Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

02 novembre 2011

I «boss comunitari» spopolano grazie alla mancata integrazione
l'Unità, 1-11-2011
Italia Razzismo
La situazione dei rifugiati e dei richiedenti asilo in Italia non è delle migliori. Abbiamo spesso parlato della mancanza di una legge organica sul diritto d’asilo, delle difficoltà nell’accoglienza, dei problemi di assistenza sanitaria. Ci sono due notizie, una buona e una cattiva, che aiutano a capire quanto sia ancora frammentato il sistema delle garanzie a favore dei migranti forzati. Iniziamo dalla cattiva. Ai richiedenti asilo, coloro ciò che hanno presentato domanda di protezione internazionale, viene rilasciato un permesso di soggiorno di sei mesi (prorogabile), in attesa che la commissione territoriale competente si esprima sulla loro richiesta. Duranti i primi sei mesi di permesso di soggiorno i richiedenti asilo non possono svolgere alcuna attività lavorativa e, proprio per questo, dovrebbe esser loro garantita tutta l’assistenza necessaria. Se la Commissione territoriale rigetta la domanda, il richiedente asilo può presentare ricorso. E qui sta il problema: quel ricorso, infatti, viene a costare quasi 300 euro. Ma queste persone, com’è evidente, spesso non se lo possono permettere.
Esistono già delle esenzioni per ricorsi in materia di immigrazione e non si capisce perché non dovrebbero essere estese a quelle categorie (come i richiedenti asilo) che proprio in forza di nostre leggi non hanno neanche la possibilità di lavorare. Tre avvocati (Arci e Associazione Arcobaleno) di Foggia hanno inviato un appello al Ministero della Giustizia affinché, anche in questi casi, sia garantita l’esenzione. E ora la bella notizia. L’agenzia del trasporto di Roma (Atac) ha stabilito che ai rifugiati politici residenti nel comune possa essere rilasciato un abbonamento gratuito per il trasporto pubblico della durata di cinque anni, rinnovabile. Ogni tanto, per fortuna, qualche cosa si muove.



Un piano per superare i conflitti nell'area più multietnica della città
Parte da via Padova la nuova integrazione che nasce dal quartiere
Obiettivo puntato su giovanni e adolescenti
la Repubblica, 2-11-2011  
ZITA DAZZI
UN PIANO per abbassare la conflittualità in via Padova e per mettere in rete comunità straniere e associazioni di quartiere, ascoltando le richieste dei Cittadini italiani e dei migranti, mettendo in circolo le diverse sensibilità ed esperienze. Un progetto che coinvolge tutti quelli che credono nella convivenza e che considerano il carattere multitenico una ricchezza e non un rischio, dalla parrocchia di san Giovanni Crisostomo alle cooperative sociali impegnate da anni per costruire la pace anche nella Strada dove un anno e mezzo fa ci fu il primo, vero episodio di rivolta razziale a Milano. È il progetto presentato sabato alla ex chiesetta del parco Trotter, polmone multiculturale della zona di Milano dove da anni è più alta la presenza di cittadini immigrati con tutto il bene e il male che questo comporta. Qui si sperimentano nuove strategie di coesione sociale, ma qui anche è più forte la presenza di bande giovanili, soprattutto latino americane, non di rado coinvolte in forme di devianza e di illegalità. Ed è proprio sui giovani e sugli adolescenti, a partire dalle scuole, che è imperniata buona parte degli interventi del progetto "Partecipazione e mediazione" finanziato per un anno con 163mila  euro da Unio- ne,Europea, Comune di Milano e ministero dell'Interno. Coordinate dall'assessorato al Decentramento e dalla zona 2, sono cmque le associazione e cooperative sociali coinvolte: Codci, Terrenuove, Comin, Tempo per l'infanzia e la parrocchia di san Giovanni Cristostomo.
Alcune delle attività preparatorie sono già iniziate nei mesi scorsi, con produzione di video e momenti di riflessione comu- ne per elaborare una strategia partendo dai bisogni espressi dalla gente. E poiché non c'è un solo intervento che può essere risolutivo di un disagio antico di anni, il progetto è articolato in otto diverse "azioni", che coinvolgeranno le associazioni del territorio ma anche gli stessi abitanti, chiamati in prima persona a essere "mediatori sociali". Ci saranno corsielaboratori, momenti artistici e teatrali, educazione alla cittadinanza e la creazione di un nuovo sito Internet, produzione di graffiti e giornate dedicate al confronto teorico.
Uno dei punti centrali del progetto sarà la realizzazione di «laboratori sulla gestione dei conflitti», inevitabile ricordan- do fatto che l'omicidio che diede il via alla rivolta del 13 febbraio 2010 fu l'esito di un banale litigio fra gang straniere alla fermata dell'autobus 56.
«Non vogliamo limitarci ai soliti corsi "usa e getta" per stranieri — spiega Massimo Conte dell'agenzia Codici, coordinatore del progetto —. Abbiamo invece studiato una pluralità di interventi che partono dalle istanze dei vari attori sociali del quartiere e li coinvolgono direttamente in attività per prevenire e fronteggiare situazioni di conflitto e disagio sociale». In contrapposizione con chi pensava di affrontare gli stessi problemi con le ronde militari e le telecamere, questo progetto punta tutto sul dialogo e il confronto, sulla partecipazione e l'espressione artística da parte di scuole, associazioni, centri di aggregazione comunali, comitati di Cittadini e comunità straniere. L'assessore al decentramento Daniela Benelli è entusiasta del progetto e pensa già a come moltiplicare l'esperienza: «Tutte le iniziative che partono dal basso nelle periferie vanno potenziate e promosse. Questo della zona 2 dovrà essere un piano pilota ed estendersi come buona pratica a tutte le altre zone, per metterle in condizione di svolgere il loro ruolo fondamentale di conoscenza e interpretazione dei bisogni, in rapporto diretto con i Cittadini e di coordinamento di tutte le azioni in campo».

