Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

11 luglio 2011

 

La tolleranza tra etnie passa anche dal condominio
Italia-razzismo 8 luglio 2011
Il condominio è da sempre il luogo in cui la convivenza, perché sia serena, deve essere regolamentata in maniera pressoché maniacale. Ma non è detto che la stesura di ottimi regolamenti scongiuri il rischio di liti tra condomini: c’è sempre qualcosa, in fondo, che irrita la sensibilità del vicino. Fatto ancor più vero se si pensa a un edificio abitato da persone di origini e culture differenti tra loro, in cui tra le principali cause all’origine della discordia c’è la cucina etnica. Per risolvere tali questioni si potrebbe, come di frequente accade, chiamare la polizia, ma ci sono situazioni in cui questo non è necessario o addirittura può produrre esiti pericolosi e sarebbe sufficiente far intervenire una persona terza in grado di trovare un accordo. 
È così che a Venezia è nato qualche mese fa lo sportello di mediazione abitativa. Il servizio rientra nel progetto "Altrimenti nella città" che ha come obiettivo quello di “favorire la convivenza civile e il dialogo” tra i residenti. Fulvio Bizzarrini responsabile dello sportello, racconta che la prima controversia affrontata riguardava un inquilino italiano infastidito dall’utilizzo delle spezie per cucinare da parte di una famiglia bengalese con cui condivide il pianerottolo. Strano ma vero non si è arrivati ad imporre ricette mediterranee. Gli operatori hanno capito le esigenze delle due parti con il risultato che è stato potenziato il sistema di aspirazione ed è stato applicato un isolante nella porta di ingresso della casa dagli odori più forti. Detta così, può sembrare una vicenda aneddotica se non risibile: e, invece, si tratta di una situazione esemplare che contiene in sé, virtualmente, conflitti deflagranti. I piccoli passi che la soluzione ha consentito sono il segno di una strategia possibile. 
 
 
 
Immigrati: i 'latinos' di Napoli esempio di integrazione 
(Adnkronos) 10 luglio 2011
Un'immigrazione meno vistosa, ma probabilmente un'integrazione piu' riuscita rispetto ad altre etnie: sono i sudamericani di Napoli, i 'latinos' del capoluogo partenopeo. I numeri della presenza di latinoamericani a Napoli sono decisamente inferiori rispetto a quelli di africani, sia maghrebini che sub-sahariani, ma anche slavi e dell'Europa orientale, cosi' come cinesi, singalesi e filippini: dal punto di vista culturale, pero', hanno piu' di un vantaggio sugli altri. "Hanno un inserimento molto meno difficile di altri, innanzitutto grazie al fatto che hanno una lingua simile alla nostra", spiega padre Angelo Lombardo, della Chiesa di Santa Teresa del Bambin Gesu', in Via Nicolardi ai Colli Aminei. Non c'e' solo la lingua tra i 'vantaggi' di cui godono peruviani, boliviani, venezuelani, questi i piu' presenti a Napoli tra gli immigrati dal Sudamerica: "Hanno una cultura 'latina', che bene si combina con la nostra, per ampi tratti molto simile. E poi sono cattolici", aggiunge Lombardo. Un particolare non da poco, quello della religione cattolica, se e' vero che si possono facilmente trovare immigrati sudamericani nelle chiese di Napoli la domenica per la messa, insieme agli italiani. Ma non solo: "Il nostro arcivescovo, cardinale Crescenzio Sepe, ha scelto diversi preti sudamericani proprio per avvicinarsi a queste persone", spiega Lombardo.
 
