Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

30 dicembre 2014

Immigrati in rivolta  saccheggiano  centro accoglienza
il Giornale, 30-12-2014
V.Raf
Un furgone dato alle fiamme  e animi esaperati raccontano  la giornata di ieri al Centro  per richiedenti asilo di Mineo  (Catania). E non è l`unica di tal  fatta, tanto che i poliziotti si sentono lasciati soli dal governo,  senza mezzi per fronteggiare le  emergenze. I tempi lunghi per  le decisioni delle Commissioni  ministeriali sullo status di rifugiato,  e le domane respinte hanno  fatto di nuovo esplo dere la rivolta.
Un nigeriano non ha mandato  giù la decisione. Ha rotto  una bottiglia e si è procurato  una serie di tagli. C`è voluto solo  qualche secondo perché i suoi connazionali dessero il via  a un`insurrezione con fuoco e  fiamme e persino il saccheggio.
«Afronteggiarli - dice un poliziotto  - c`è da avere paura. Sono  tanti e noi non possiamo reagire.  Picchiano, devastano i centri  di accoglienza e noi dobbiamo  solo rischiare la pelle. Ieri  eravamo in 20 a fronteggiare un  centinaio di migranti in rivolta».
Gli immigrati dal canto loro  lamentano i ritardi delle Commissioni  ministeriali, la po ca vivibilità  nelle strutture d`accoglienza,  il trattamento loro riservato.  Tra gli oltre mille immigrati  del Cara di Mineo, tanto  per fare un esempio, convivono  afghani e pakistani, che entrano  in conflitto, si scontrano e  spesso le divise sono impotenti.  Il bilancio della rivolta di ieri  è di un furgone dato alle fiamme  dai migranti, che hanno occupato  un`arteria cittadina  mentre qualcun altro ha razziato  il magazzino del Centro.



