Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

Menù

 

"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

Libia: liberati eritrei detenuti

Libia: liberati eritrei detenuti; ora sono prigionieri del deserto
I 205 senza documenti ne'soldi; Tripoli chiude centri immigrati
18 luglio
ANSA
ROMA - Sono liberi i 205 profughi eritrei detenuti da 16 giorni nel carcere di Braq in Libia, ma per ora non sanno che farsene della liberta' concessa da Tripoli: senza documenti ne' soldi, cibo ne' acqua, non sanno dove dormire e sono bloccati nel cuore del deserto a Sebha, 800 chilometri da Tripoli, dove le autorita' libiche li hanno scaricati dopo la liberazione che considerano una 'farsa'. ''Giriamo per le strade come cani abbandonati'', ha raccontato uno di loro. E intanto la Libia annuncia di aver chiuso i centri di accoglienza per immigrati, mandando via tutti i detenuti. ''Nessuno ci ha detto nulla e nessuno ci ha offerto un rifugio o un aiuto. Non abbiamo soldi. Non sappiamo cosa fare. Abbiamo anche chiesto di poter dormire in una prigione ma ci hanno detto no e ci hanno lasciato per strada. Siamo lasciati soli e nessuno si interessa di noi'', ha raccontato uno dei profughi. Secondo quanto ha raccontato un altro degl eritri che e' riuscito a contattare un parente in Italia, alcuni di loro erano riusciti a nascondere pochi spiccioli nella prigione, e con quelli hanno mandato tre di loro a Tripoli a cercare una via d'uscita alla situazione in cui si trovano. Al momento si troverebbero in viaggio. Alcuni profughi hanno riferito anche di maltrattamenti subiti nei luoghi di detenzione. Altri di trovarsi in quelle condizioni dopo il respingimento in mare dall'Italia, a pochi chilometri da Lampedusa. Per la Libia, ''non esiste un caso eritrei'', secondo quanto ha detto all'ANSA l'ambasciatore libico in Italia, Hafed Gaddur. ''Da ieri non ci sono piu' in Libia centri di accoglienza per immigrati e tutti coloro che vi erano ospitati sono liberi, avranno documenti temporanei di riconoscimento e potranno reinserirsi nel tessuto sociale trovando lavoro e alloggio'', ha detto Gaddur, che ha definito ''propaganda'' le notizie secondo cui centinaia di profughi eritrei erano trattenuti in pesanti condizioni di detenzione. La Libia, ha spiegato, ha deciso che ''non si fara' piu' carico di dar da mangiare e da dormire gratis'' a migliaia di persone come ha fatto finora perche' ''per noi sono un peso''. Da parte sua la Farnesina ha espresso ''apprezzamento per il gesto positivo di disponibilita' delle autorita' libiche'', ha fatto sapere il portavoce Maurizio Massari, auspicando che ''le persone liberate possano trovare in Libia adeguate opportunita' di lavoro e vita''. Ma per il senatore radicale Marco Perduca, ''non sorprende la solita dimissione di responsabilita' dell'Italia ogni qual volta si presenti la necessita' di rispettare gli obblighi derivanti dall'aver ratificato la convenzione sui rifugiati''. Soddisfazione per l'epilogo della vicenda eritrei da parte del Consiglio Italiano per i Rifugiati (Cir): ''Siamo contenti perche' non era piu' possibile che continuassero a vivere nelle condizioni di detenzione cui erano costretti e perche' e' stato evitato il loro rimpatrio forzato in Eritrea'', si legge in una nota. (ANSA).
Share/Save/Bookmark
 


 

Perchè Italia-Razzismo 


SPORTELLO LEGALE PER RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO

 

 


 

SOS diritti.
Sportello legale a cura dell'Arci.

Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
leggi tutto>

Mappamondo
>Parole
>Numeri

Microfono,
la notizia che non c'è.

leggi tutto>

Nero lavoro nero.
leggi tutto>

Leggi razziali.
leggi tutto>

Extra-
comunicare

leggi tutto>

All'ultimo
stadio

leggi tutto>

L'ombelico-
del mondo

Contatti


Links