Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

Diciannovenne si dà fuoco a Fiumicino: chiedeva asilo politico ma gli era è stato negato

Valeria Costantini e Carlotta De Leo
ROMA - Gesto di disperazione all'aeroporto «Leonardo da Vinci» di Fiumicino. Un ragazzo di 19 anni della Costa D'Avorio, per evitare l'esplusione si è dato fuoco al Terminal 3. Un atto estremo che il giovane ha messo silenziosamente: nessuna rivendicazione, nessun atto di accusa urlato. Solo una piccola tanica di benzina e un accendino acceso lì davanti a tutti, nella zona partenze e nei pressi del passaggio di servizio.

È stato l'intervento immediato di un agente della Polaria - che ha spento le fiamme ed è rimasto a sua volta ferito a un braccio -a risparmiare la vita all'uomo che ha riportato gravi ustioni ed è ricoverato in codice rosso al centro grandi ustionati del l'ospedali Sant'Eugenio: le sue condizioni sono gravi ma non è in pericolo di vita.
RICHIEDENTE ASILO - A spiegare meglio il caso di questo giovane è il Consiglio italiano rifugiati (Cir), che punta il dito contro il cosiddetto «Regolamento Dublino» che impone a un migrante di richiedere asilo nel paese di primo ingresso. «Il 19enne - afferma il Cir - aveva chiesto protezione in Italia ed era poi andato in Olanda da cui però è stato espulso. Ritornato all'aeroporto Fiumicino, mercoledì sera, gli era stato notificato il rigetto della domanda di protezione internazionale». È stato proprio questo rifiuto a generare il gesto estremo. «Ma il ragazzo aveva ancora tempo per fare ricorso. È stato informato?» si chiedono dal Cir.
IL REGOLAMENTO HA FALLITO - «Siamo di fronte all'ennesima tragedia provocata dal Regolamento Dublino che non prende il considerazione nè volontà della persona nè i suoi legami con i Paesi dell'Unione Europea - spiega Christopher Hein, direttore del Cir - Questo ragazzo chiedeva di essere protetto. Avrà avuto buoni motivi per spostarsi dall'Italia verso l'Olanda e poi è stato rinviato nel nostro Paese. Questo gesto simbolico e ci chiede di aprire gli occhi davanti alla disperazione di richiedenti asilo e rifugiati. È evidente che il sistema europeo di protezione, che compie 10 anni in questi giorni, caso ha fallito: noi ne chiediamo con forza l'abolizione».
FUMO E PAURA - L'episodio, avvenuto intorno alle 10.20, ha provocato momenti di panico nello scalo tra addetti e passeggeri in transito. L'uomo avrebbe premeditato il tragico gesto: aveva infatti in borsa un cartoccio con una piccola tanica di benzina. Si è versato addosso il liquido infiammabile e si è dato fuoco. Il Terminal 3 è stato parzialmente danneggiato dalle fiamme.
IL SALVATAGGIO - Tiziana Guarna, giovane funzionaria della dogana aeroportuale, è stata la prima ad intervenire: ha salvato sia l'immigratro sia il collega poliziotto che è rimasto ferito nel tentativo di impedire all'ivoriano di darsi fuoco. «Ho visto un uomo col braccio in fiamme l'ho aiutato a togliersi la felpa per spegnere il fuoco, poi mi sono girata e ho visto un'altra persona a terra avvolta dalle fiamme - racconta - qualcuno mi ha urlato "spegnilo, spegnilo!", ho preso l'estintore e l'ho attivato». Antonio Del Greco, dirigente V Zona Polizia di Frontiera, ha motivo di tirare un sospiro di sollievo: «Il dispositivo di sicurezza è scattato immediato - sottolinea -, vorrei sottolineare l'interfvento straordinario e tempestivo del poliziotto rimasto ferito e dalla funzionaria della Dogana che ha salvato due vite».
RITARDI AGLI IMBARCHI - L'arrivo dell'ambulanza è stato ritardato dalla presenza di un'auto a noleggio - di un Ncc - che stava scaricando i bagagli di un viaggiatore. Pochi secondi, poi i barellieri sono giunti alla Dogana ed hanno prelevato il giovane africano che è stato subito trasferito nel centro grandi ustionati del Sant'Eugenio. Le fiamme sono state subito spente. Transennata e chiusa inizialmente parte dei check in agli Internazionali - dal banco 313 in poi - ritardate le operazioni di imbarco per alcuni voli. Poi, intorno alle 11.15, l'area imbarchi è stata interamente riaperta ai passeggeri ed è rimasta interdetta soltanto la zona del rogo vicino alle Dogane.
Corriere della sera,14-02-2013

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