Immigrati: da Mare nostrum a Tor Sapienza passando per il Mondo di mezzo
Bilancio 2014. È stato l’anno dello sbarco di 200 mila migranti ma anche della chiusura dell’operazione che ne aveva salvato oltre 100 mila. E mentre il fenomeno cambia e l’Italia non attrae più, con Mafia Capitale si è scoperto che gli stranieri possono essere un business
Redattore sociale, 30-12-2014
ROMA - Se il 2013 ha rappresentato l’annus horribilis dell’immigrazione in Italia, con la terribile strage del 3 ottobre, costatata la vita a 368 persone, il 2014 è l’anno delle proteste, degli scandali e delle promesse mancate. L’epilogo dell’anno che volge al termine è caratterizzato da due notizie che arrivano dalla Capitale, con lo scoppio delle proteste a Tor Sapienza, periferia est di Roma, e lo scandalo dell’inchiesta Mafia Capitale (denominata anche “Mondo di mezzo”). Due fatti che vedono protagonisti, loro malgrado, immigrati e rifugiati e riaprono il dibattito sulla gestione dell’accoglienza nel nostro paese e sul business che ne consegue.
L’altro aspetto che caratterizza il 2014 è l’arrivo sulle nostre coste di oltre 200 mila migranti  e la fine dell’operazione Mare nostrum, considerata un vero e proprio orgoglio nazionale, un riscatto del nostro paese dopo quel tragico 3 ottobre. A sostituirla, solo formalmente, è Triton, un’operazione dell’agenzia Frontex che si occupa del monitoraggio delle frontiere. Ma mentre si torna al controllo dei confini, tutto intorno lo scenario va gradualmente cambiando. La fotografia dell’immigrazione restituita dai dati è diametralmente opposta a quella offerta dal dibattito pubblico e politico.
Secondo l’ultimo dossier statistico 2014 il nostro paese attrae sempre meno gli immigrati: ad arrivare non sono persone in cerca di lavoro ma rifugiati o migranti che qui hanno già una famiglia. Nonostante questo, però, per i diritti civili c’è ancora da attendere: la riforma della legge sulla cittadinanza, per esempio, è una delle principali promesse mancate di questo 2014.
“Tu c’hai idea quanto ce guadagno  traffico di droga rende meno”. E’ questa la frase simbolo dell’inchiesta che ha disvelato il sistema mafioso alla base della gestione degli appalti per l’accoglienza dei rifugiati, la gestione dei campi rom e di altri servizi legati al welfare. A pronunciarla è Salvatore Buzzi a capo della cooperativa 29 giugno e braccio destro di Massimo Carminati, ex Nar, e a capo secondo gli inquirenti coordinati dal procuratore Giuseppe Pignatone, di una vera e propria cupola mafiosa. L’indagine arriva a meno di un mese da un altro grave fatto che scuote la Capitale: l’assalto a un centro di accoglienza in cui sono ospitati 26 minori non accompagnati e alcune famiglie di rifugiati. Le ragioni del raid, che ha poi comportato il trasferimento dei ragazzi minorenni dalla struttura, sono ad oggi tutte da chiarire, e c’è chi non esclude un collegamento con la gestione mafiosa dell’accoglienza: una spedizione punitiva contro la cooperativa Un sorriso, per evitare che partecipasse ad altri bandi.
Ma i giorni di Tor Sapienza sono il ritorno delle proteste anti-immigrati. Con i cittadini in strada, giorno e notte, che chiedono di mandare via gli stranieri, rei di aggiungere degrado e problemi alle periferie già martoriate. Polemiche che hanno una eco nazionale e che costituiscono una vera involuzione rispetto al dibattito sull’immigrazione: si continuano a reiterare, infatti, informazioni sbagliate e vere e proprie bufale per cavalcare l’onda dell’odio antistraniero. Eppure l’anno si era aperto sulla scia delle parole di papa Francesco, che aveva urlato “Vergogna” di fronte alla strage del 3 ottobre.
Le parole di sdegno di papa Bergoglio, si erano unite a quelle delle associazioni e dei politici, e avevano convinto il governo Letta a dare il via a Mare nostrum. L’operazione di salvataggio e ricerca in mare che però dopo solo un anno di vita si conclude il 31 ottobre 2014. Nonostante gli appelli del mondo dell’associazionismo, infatti, il nuovo governo Renzi decide di porvi fine. Eppure il bilancio di un anno di operazioni in mare, con oltre 100 mila persone salvate sulle 200 mila che hanno raggiunto la penisola, è riconosciuto da tutti come fonte di orgoglio nazionale. A sorvegliare le acque europee a sud dell’Italia è la nuova operazione Triton, messa in campo dall’agenzia europea Frontex con lo scopo di un monitoraggio delle frontiere. Operazione che come spiegato dal direttore di Frontex, Gil Arias Fernandez, non sostituisce Mare nostrum. La nuova missione ha l’ordine di fermarsi, infatti, a 30 miglia dalla costa, per sorvegliare la frontiera italiana (ed europea). Non arriva a ridosso delle coste libiche come faceva invece la marina militare. E alle prime imbarcazioni inviate oltre la linea di confine prevista, non si sono fatte attendere le proteste dei vertici dell’agenzia europea. Nel frattempo, però, non si arrestano le morti nel Mediterraneo. L’ultima tragedia, datata inizio dicembre, è costata la vita a 18 persone a largo di Lampedusa, e ha sollevato aspre critiche per il clima di incertezza venutosi a creare con la fine di Mare nostrum. “Chiederemo conto all’Europa di queste morti” ha tuonato François Crépeau, l’esperto di diritti umani dell’Onu.
Nonostante le morti e l’allarme su nuove stragi, l’immigrazione nel 2014, è vista ancora e soprattutto come un’invasione e una minaccia nel dibattito pubblico e politico. Ma i dati statistici raccontano tutta un’altra storia. E in particolare che, complice la crisi, il nostro paese non attrae più gli stranieri. Sono sempre meno quelli che arrivano in cerca di lavoro, mentre aumentano le persone che in Italia vengono per motivi familiari. I ricongiungimenti nell’ultimo anno sono stati ben 76.164. Chi arriva, dunque, spesso ha già qui il suo nucleo. Quasi un milione sono, poi, i minori mentre le nuove nascite registrate sono oltre 77 mila. Segno di una presenza che va sempre più stabilizzandosi: le famiglie con almeno un componente straniero sono ormai oltre due milioni. In aumento sono anche i richiedenti asilo: nei primi mesi del 2014 il numero delle domande di protezione internazionale ha quasi equiparato l’intero numero del 2013. Nonostante questo, però, il nostro paese è al quinto posto per l’accoglienza in Europa: molto più di noi fanno la Germania, la Francia, l’Inghilterra e la Svezia.
Ma il cambiamento del fenomeno migratorio non va di pari passo con il riconoscimento dei diritti civili. Anche il 2014 si chiude con un nulla di fatto sul fronte della riforma della legge sulla cittadinanza. Nonostante le promesse del premier Renzi di una legge in aula entro l’anno, un testo condiviso non c’è ancora. Il governo ha rinnovato il suo impegno, spostando l’asticella di qualche mese, all’estate 2015, ma le associazioni temono che ci sarà una “mediazione al ribasso sui criteri del riconoscimento per arrivare a una riformicchia che scontenterà tutti”. Eppure qualche tentativo di cambiare i toni del dibattito pubblico, rimettendo al centro la persona e non solo i confini e le frontiere c’è stato.
Il 2014 è anche l’anno del film evento “Io sto con la sposa”, prodotto dal basso da oltre seimila persone con un incasso record di centomila euro. Un film che ha conquistato con un insolito white carpet il festival del cinema di Venezia e ha tentato di cambiare così il racconto del fenomeno migratorio nel nostro paese. (ec)