Vita, sogni e lotta per i diritti dei lavoratori migranti in Cina
Nei filmato che sarà presentato oggi la vita dei lavoratori cinesi
"DREAMWORK China, i lavoratori migranti cinesi su raccontano". È intitolato cosi il documentario realizzato da Ivan Franceschini e Tommaso Facchin tra la fine dei 2010 e l'inizio del 2011 per dare un volto e una voce ai lavoratori migranti cinesi impiegati sul Delta del Fiume delle Perle, nella Cina del Sud. Ambientato qui, nella "culla" della fabbrica del mondo, il documentario è un viaggio fra i giovani lavoratori cinesi che parlano di se stessi, raccontano la vita quotidiana, le aspettative, le lotte per i diritti. Franceschini, giornalista freelance e dottorando di ricerca in lingue orientali, specializzato sulle problematiche del lavoro e del la società civile in Cina, presenterà il documentário oggi alle 16.30 al Polo di Mediazione di Sesto San Giovanni. Per maggiori informazioni: http://www.istitutoconfucio.unimi.it/. Ingresso libero.


 

 

Il calzolaio peruviano ci ha fatto le scarpe
Mestiere snobbato: a Roma le botteghe passano agli stranieri
Il Messaggero, 2-11-2011
ANDREA DI CONSOLI
ROMA - Per capire la crisi conviene guardare le scarpe che indossiamo. Ci sono infatti due novità che provengono dal mondo dei calzolai romani: la prima è che con la crisi sono sempre di più i romani che ricorrono a loro per le riparazioni (gettare scarpe rotte sta diventando sempre di più un lusso); la seconda è che la maggior parte dei calzolai, a Roma, proviene ormai  dal Perù. Nessun giovane italiano - lamentano i pochi calzolai romani supersiti- vuole più imparare   quest'antico mestiere (che pure è molto richiesto, e permette di vivere dignitosamente), e per questo motivo tanti lavoratori stranieri - che non temono sacrifici - vengono qui da noi a tenere viva una piccola fiammella della tradizione.
Felipe, un calzolaio peruviano di cinquant'anni, ha la sua bottega in via Voghera, e spiega il perché di questa crescita dei peruviani: «In totale siamo cinquanta, e abbiamo le botteghe un po' ovunque: a Tiburtina, al Vaticano, a Cinecittà. Come tutti questi miei colleghi, anche io ho fatto la scuola professionale del Don Bosco, dove tutti noi ci siamo formati una decina di anni fa». Gli chiedo se con la crisi stia aumentando la clientela. «Certo - risponde Felipe - Ora con la crisi non tutti si possono permettere di buttare le scarpe rotte, e quindi vengono da noi. Dal 2002 ad oggi la clientela è sempre aumentata. Certo, fino al 2009 facevo anche molte scarpe su misura, oggi se ne faccio due all'anno è già una fortuna. Le riparazioni, però, vanno sempre meglio, anche perché mi so accontentare con il prezzo. Non arrivo mai a più di quindici euro a riparazione. Sa, noi peruviani siamo molto cattolici».
Il controcanto a Felipe lo fa invece una vera e propria icona dei calzolai romani, Carmine Perna, che ha la bottega dal 1956 in via Tuscolana. A differenza di Felipe, Carmine è arrabbiato, perché gli italiani stanno buttando a mare una grande tradizione artigiana: «Ho imparato a fare il calzolaio da mio padre, che era venuto qui dalla provincia di Prosinone. Dal '56 lavoro undici ore al giorno, ma fra qualche giorno vedo un argentino e forse gli cedo l'attività, perché sono stanco, e perché nessuno vuole più imparare questo mestiere. Ora le racconto un fatto. L'altro giorno è venuta qui una signora con appresso un bambino di sette anni. A un certo punto, anche per scherzare, ho chiesto al bambino: piccoletto, ti piacerebbe fare il calzolaio?
