Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

19 ottobre 2012

Immigrati finti minorenni caccia ai complici
Diaria doppia per i ragazzini: la procura indaga sui rimborsi ai centri di accoglienza. Solo nei primi sei mesi dell'anno sono stati spesi a Roma, per i 2.300 "minori", 55 milioni e 400mila euro
la Repubblica, 19-10-2012
FEDERICA ANGELI e RORY CAPPELLI
Le cooperative che gestiscono i centri di prima accoglienza nel mirino della procura. La gestione di tanto denaro pubblico  -  solo nei primi sei mesi dell'anno sono stati spesi a Roma, per i 2.300 immigrati "minori", 55 milioni e 400mila euro  -  è finita al vaglio degli inquirenti.
Perché il business dei finti adolescenti ospitati nella capitale (ovvero il 60% dei 2.300) è molto più grande di quanto si possa immaginare. Intanto il pubblico ministero Barbara Zuin ha aperto un fascicolo per falsa testimonianza alla polizia: sul tavolo del magistrato è finito un faldone di 1000 pagine prodotto dagli investigatori dell'Ufficio Immigrazione. Lì dentro ci sono i nomi di 400 stranieri minorenni che hanno chiesto il permesso di soggiorno camuffando la loro identità. Ma a certificare la loro età è stato un medico di un pronto soccorso della capitale che, attraverso una visita di 6 minuti in pronto soccorso, ha stabilito quanti anni avevano.
Ci sono troppe anomalie nell'affaire finti minorenni, a cominciare dai centri che li ospitano. Impossibile che nessuno
si sia accorto degli adulti spacciati per ragazzini. Forse perché la diaria di 70 euro che prima il Governo (in tempo di emergenza sbarchi) e poi il Comune di Roma dà per ogni adolescente è più ricca di quella data a un profugo adulto (per cui sono erogati 3040 euro al giorno)?
"Da aspirante profugo a falso adolescente ecco il trucco milionario"
Il business dei finti minorenni porta un timbro. Quello dell'Arciconfraternita del Santissimo Sacramento e Trifone. E della sua costola, Domus Caritatis che a Roma ha inspiegabilmente ottenuto la gestione del maggior numero di centri. Un timbro dunque stampato su tutto ciò che nella capitale (e non solo) riguarda l'assistenza a rifugiati politici stranieri, immigrati, senza casa italiani, mense per poveri e via assistendo, tra assegnazioni irregolari, appalti vinti con procedure poco chiare o annullati per motivi altrettanto oscuri, tra gente per bene e squali della solidarietà. "Me ne sono dovuta andare", racconta Anita Brundu. "Ci ho provato per mesi: ho portato le mie medicine, ho organizzato raccolte di indumenti tra i miei amici per vestire i rifugiati, ho dato passaggi in auto, ho messo a disposizione la mia vita e poi a un certo punto ho detto basta".
DA PROFUGO A MINORENNE
Anita Brundu ha lavorato al Cara (Centro accoglienza richiedenti asilo) di Anguillara per adulti, e poi al centro di accoglienza di via Fosso dell'Osa. Entrambi sono gestiti da Domus Caritatis. È lei a spiegarci come l'affaire dei finti minori si autoalimenta. "Qualche mese fa, il giorno dopo essere stata trasferita al centro di via Fosso dell'Osa, incontrai Amir, Ahmed, Khaled e Muhammad. "Non ci chiamiamo più così", mi dissero. Avevano fatto richiesta per essere riconosciuti come rifugiati politici: una richiesta che viene accolta soltanto nel caso di Paesi in guerra come Somalia, Sudan e Darfur; e loro non venivano da nessuno dei tre. Avrebbero dovuto essere espulsi. Di notte invece erano stati trasferiti nel centro per minorenni e tali, dopo un certificato medico, erano diventati. E il loro caso non era certo l'unico, ma la prassi".