Operazione Triton
Raggiro europeo: i migranti finiscono in Italia
Negli accordi con Bruxelles c`era il trucco: spetta a noi soccorrere e accogliere tutti i profughi del Mediterraneo
Libero, 30-12-2014
CATERINA MANIACI C`è stata una brevissima  tregua, dovuta al maltempo  di queste ultime ore,  ma il flusso delle imbarcazioni  ricolme di clandestini provenienti dall`Africa e dal  Medio Oriente (Iraq e Siria,  soprattutto) è ormai ininterrotto  e quotidiano, anche  nei giorni delle festività.  Sbarcano a centinaia sulle  coste siciliane e devono essere  sempre salvati, ovviamente,  e portati a terra, in  Italia. L`Europa appare sempre  più lontana, nel fronteggiare  l`emergenza sbarchi.  E i centri di accoglienza sono  allo stremo, pronti a  scoppiare. Ultimo episodio  - in ordine di tempo - le proteste  scoppiate ieri al Cara  (Centri di accoglienza richiedenti  asilo) di Mineo,  in provincia di Catania, per  via della mancata concessione dei permessi di soggiorno  per motivi umanitari.  Un gruppo di nigeriani una  decina, sembra - ha dato  vita ad una violenta rissa  durante la quale hanno incendiato  un furgone della  cooperativa che gestisce il  centro e completamente distrutto  una Fiat Panda della  Croce Rossa. Alcuni hanno  anche saccheggiato l`ambulatorio  della Croce rossa e  svuotato un magazzino dove  erano custodite sigarette  e schede telefoniche. La  protesta è stata sedata dalla  polizia.
A due mesi dalla sua «partenza» oggi i risultati dell`operazione  Triton non possono  non essere etichettati  che «fallimentari». E doveva  invece rappresentare la  soluzione per fermare gli  sbarchi ed evitare nuove tragedie  in mare. Da quando è  partita la missione pianificata  di concerto con l`Unione  europea, sono approdati sulle nostre coste oltre  16.000 migranti, una media  di 8.000 al mese. E dunque  l`andamento dei flussi è rimasto  in linea con quanto  accadeva prima. I dati aggiornati  a qualche giorno fa  parlano chiaro: dal 1° gennaio  al 27 dicembre sono arrivati  169.215 stranieri, di  cui 120.150 in Sicilia. Quelli  sbarcati fino al 31 ottobre,  alla vigilia dell`entrata in vigore  di Triton, erano  153.389. Il primo obiettivo,  quindi, almeno fino a oggi,  appare completamente fallito.  E poi c`è un`altra questione.  Il piano messo a  punto nei mesi scorsi in sede Frontex prevedeva una  linea di sbarramento sistemata  a 30 miglia dalla Sicilia.  L`accordo prevede che  Malta si preoccupi esclusivamente  dei migranti soccorsi  o individuati all`interno  delle proprie acque. Il resto  riguarda l`Italia, che deve  occuparsi sia degli irregolari, sia dei richiedenti asilo  anche se l`individuazione è  stata effettuata da un mezzo  straniero. Sono invece  vietati i respingimenti: i migranti  dovranno essere  sempre portati a terra per  individuare chi ha diritto allo  status di rifugiato. Perciò,  in estrema sintesi, le operazioni  di soccorso agli immigrati  dovranno continuare,  certo non a spese dell`Europa,  e le persone soccorse  debbono essere portate in  Italia. Stiamo sempre parlando  di un`operazione di  polizia, varata per contrastare  i flussi illegali e quindi i  mezzi messi a disposizione  possono partecipare  all`attività di soccorso soltanto in casi di massima  emergenza. Il recupero in  mare rimane invece affidato  alla Guardia costiera che  può chiedere rinforzi per fare
fronte a situazioni di pericolo,  com`è naturale che avvenga.  Del resto, il governo  ha autorizzato fino al 31 dicembre  l`operazione di sicurezza  e sorveglianza dei  nostri tratti di mare, perciò  le navi possono spingersi  anche più in avanti, in caso  di richiesta d`aiuto e poi far  sbarcare i migranti nei porti  autorizzati dal ministero  dell`Interno. Morale, c`è pure  il rischio di non riuscire a  coordinare bene tutti gli interventi.
Il punto è che gli sbarchi  non si fermano, gli immigrati  arrivano in Italia e qui  si fermano e che nelle varie  Regioni l`allarme si sta diffondendo: non c`è più posto  per accoglierli. In Veneto,  ad esempio. Il prefetto di  Treviso, Maria Augusta  Marrosu, qualche giorno fa  ha dichiarato chiaro e tondo  al governo che sul territorio  trevigiano non ci sia più  posto per i 450 nuovi profughi  previsti in arrivo. Posizione  sostenuta da Luca Zaia, Luca Zaia, presidente  della Regione Veneto, il  quale ha ricordato che «abbiamo  514 mila immigrati  in Veneto, che sono più dell`11%  della popolazione,  dei quali 42 mila sono senza  lavoro. Che futuro garantiamo  a quelli che arrivano  oggi?».

