale a cura dell'Arci.

Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
leggi tutto>

Mappamondo
>Parole
>Numeri

Microfono,
la notizia che non c'è.

leggi tutto>

Nero lavoro nero.
leggi tutto>

Leggi razziali.
leggi tutto>

Extra-
comunicare

leggi tutto>

All'ultimo
stadio

leggi tutto>

L'ombelico-
del mondo

Contatti


Links