Non solo Lampedusa: violati anche a Venezia i diritti dei migranti

Italia-razzismo
L’osservatorio veneziano contro le discriminazioni razziali, qualche giorno fa ha denunciato numerosi casi di violazioni dei diritti umani nei confronti dei migranti irregolari arrivati dalla Grecia nel porto di Venezia.

L’Osservatorio – coordinato dall’associazione SOS diritti, è nato dall’accordo tra il Comune di Venezia e l’Ufficio nazionale antidiscriminazione – tra il 2010 e il 2011, con l’aiuto della Prefettura della città e del Cir, ha raccolto i dati sugli arrivi e i rimpatri dal porto lagunare. È certo, come sostiene la responsabile dell’Osservatorio, Alessandra Sciurba, che nel 2010 «perlomeno 419 persone sono state respinte con la prassi dell’affido al comandante della nave senza aver avuto modo prima di esporre la propria situazione al personale competente, per inoltrare una formale domanda di asilo».
Questo dato non racconta un fenomeno nuovo. L’aspetto che però stupisce è che, di ciò che accadeva al porto di Venezia, poco o nulla si sapeva. Infatti, nell’ultimo anno, l’attenzione dei media si è incentrata su Lampedusa e zone limitrofe, denunciando sia come la frontiera più a sud dell’Europa avesse bisogno di rinforzi, sia come l’arrivo di quei rinforzi, determinato dall’“emergenza”, giustificasse le pratiche poco ortodosse nei confronti di chi tentava lo sbarco. Insomma, parrebbe che in molte zone del nostro Paese, siano in vigore dei taciti regolamenti che fanno dell’utilizzo delle maniere forti il loro principio fondante. In violazione di quella direttiva europea, recepita dall’ordinamento italiano, basata sul principio del non refoulement. Essa non prevede che una persona sia rispedita da dove è venuta senza che le ragioni della sua partenza (e spesso si tratta di gravi violazioni dei diritti umani) siano state valutate da una commissione competente.
l'Unità, 07-04-2012

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