 

Flussi. Via alle domande per nuovi ingressi e conversioni
Pubblicato il decreto, in palio 17.850 quote. Si fa tutto online attraverso il sito del ministero dell'Interno, ecco i moduli da utilizzare caso per caso
stranieriinitalia.it, 30-12-2014
Roma Р30 dicembre 2014 РSi aprono i flussi 2014. Il decreto che autorizza 5500 ingressi e 12350 conversioni ̬ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale e dalle 9.00 di oggi ̬ possibile presentare le domande.
Difficile che le quote vadano subito esaurite, ma chi ha già i requisiti è meglio che si muova, perchè le domande verranno lavorate secondo l'ordine d'arrivo. L'ultimo giorno utile per presentarle, salvo proroghe, sarà il 29 agosto 2015.
Come per gli anni passati, la maggior parte delle domande vanno presentate online attraverso il sito del ministero dell'Interno, da soli o con l’aiuto di patronati e associazioni di categoria. Per accedere al sistema è necessario registrarsi, poi bisogna scegliere il modello giusto da riempire:
Modelli A e B per i lavoratori di origine Italiana residenti in Argentina, Uruguay, Venezuela e Brasile,
Modello VA conversioni dei permessi di soggiorno per studio, tirocinio e/o formazione professionale in permesso di lavoro subordinato,
Modello VB conversioni dei permessi di soggiorno per lavoro stagionale in lavoro subordinato,
Modello Z conversione dei permessi di soggiorno per studio, tirocinio e/o formazione professionale in lavoro autonomo,
Modello LS conversioni dei permessi di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo rilasciati da altro Stato membro dell'UE in permesso di lavoro subordinato,
Modello LS2 conversioni dei permessi di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo rilasciati da altro Stato membro dell'UE in lavoro autonomo,
Modello LS1 richiesta di Nulla Osta al lavoro domestico per stranieri in possesso di un permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo,
Modello BPS richiesta nominativa di nulla osta riservata all'assunzione di lavoratori inseriti nei progetti speciali.
Attenzione: per l’ingresso dei lavoratori autonomi è prevista una procedura particolare, mentre per far arrivare i  lavoratori destinati all’Esposizione Universale di Milano del 2015 bisogna accedere a un'altra area riservata del sito del ministero dell'Interno.

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