Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri
Maschio uccide femmina, padre uccide figlia: c'entra l'Islam?
L’assassinio della ragazza marocchina Sanaa Dafani per mano del padre, ostile alla sua relazione con un giovane italiano, è una notizia straziante,  che ci riguarda in quanto persone incerte in una società in profondo cambiamento.  Davanti a fatti del genere, comprensibilmente, la prima reazione è di condanna, senza la ricerca di una qualunque interpretazione razionale. Che pure, nonostante tutto, va tentata. Si ricordi che si tratta di  comportamenti che per secoli hanno segnato la storia della società italiana: ragazze non libere di decidere, e costrette alla vita in convento; donne date a mariti sconosciuti e non scelti; non maritate che restavano in famiglia senza aver voce, sottomesse, private di un’ esistenza vera. Questo non va dimenticato. Nessun giustificazionismo sociologico e nemmeno alcun relativismo culturale: consapevolezza, piuttosto, che da quella tragedia, noi, italiani e italiane, siamo usciti appena di recente. Fino al 1981 il nostro codice penale prevedeva per il “delitto d’onore” la reclusione tra i tre e i sette anni.  A produrre il cambiamento che ne determinò l’abrogazione fu, tra l’altro, l’ “unificazione” della mentalità condivisa, anche attraverso strappi e rotture. Analogamente si può dire che solo una migliore interazione tra italiani e stranieri – fatta anche di confronti aspri e di conflitti - può determinare lo smussamento, e in prospettiva il superamento,  di quei tratti culturali sedimentati che producono, infine, scelte barbariche. Se si consente – o addirittura si agevola - la chiusura e l’autosufficienza  da parte delle comunità etniche, si incentiva fatalmente la formazione di microcosmi sordi e muti. Per quanto faticosa, e dall’ esito non scontato, questa è la sola via percorribile.
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Sportello legale a cura dell'Arci.

Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
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