I RIFUGIATI E GLI AVVOCATI
In questa storia di mezzo non ci sono soltanto i centri che continuano a incassare sugli adulti che si spacciano per minorenni e che percepiscono rette giornaliere che valgono il doppio. Al ricco piatto da milioni di euro attingono un po' tutti. Anche gli avvocati. C'è uno studio legale in particolare, al servizio della Domus Caritatis, che si occupa dell'assistenza legale e anche del ricorso per il riconoscimento dello status di rifugiati nel caso in cui venga respinto. Un appello senza senso, a meno che il rifugiato in questione non provenga, appunto, da Paesi in guerra. Ma quel ricorso inutile, tanto inutile non è: costa 250 euro a persona. Naturalmente a spese dello Stato: l'immigrato, il profugo, il rifugiato, non ha i soldi neanche per vestirsi, figurarsi se li ha per pagare un avvocato. E così, si attiva il gratuito patrocinio. Se si calcola che tutti gli ospiti dei vari centri fanno domanda per ottenere lo statuto di rifugiato politico, parliamo di centinaia di migliaia di euro ogni mese. Che si aggiungono ai milioni stanziati prima dal Governo e poi dal Comune per il mantenimento degli ospiti nelle strutture.
I CAPELLI BIANCHI
In un altro centro, il Sant'Antonio, è Silvia F., un'operatrice, a raccontare il business dei finti minorenni. "Qui ospitiamo settanta persone: di queste solo dieci sono ragazzi. Gli altri tutti adulti, visibilmente adulti: alcuni sono stempiati, altri hanno capelli bianchi. Spesso sono delinquenti. Spesso così violenti che capita di dover difendere i minori, quelli veri: una volta, addirittura, ci siamo dovuti barricare in una stanza con loro".
Secondo le direttive della convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, non soltanto la promiscuità con gli adulti dovrebbe assolutamente essere evitata, ma dovrebbero essere rispettati alcuni standard. Ma qui è tutto "meno": per l'inverno non ci sono abiti. Il riscaldamento non funziona. La luce va e viene. E un giorno "è scoppiata una rissa perché in tavola c'erano solo due mozzarelle da dividere in sette". Dal centro di via Pietralata, lo scorso anno, per avvelenamento alimentare finirono in ospedale in quaranta.
I MANAGER DI DIO
La Domus Caritatis a Roma ha in appalto 8 dei 13 centri aperti dal Comune per l'emergenza Nord Africa. Vicina al cardinal Ruini e a Comunione e Liberazione, l'Arciconfraternita è legata al ras della ristorazione, la società La Cascina  -  che riforniva le mense scolastiche e ospedaliere di mezza Italia, la buvette del Senato e gestisce anche i buoni pasto Break Time  -  che già nel 2003 finì al centro di un'inchiesta. Gli appalti per i centri la Domus Caritatis li riceve direttamente dal Governo. Perché?
(3continua)



Successo per il film “Mare chiuso” proiettato al Parlamento europeo.
Nessun deputato italiano presente in sala. Il regista Liberti: “Non mi sorprende, il trattato Italia-Libia approvato con l’87% dei voti”.
Immigrazioneoggi, 19-10-2012
Sala piena per Mare chiuso, il film di Stefano Liberti ed Andrea Segre sui respingimenti nel Mediterraneo, proiettato ieri al Parlamento Ue di Bruxelles su iniziativa dell’eurodeputato laburista britannico Claude Moraes e di Amnesty International. “La proiezione qui al Parlamento Ue”, ha sottolineato Liberti a margine dell’evento, “è estremamente importante perché i respingimenti in mare realizzati dall’Italia nel 2009-2010 sono il prodotto di una politica europea di contrasto all’immigrazione che sacrifica i diritti umani sull’altare di presunte esigenze di sicurezza”.
Al riguardo Moraes ha osservato quanto sia “importante discutere di queste tematiche nel momento in cui nel Parlamento sono in discussione dei provvedimenti sull’asilo e sul ruolo di Frontex”, l’Agenzia per il controllo delle frontiere esterne della Ue. Film italiano presentato da un eurodeputato britannico con la presenza di altri colleghi, ma nessuno dei deputati italiani, un’assenza che non sorprende Liberti. “I respingimenti – osserva – sono la conseguenza del trattato di cooperazione Italia-Libia approvato dal Parlamento italiano con una maggioranza bipartisan dell’87% dei voti: è chiaro che il tema è sensibile per tutte le parti politiche”.



MINORANZE FAZIOSE E INTOLLERANTI
Il Tempo, 19-10-2012
Ruggero Guarini
Il caso dei video presentato ieri l'altro al Sínodo dei vescovi, sulle conseguenze che avrà per l'Europa l'inarrestabile ondata di immigrazioni islamiche, e poi ritirato e accusato, da alcuni presuli, di "islamofobia", ripropone il tema dell'abuso che oggi si fa abitualmente, in nome della retorica multiculturalista, del termine "fobia" e del suffisso fobico.
