La "tariffa etnica"una discriminazione anche tra assicurati

Nel nostro Paese in cui l’uguaglianza tra le persone viene affermata come principio fondamentale della Costituzione, l’elenco di tutte le diseguaglianze di fatto viene aggiornato di continuo, nell’indifferenza quasi generale.
L’ultima notizia riguarda alcune compagnie assicurative che chiedono un premio maggiorato ai cittadini stranieri, per la loro sola condizione di stranieri. Se sei uno straniero che vivi e lavori regolarmente in Italia e vuoi diligentemente sottoscrivere un contratto di assicurazione per la tua macchina dovrai pagare un premio più caro di quello applicato agli italiani.

Ovviamente non si tratta di stranieri privi del permesso di soggiorno che, per ovvie ragioni, non potrebbero sottoscrivere in Italia nessuna polizza, ma di persone regolarmente residenti in Italia, che lavorano e che dispongono di un’automobile.

La diseguaglianza, però, non è uguale per tutti gli stranieri. Anche tra loro viene fatta una distinzione, anzi una discriminazione. Se sei uno svizzero o uno statunitense, infatti, dovrai pagare la cifra che pagano gli italiani, se invece sei uno straniero che proviene da uno dei paesi meno fortunati il tuo conto sarà più salato.

Una sorta di “tariffa etnica”, come l’ha definita Vladimiro Polchi sulle colonne della Repubblica, che sembra contraria ai più elementari principi di convivenza e allo stesso art. 43 del Testo Unico sull’immigrazione, che considera discriminatorio “ogni comportamento che, direttamente o indirettamente, comporti una distinzione … basata sulla …. origine nazionale” e l’imposizione di  “condizioni più svantaggiose … ad uno straniero soltanto a causa della sua condizione di straniero o di appartenente ad una determinata … nazionalità”. Appunto.
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