Immigrati irregolari, la Toscana garantisce le cure

l’Unità del 11 giugno 2009

La buona notizia è che, con una disposizione in controtendenza rispetto agli ultimi provvedimenti del governo, la Regione Toscana ha approvato una legge  per garantire anche agli immigrati irregolari il pieno esercizio del diritto di accesso alle cure mediche.
La cattiva notizia, per la verità, non c’è: c’è solo una sgangherata reazione del centrodestra. Il presidente del Consiglio, sempre attento al rispetto dei ruoli istituzionali, ha definito la legge “qualcosa di insensato”; il ministro Matteoli ha avanzato l’ipotesi di impugnare la legge davanti alla Corte Costituzionale; il Pdl della Toscana, ha annunciato una raccolta di firme per promuovere il referendum abrogativo della normativa.
Ma c’è un’altra buona notizia: la nostra Costituzione tutela il diritto alla salute di ogni individuo in quanto tale, come diritto fondamentale della persona non subordinato alla cittadinanza né tantomeno al possesso di un regolare permesso di soggiorno.
La Consulta è già stata investita di questioni simili e la sua posizione, anche di recente, è stata chiarissima: “E’ manifestamente irragionevole subordinare l'attribuzione di una prestazione assistenziale […] al possesso di un titolo di legittimazione alla permanenza nel territorio, che richiede, per il suo rilascio, la titolarità di un reddito. Tale irragionevolezza incide sul diritto alla salute […]; ne consegue il contrasto non solo con l'art. 3, ma anche con gli artt. 32, 38 e con l'art. 2 della Costituzione, tenuto conto che quello alla salute è un diritto fondamentale della persona” (Corte Cost. 30 luglio 2008, n. 306).
Limpido, no? Il diritto e il buon senso sembrano andare – quietamente, diremmo – nella      medesima direzione. Che sollievo, per una volta.

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