L'odissea burocratica di due veri marocchini scambiati per algerini

L'Unità, 22-02-2011  
Italia-razzismo
Giulia Di Giacinto

Algerini o marocchini? L.M. e J.Y. 31 e 33 anni, dall’agosto del 2010, vengono spostati in vari Centri d’identificazione ed espulsione d’Italia: Milano, Gorizia, Roma. Entrambi dichiarano, immediatamente, di essere marocchini. Ma nessuno, chissà perché, crede ai due e così i primi giorni di settembre vengono rimpatriati in un’altra nazione, l’Algeria.

Le autorità consolari algerine inizialmente rivendicano la cittadinanza di quegli uomini, salvo, poi, ripensarci. Ma quanto è costato l’errore sulla loro nazionalità ai due cittadini marocchini? Molto. Raccontano di essere stati trattenuti per ben 100 giorni, da settembre a dicembre, in una stazione di polizia di Algeri. Sono stati rinchiusi in una piccola cella senza finestra, non avevano né un letto, né tantomeno un materasso, hanno avuto da mangiare esclusivamente pane e burro e, per lavarsi, avevano diritto solo a una doccia al mese. Nel frattempo, nessuno ha mai spiegato loro perché si trovassero lì e se c’erano delle imputazioni a loro carico per giustificare il trattenimento in cella. Ma la risposta, a ben vedere, era molto semplice: la polizia algerina aveva bisogno di ulteriore tempo per accertarsi dell’identità dei due uomini. Al termine di questa lunga e disumana verifica il responso è stato il seguente: i due avevano dichiarato il vero, non sono algerini. A questo punto, la macchinosa procedura riprende il suo corso. L’Algeria ormai non sa più che farsene dei due e tantomeno può mandarli in Marocco: il loro destino è quello di fare ritorno in Italia. E così il 13 dicembre vengono riportati al CIE di Ponte Galeria a Roma. Da quel momento, è ripresa la conta dei giorni, in attesa, ancora una volta, di essere “identificati ed espulsi”.

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