Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

Regolarizzazione, i ricorsi contro le idee confuse del Viminale

 

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Da non credere: per alcune persone, esattamente ventiquattromila, non si è ancora conclusa la procedura di regolarizzazione cominciata nel 2009 con la sanatoria per colf e badanti.
 Il motivo è sempre lo stesso, ovvero lo scioglimento del dubbio su come comportarsi con quanti non avevano ottemperato a un provvedimento di espulsione, prima della presentazione della domanda. Nel maggio scorso - dopo un anno e otto mesi dal termine della sanatoria -  il ministero dell’Interno ha emanato una circolare in cui chiedeva agli sportelli unici (prefettura) di rivedere le domande di emersione, respinte per l’inottemperanza all’ordine di allontanamento. Sembrava una buona notizia, sebbene giunta in così grave ritardo. Un provvedimento chiaro che non lasciava spazio a interpretazioni confuse, com’era capitato con altre circolari in passato. Era  il 24 maggio. Ma dopo appena due giorni, il 26, quella direttiva viene “sospesa”. Non viene quindi autorizzato il riesame delle domande precedentemente escluse. Ma com’è possibile? Forse che quella circolare era stata scritta da uno stagista incompetente o da un precario sovversivo? La Cgil di Brescia, la Fondazione Piccini e l’associazione Studi Giuridici sull’immigrazione, estenuate dall’infinito protrarsi della procedura, hanno deciso di depositare al Tribunale del Lavoro di quella città, un ricorso contro il Viminale e la Prefettura bresciana. Il tema del ricorso riguarda, nello specifico, come si legge in una nota della Cgil, “l’ultimo pasticcio del ministero dell’Interno” e cioè quel cambio di posizione in soli due giorni. Un’iniziativa che qui si vuole far conoscere e valorizzare, affinché questo esorbitante numero di persone possano uscire dalla condizione di illegalità in cui, con tutti questi passaggi confusi, si continua a inchiodarle.
17 giugno 2011
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