 
 
Questura, «progetto cicogna» per aiutare le donne straniere incinte
il Giornale 11 luglio 2011
Un appuntamento preso on line, con l'aiuto del personale medico che ha in cura la donna, per evitare code e disagi in questura nell'ottenimento del permesso di soggiorno. Così la polizia risponde all'esigenza delle donne straniere incinte senza permesso di soggiorno, semplificando le procedure. «La gravidanza - spiega la questura di Milano - è una condizione fisiologica che deve essere tutelata sia dal punto di vista giuridico che sanitario, all'interno della quale devono trovare piena realizzazione non solo il diritto alla procreazione, in libertà ed autonomia, ma anche tutti i diritti inviolabili riconosciuti, ad ogni persona, dalla Costituzione Italiana e dalla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali». Per questo e per una modalità semplificata e veloce di rilascio del permesso di soggiorno per cure mediche, la Questura e le Asl delle Province di Milano e Monza Brianza, coordinate dalla Direzione Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale della Regione Lombardia, hanno realizzato il «progetto Cicogna, con l'obiettivo di far conoscere alle donne, in modo chiaro e diretto, i loro diritti. La collaborazione consentirà agli Uffici sanitari, che accertano la gravidanza della donna straniera (Consultori, Ospedali, Asl), l'accesso ad un'agenda elettronica, per la fissazione di un appuntamento presso l'Ufficio Immigrazione. Il progetto, che sarà operativo da lunedì 18 luglio, si basa sulla creazione di una pagina web, www.progettocicogna.it, il cui collegamento è pubblicato sul sito ufficiale della Questura di Milano, http://questure.poliziadistato.it/Milano. Qui, oltre ad una parte informativa multilingue, è prevista un'area «riservata» a cui accederà esclusivamente il personale sanitario che certifica lo stato di gravidanza della donna straniera senza regolare permesso di soggiorno. Attraverso l'agenda elettronica, i medici ed il personale dei consultori potranno prenotare l'appuntamento presso l'Ufficio Immigrazione della Questura di Milano, tenendo conto delle esigenze della gestante. Alla donna verranno consegnati una lettera di conferma della prenotazione e l'elenco dei documenti da produrre. Le informazioni relative alla documentazione da presentare per la richiesta del permesso di soggiorno sono disponibili sul sito del Progetto Cicogna in inglese, francese, spagnolo, arabo e cinese. Una volta in Questura, la donna accederà agli Uffici senza attese e la sua istanza verrà evasa nel minor tempo possibile, proprio in relazione al particolare stato di salute.
 
 
 
Immigrati/ Tunisino con regolare visto chiuso 2 mesi nel Cie
Affaritaliani.it 11.07.2011 
Il giudice di Pace di Agrigento ha accettato il ricorso contro il decreto di espulsione e lo ha annullato con un’ordinanza, restituendo in termini legali la libertà a Nizar, 29enne di Sousse, in Tunisia che è sposato con una cittadina olandese, Winny, di 23 anni e al settimo mese di gravidanza, in attesa del loro primo figlio. La loro storia, raccontata da Fortress Europe e dalla giornalista olandese Hedwig Zeedijk, è un caso simbolo dell’inaccessibilità dei Centri di identificazione e di espulsione e delle violazioni del diritto internazionale che si consumano all’interno. Nizar e Winny si erano conosciuti in Grecia mentre lei era in vacanza e lui lavorava in un villaggio turistico. Colpo di fulmine e matrimonio lampo, i due giovani si sono trasferiti a vivere in Tunisia. Ma sulla coppia si è abbattuta la rivoluzione e lei, incinta, è fuggita dal paese, mentre lui non è riuscito a raggiungerla per cui alla fine si è imbarcato su una nave per Lampedusa.
Messo piede in Europa, per Nizar l’incubo non è finito, è diventato più cupo. Detenuto a lungo prima sull’isola, nel centro di contrada Imbriacola, dove ha subito anche un pestaggio, e poi in quello di Trapani Chinisia, il giovane tunisino in attesa di diventare padre non riusciva a vedere sua moglie. Lei si è sentita male durante una visita al campo ed è stata ricoverata in ospedale. A quel punto, Nizar è scappato dalla tendopoli per stare con lei ma si è nuovamente dato alla fuga braccato dagli agenti. Anche Winny è stata portata in questura e minacciata di una denuncia per favoreggiamento e resistenza, ma poi rilasciata. Infine, è ripartita per Eindhoven senza di lui.
“La moglie ha portato l’album di foto del matrimonio, i documenti, l’atto di matrimonio ufficiale, il passaporto di lui e un visto Schengen ma in due mesi non sono riusciti a fare capire alle autorità che lui aveva pieno diritto di arrivare in Europa, ci sono altri casi così, sinceramente mi sono spaventata” racconta la cronista olandese Hedwig Zeedijk.  E’ l’autrice dell’articolo “Winny tornata in Olanda senza Nizar – L’Italia tiene suo marito tunisino in una tendopoli” pubblicato su Algemeen Dagblad il 29 giugno. Dopo l’eco internazionale del caso, con un avvocato olandese che ha denunciato l’Italia, arriva finalmente la decisione del giudice di pace di Agrigento che accetta il ricorso di Nizar contro la prefettura e la questura di Agrigento.
All’udienza non si è presentato nessuno per conto del prefetto. L’ordinanza stabilisce che l’espulsione è illegittima perché Nizar era in possesso di un visto Schengen e quindi poteva circolare liberamente in Europa in quanto sposato regolarmente con una cittadina olandese. La sentenza è stata depositata il 30 giugno. A quel punto Nizar era già fuggito dal Cie di Chinisia, gestito da Connecting People e costruito con un muro di cinta fatto di container sovrapposti uno sull’altro. Dove sia, nessuno lo sa, per ora nemmeno la moglie. 
 
