Il tasso di criminalità tra gli stranieri regolari residenti in Italia che abbiano più di 40 anni d’età è inferiore rispetto a quello dei loro coetanei italiani. Lo rileva una ricerca, presentata martedì 6 ottobre a Roma, sulla criminalita' degli immigrati realizzata da Caritas-Migrantes e dall'Agenzia Redattore sociale.La ricerca conferma che il tasso di criminalita' degli immigrati regolari, nel nostro paese, e' "solo leggermente piu' alto" di quello degli italiani (tra l'1,23% e l'1,4%, contro lo 0,75%) ma, ad esempio, e' inferiore tra le persone oltre i 40
anni. Il coinvolgimento degli immigrati in attivita' criminose riguarda la condizione di irregolarita'; tra il 70% e l'80% degli stranieri denunciati, infatti, sono irregolari. Il reato commesso da 4 stranieri su 5 (87,2%) ha a che vedere con la violazione della legge sull'immigrazione. In generale, pero', non esiste alcun legame fra l'aumento degli immigrati regolari e l'aumento dei reati in Italia: tra il 2001
e il 2005, mentre gli stranieri sono aumentati di oltre il 100%, le denunce nei loro confronti sono cresciute del 45,9%. 
E' falso, quindi - sottolinea la ricerca - dire che il tasso di criminalita' degli immigrati e' di 5-6 volte superiore a quello degli italiani. Sull'attivita' criminosa degli irregolari, i ricercatori affermano che su queste persone "incidono" i reati relativi
alla condizione stessa dell'irregolarita'. Gli stranieri irregolari delinquono soprattutto per reati di microcriminalita'; e' molto alta l'incidenza degli immigrati come vittime di reati da parte di altri immigrati. In particolare, per i reati violenti tale incidenza oscilla a seconda delle fattispecie tra un quarto e un sesto del totale. La ricerca precisa che il reato commesso da 4 stranieri su 5 (87,2%) ha a che vedere con la violazione della legge sull'immigrazione. Nel 2005, i reati in materia di immigrazione sono stati 21.996; di questi 19.189 sono stati commessi da
stranieri, compresi gli irregolari. Gli immigrati pesano poi per l'81,7% nei reati relativi alla tratta e al commercio di schiavi; per il 74,4% alle false dichiarazioni sull'identita'; per il 60,8% alla riproduzione abusiva di registrazioni cinematografiche; per il 39,5% nei furti; per il 34% nel
traffico di stupefacenti. Risulta molto bassa invece l'incidenza degli stranieri sul totale delle denunce per altri tipi di reati: rapine in banca (3%) o uffici postali (6%), evasione fiscale e contributiva (5,8%), omissione dei contributi previdenziali (8%), associazione per delinquere (10,6%). I detenuti immigrati hanno un'incidenza del 37,1% (al 31 dicembre 2008). Il tasso di incarcerazione complessivo -
osservano i ricercatori - non e' calcolabile, ma e' da ritenersi similare per gli italiani e per gli immigrati regolari, mentre e' piu' alto per gli irregolari che possono usufruire meno degli arresti domiciliari e delle altre misure alternative al carcere. Tuttavia - continuano - le norme penali non possono far venire meno la preminenza di integrazione e, per quanto riguarda il carcere, non ne vanno sottaciuti i costi: un anno in carcere per una persona costa all'erario 57 mila euro. (ANSA).
MAS
Share/Save/Bookmark