La madre ha fatto una smorfia di disgusto e ha detto: non sia mai, mìo figlio deve fare l'ingegnere. Ha capito?».
Entra una cliente e chiede a Carmine quanto costa la riparazione dei mocassini del marito. «Se devo mettere la suola in gomma 18 euro, se la vuole in cuoio 35». La signora ci pensa un po' e poi dice: va bene la gomma. Uscita la signora, Carmine mi guarda e aggiunge: «Il cuoio non lo vuole più nessuno. I clienti vengono, aumentano pure con la crisi, non mi lamento, ma tutti vogliono risparmiare, e quindi è giusto che gli artigiani di vecchio stampo come me smettano di lavorare. L'Italia di oggi non fa più per noi».
Felipe ci dice che suo figlio, che ha 21 anni, è iscritto all'università, e non ne vuole sapere di stare nella bottega. «Ma quello piccolo di cinque anni vedo che è interessato, e quindi credo che lui farà il mio stesso mestiere». Il figlio di Carmine, invece, ha 41 anni, e fa l'idraulico. Ci dice: «Vuole sapere la verità? Nella mia vita ho sbagliato tutto. Da ragazzino non ci volevo mai stare nel negozio. Ancora mi mordo i gomiti di non aver fatto il calzolaio». E non potendo mordersi i gomiti si morde le nocche delle dita. Aggiunge Carmine, che sta sempre con una sigaretta in bocca e non smette di lavorare nemmeno quando parla: «Io non faccio polemiche con nessuno, ma come lavoriamo noi vecchi calzolai di una volta, questi peruviani se lo scordano. Certo, da loro si risparmia, è brava gente, non dico di no, ma l'arte calzolaia è un'altra cosa».
 
 

La tesi dell’”immigrato necessario”
Corriere della sera, 2-11-2011
Claudio Antonelli, Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
Caro Severgnini, “l’Italia ha bisogno di immigrati perché questi sono i soli oramai disposti a fare certi lavori che gli italiani, oramai, non vogliono più fare.” Ecco condensata in una semplice frase la tesi dell’”immigrato necessario, chiunque egli sia e da qualsiasi paese provenga, perché indispensabile allo sviluppo di un paese abitato da masse di vecchi ormai su un binario morto e da giovani non disposti a rimboccarsi le maniche”. Teoria solo in parte vera. Prendiamo l’esempio di Napoli e dintorni, territorio che è sovrappopolato e che, diciamolo, fa tanto “terzo mondo”. Accanto a braccianti provenienti dall’Africa o da altri continenti, che raccolgono i pomodori San Marzano, e che sono quindi utili all’economia della Campania per il periodo della raccolta, vi è un esercito di migliaia e migliaia di venditori ambulanti abusivi, giunti all’ombra del Vesuvio da ogni angolo del pianeta, che, insistenti, cercano di rifilarvi inutili paccottiglie; per non parlare degli stuoli di mendicanti e perdigiorno, di origine extracomunitaria, che importunano, intralciano, e aumentano così il caos di una città degradata, ridotta a un’ombra di ciò che fu. Forse che Napoli, già pullulante di ambulanti nostrani di ogni sorta, e già piena come un uovo di gente esperta nell’arte d’arrangiarsi – gente nata all’ombra del Vesuvio, e portata “per nascita” al disordine e alla trasgressione – aveva veramente bisogno di importare dall’Africa, dall’Europa dell’est, o dall’Asia altri venditori ambulanti, altri mendicanti e altri abusivi di ogni sorta? Con tutto il rispetto per la Caritas, per il Vaticano, e per Gian Antonio Stella (fin dicitore del mantra “Ieri eravamo noi…”), io oso dire: certamente no. Eppure è quanto è avvenuto. Purtroppo.