Sono giudizi "islamofobici", o semplici constatazioni oggettive, proposizioni fattuali e ragionevoli previsioni le affermazioni del video che ne hanno motivato la condanna? Leggiamo quelle che da molte anime belle sono state giudicate deplorevoli e imbarazzanti. Una di esse asserisce che sta avvenendo "un cambiamento demografico a livello globale". Un'altra aggiunge:" È solo una
questione di anni, e l'Europa come la conosciamo adesso non esisterà più". Una terza osserva che la causa principale di questo cambiamento è l'immigrazione soprattutto islamica". Quella che ha suscitato maggior disagio si limita a calcolare che fra suppergiù quarant'anni "la Francia sarà una Repubblica islamica". C'è forse, in queste frasi,qualcosa di improbabile,incredibile o inverosimile? Insomma, qualcosa di falso?
Evidentemente no. Si tratta, al contrario, di incontestabili constatazioni relative ai prevedibili effetti di un fenomeno evidente. Anzi, di pure e semplici ovvietà. E allora dov'è lo scandalo? Il vero scandalo è proprio il fatto che oggi, affermazioni cosi veridiche e inoppugnabili, possano essere giudicate scandalose. E ciò rimanda appunto alla questione dei citato abuso del concetto di fobia. Che fra l'altro è un abuso che si fa non soltanto quando si discorre di faccende riguardanti l'immigrazione islamica ma una gamma assai più vasta di fenomeni, e in particolare tutti quei fatti sui quali lo spirito dei tempi, sempre in nome di una pretesa correttezza culturale, figlia e sorella di quella politica, cerca di impedire la libertà di opinione e di espressione.
Uno dei casi più inquietanti è forse quello della virulenza con cui le frange più estreme del mondo gay sogliono interdire e demonizzare, definendole appunto "fobiche", tutte le espressioni che su certi aspetti dell'attivismo rivendicativo di quel movimento lasciano intrave- dere un atteggiamento diverso dall'incondizionata accettazione delle sue pretese. Valgano pochi esempio. Qualunque osservazione sulla ragionevolezza e legittimità del proposito di equiparare le unioni gay al matrimonio tradizionale viene oggi considerata un'espressione di "omofobia". "Omofobico", recentemente, è stato non di rado definito anche l'orientamento di coloro che non considerano molto saggia l'estensione del diritto di adottare bambini alle coppie omosessuali. La stessa sprezzante accusa di " omofobia" mi è recentemente accaduto di sentir rivolgere a una signora arnica, in attesa di un bambino, che, interrogata sui gusti sessuali che si augurava per il nascituro, aveva osato confessare che, pur non avendo nulla contro i gay, preferiva che il piccino fosse stato "etero". Ricordo infine che il medesimo epíteto è stato una volta appiccicato a un ragazzo tutt'altro che stupido il quale, avendo osato definire l'omoses- sualità "un'anomalia", tento invano di difendersi da quella accusa limitandosi a osservare che, poiché i gay sono pur sempre una minoranza, come tale diversa dalla maggioranza, e poiché il termine anomalia designa semplicemente un fenomeno diverso dalla norma, ap- plicarlo all'omosessualità è perfettamente legittimo.
L'intolleranza delle minoranze faziose: ecco il vero e forse massimo scandalo del nostra tempo. Che sembra in effetti votato alla demonizzazione di ogni opinione, orientamento o gusto difforme da quella marmellata universale di contrapposte intolleranze che sarebbe la somma contraddittoria di tutte le correnti allergie e di tutti i possibili divieti.



Lamezia Terme, immigrazione: centro polifunzionale per inserimento sociale
Reggio
tv, 119-10-2012
Lamezia Terme (Catanzaro). L’ultimo comitato di valutazione del PON Sicurezza ha dato il via libera a 26 nuovi progetti su tutto il territorio nazionale. Fra le proposte approvate, vi è quella di un Centro polifunzionale destinato all’inserimento sociale e lavorativo degli immigrati extracomunitari regolari finanziato per 1.964.043,00.