 
Sbarchi  e disordini in Cpa Pozzallo, 17 arresti a Ragusa
11 luglio 2011
(Adnkronos) - Il natante, sospettato di trasportare in Italia clandestini, era monitorato ininterrottamente dalla Guardia di Finanza di Messina da piu' di un giorno quando, verso le 16 del 7 luglio scorso le unita' italiane hanno cercato di fermare l'equipaggio. Malgrado la resistenza opposta dall'imbarcazione clandestina all'alt italiano, la Guardia di Finanza e' riuscita a effettuare l'abbordaggio prendendone il comando.
A bordo sono stati rintracciati 105 extracomunitari che, accompagnati al Cpa di Pozzallo per le procedure di identificazione e fotosegnalamento, hanno scagliato suppellettili rinvenute nel centro contro le forze dell'ordine. I responsabili immediatamente bloccati sono stati arrestati per devastazione, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali avendo ferito un vigilante con lesioni guaribili in 20 giorni.
I dieci indiziati sono stati, invece, sottoposti a fermo di Pg e trasferiti nel carcere di Ragusa e il Cpa minorile di Catania dove si trovano a disposizione del Pm di Modica Gaetano Scollo, con il coordinamento del Procuratore Capo Francesco Puleio, e del Pm presso il Tribunale dei Minori di Catania Silvia Vassallo.
 
 
Immigrazione, incendio su barcone guardia costiera doma le fiamme
la Repubblica di Palermo 10 luglio 2011
Un barcone carico di migranti con il motore in avaria e un principio d'incendio a bordo è stato soccorso in nottata dalla Guardia Costiera a largo di Lampedusa. L'equipaggio della motovedetta Cp 301 è riuscito a domare l'incendio e a far ripartire il motore per evitare il difficile trasbordo dei 299 profughi partiti dalla Libia, tra i quali 13 donne e un bambino, originari di paesi dell'Africa sub sahariana.
L'imbarcazione è giunta intorno alle 5.30 nel porto di Lampedusa. Con l'arrivo di questa mattina all'alba di 299 profughi sono attualmente 2053 i migranti ospitati a Lampedusa. Si trovano dislocati tra la base Loran e il centro di prima accoglienza. Tra di loro vi sono 1363 uomini 176 donne e 514 minori. Due donne incinte sono stata trasportate in elisoccorso in ospedale a Palermo. La nave che dovrebbe portare gli immigrati in altri centri fuori dall'isola è ancorata in porto. I primi trasferimenti dovrebbero avvenire tra stasera e domani mattina. 
Ieri, nella giornata nella quale sarebbe dovuto arrivare sull'isola il premier Silvio Berlusconi, ma la visita è stata annullata, in nottata e all'alba, erano sbarcati 1041 profughi: tra questi 33 bambini e 122 donne, molte delle quali incinte.
Subito sono scattate le operazioni di soccorso, con quattro motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza.
La prima "carretta", con 158 profughi è entrata in porto poco prima di mezzanotte. Alle 3.30 lo sbarco più consistente: 340 extracomunitari. Circa mezz'ora dopo altri 303 migranti. All'alba, infine, l'ultimo barcone con 240 profughi
 