L’intervento riguarda un edificio non completato di proprietà del Comune di Lamezia Terme, noto come "Palazzo della Cultura", sito in via della Quercia Antica, il cui progetto era stato redatto sulla base di un finanziamento regionale inizialmente gestito dalla Comunità Montana Reventino Tiriolo Mancuso e successivamente trasferito al Comune di Lamezia Terme (anni ‘89-‘94). Nei primi anni ‘90 viene terminata l’esecuzione di un primo lotto dell’edificio, corrispondente all’importo finanziato, di un progetto più ampio poi non realizzato. Nel 1999 viene effettuato il collaudo statico della struttura realizzata. Da allora la situazione non è mutata, nonostante i tentativi amministrativi messi in pratica per riavviare i lavori. Si tratta di un fabbricato a due piani le cui connessioni funzionali tra le parti restano da completare. Rimane notevole la grande aula centrale coperta a due piani, di superficie superiore a 300 mq.
I lavori di nuova progettazione dell’immobile in cui verrà realizzato il Centro Polifunzionale prevedono la riorganizzazione degli accessi, la sistemazione delle aree esterne, l’ultimazione dell’edificio al fine di renderlo adeguato al programma funzionale relativo alla realizzazione del Centro Polivalente per Immigrati Extracomunitari. Al piano terra dell’edificio troveranno posto i seguenti spazi: desk informativo e spazio accoglienza, Sportello dei Servizi di Orientamento per l’Integrazione Sociale e Lavorativa, sportello dei servizi socio-sanitari; sportello dei servizi di orientamento per l’integrazione sociale e lavorativa; laboratorio di formazione linguistica; laboratorio di formazione professionale; sala per la socializzazione e il tempo libero; sala mensa per la distribuzione di pasti pronti. Al primo piano dell’edificio sono previsti: locale tecnico; area incontri, lettura e baby sitting; sala lettura e biblioteca multietnica; sala ludoteca. In prossimità dell’accesso è stata prevista una piazzetta finalizzata alla socializzazione.
Il progetto del Centro Polifunzionale muove dalla volontà di dare vita ad un luogo di incontro e confronto tra culture differenti dedicato ai migranti. L’idea basilare è quella dell’integrazione reale, un laboratorio permanente di socializzazione che vada oltre la fase della prima accoglienza e dell’ascolto, ed offra una concreta possibilità alle persone migranti di mettersi in gioco. Le iniziative che si svolgeranno all’interno del Centro (corsi di lingua, cucina, ballo e musica, feste interculturali, rassegne cinematografiche, iniziative per bambini, concerti di musica etnica, convegni e incontri di approfondimento) avranno altresì l’intento di coinvolgere e mobilitare i diversi attori del tessuto locale (istituzioni, associazioni, famiglie, singoli) favorendo la reciproca conoscenza, le interrelazioni e quindi il contrasto dei fenomeni di intolleranza e la positiva integrazione delle nuove popolazioni. Un utente speciale del Centro Polifunzionale sarà, infatti, la Comunità Lametina che potrà vivere gli spazi e le attività del Centro come uno spazio di relazioni sociali e umane straordinario. In particolare le attività che si realizzeranno nel Centro Polifunzionale per Immigrati sono le seguenti: formazione di base e professionale (laboratori per facilitare l’apprendimento della lingua italiana, iter e procedure amministrative finalizzate alla permanenza, educazione civica finalizzata all’apprendimento di arti e mestieri valorizzando anche le competenze e le capacità degli immigrati); servizi di orientamento formazione ed accompagnamento al lavoro con servizi e percorsi personalizzati per le famiglie extracomunitarie favorendone l’integrazione e l’inclusione sociale;creazione di uno sportello dedicato ai servizi di emersione del lavoro non regolare; mediazione culturale compresa le attività di mediazione linguistica-culturale presso scuole; assistenza socio - sanitaria; attività ricreative e culturali (attività per il tempo libero con la partecipazione di adulti e minori per favorire lo scambio intergenerazionale);servizi di accoglienza con servizio mensa (distribuzione pasti pronti);altri servizi finalizzati all’inclusione degli immigrati regolari (babysittereraggio, spazi attrezzati per bambini).
Il Partenariato socio-culturale sarà aperto innanzitutto alle organizzazioni di rappresentanza del terzo settore, del volontariato e del non - profit, ed inoltre agli enti pubblici che daranno il loro contributo, ognuno per la parte di propria competenza. (Fonte ANSA)

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