 
 
«Regole severe per i clandestini»
il Sole 24 Ore 9 luglio 2011
Le risposte al problema dell'immigrazione non possono che essere europee, osserva il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. E il suo omologo tedesco Christian Wulff condivide, ma invita il nostro paese a «non esagerare» sul caso Lampedusa. Negli anni Novanta – osserva – la Germania ha affrontato da sola, per diverso tempo, afflussi molto più consistenti dai Balcani. Napolitano riconosce il merito alla Germania ma sottolinea: «Lampedusa, la Sicilia, l'Italia sono la porta dell'Europa e quegli immigrati vogliono andare in Europa».
Napolitano e Wulff erano ieri a Villa Vigoni, sul lago di Como. Le risposte alle domande di alcuni studenti hanno evidenziato una sostanziale uniformità di valutazioni, con qualche distinguo proprio su Lampedusa. La linea di Napolitano è che una politica comune sull'immigrazione e sul diritto d'asilo debba riguardare tutti i paesi. «Non sono favorevole a una forma di asilum shopping», in base al quale gli immigrati e i profughi si dirigono verso quei paesi che offrono loro le condizioni più favorevoli. In sostanza, la via maestra è l'immigrazione legale secondo regole e entro limiti sostenibili da un paese come il nostro.
Per quel che riguarda l'immigrazione illegale, «occorrono regole che vanno dal respingimento immediato all'espulsione in base ad accordi con i paesi di provenienza». La conclusione del ragionamento, in linea con quanto lo stesso presidente della Repubblica ha sostenuto a più riprese su questo tema, è che la risposta non può che essere europea e il più possibile condivisa. Al contrario finora si è proceduto a briglia sciolta, con i singoli paesi pronti a difendere prima di tutto i propri interessi nazionali.
Servono inoltre più decisione e rapidità. «Ricordo che quando ero ministro dell'Interno, si affrontarono questi problemi in una conferenza a Tampere, in Finlandia. Ora, a distanza di dodici anni, stiamo ancora a discuterne senza prendere decisioni».
L'altro tema trattato nel corso del confronto con Wulff e gli studenti è stato quello dell'unione monetaria europea: il presidente Napolitano ha ribadito che la realizzazione della moneta unica «è stata un'impresa straordinaria dell'Europa, anche se la sua legittimazione è rimasta insufficiente perché ci sarebbe voluto anche un coordinamento molto più forte delle politiche economiche». È il vecchio e irrisolto problema di un processo che si è realizzato solo dal punto di vista dell'integrazione monetaria, senza che abbia fatto seguito finora il rafforzamento reale delle politiche economiche verso una linea comune.
Poi c'è spazio per un riferimento tutto personale: «Anche quando si ha un'età avanzata come la mia ci si può entusiasmare – ha detto Napolitano –. E l'unica cosa che mi fa entusiasmare è l'Europa e siete voi. Sono i giovani quelli che hanno più sensibilità e consapevolezza sul ruolo dell'Europa. Vi ho visto – ha concluso il Capo dello Stato – con una preparazione e una cultura che non permette di distinguere italiani e tedeschi».
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