Campania: attivati tirocini lavorativi per gli immigrati
Stranieriin Italia, 2-11-2011
Sinergia Regione - Italialavoro. Tra le misure c'e' anche il programma Relar, finalizzato all'attivazione di tirocini formativi nei settori dell'edilizia, dell'agricoltura e del turismo per gli immigrati residenti in Campania. Finora ne sono stati richiesti 521, di cui 64 destinati a extracomunitari e 457 a cittadini comunitari.
Napoli, 2 novembre 2011- Quasi 3 mila assunzioni e oltre 2.700 tirocini attivati, molti dei quali riguardano cittadini immigrati.
E' il bilancio dei 18 mesi di attivita' di ItaliaLavoro in collaborazione con la Regione Campania.
Agli interventi predisposti dall'agenzia che fa capo al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e dalla Regione hanno aderito 3.100 imprese, il 91% delle quali hanno meno di dieci dipendenti. Il 55% dei 2.926 disoccupati assunti sono donne (1.609) e il 54% ha un'eta' compresa tra i 18 e i 32 anni. Per i quattro progetti avviati (In.La 2, Lavoro e Sviluppo 4, Ar.Co e Quadrifoglio) sono stati stanziati circa 24 milioni di euro. "L'85% di questi fondi - osserva il responsabile di ItaliaLavoro per Campania e Calabria, Michele Raccuglia - sono stati impegnati e il 70% gia' erogati".
L'assessore regionale al Lavoro, Severino Nappi, rimarca la "sinergia con il ministero per creare percorsi funzionali all'occupazione diretta e non all'assistenzialismo e al galleggiamento". Tra le misure attivate c'e' anche il programma Relar, finalizzato all'attivazione di tirocini formativi nei settori dell'edilizia, dell'agricoltura e del turismo per gli immigrati residenti in Campania. Finora ne sono stati richiesti 521, di cui 64 destinati a extracomunitari e 457 a cittadini comunitari.
"E' un'azione che si integra con le misure previste dal nostro piano 'Campania al Lavoro' e contribuisce ad arginare le quote di lavoro sommerso", spiega. Per il direttore generale del settore Immigrazione del ministero del Lavoro, Natale Forlani, "e' in atto un cambio di passo rispetto al passato. Finora ho ricevevo richieste da parte di movimenti organizzati e bacini di precariato pubblico, che hanno divorato miliardi di euro di programmazione, distorcendo l'andamento del mercato perche' non rappresentavano occupazione vera".



Favoreggiamento dell'immigrazione, 25enne e camionista in manette
Vivere Ancona, 2-11-2011
Laura Rotoloni
E' stata arrestata dalla polizia di Frontiera nel porto di Ancona, la 25ennne di origine turca insieme ad un camionista. Per loro l'accusa è di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
La giovane sarebbe stata fermata poco dopo lo sbarco di una motonave proveniente dalla Grecia, la Ellenica Spirit. Stivati nel mezzo 4 clandestini di origine afghana, di cui 2 minorenni, con documenti contraffatti.
Altri clandestini afghani, circa una cinquantina, sono stati scoperti dalla polizia di frontiera a bordo di un autotreno sbarcato dal traghetto sempre proveniente dalla Grecia. Gli immigrati viaggiavano nascosti nelle lastre di marmo e sembrerebbe che il conducente del camion non fosse a conoscenza della loro presenza a brodo, dato che era stata rilevata la piombatura del mezzo pesante. Per sicurezza ed eventuali accertamenti anche il conducente è stato arrestato.



Australia/ Barca immigrati si ribalta, 7 morti: Paese sotto choc
Roma, 2 nov. (TMNews) - E' sotto shock l'Australia, dopo la tragedia che ha portato alla morte di almeno sette persone a bordo di una barca carica di richiedenti asilo politico provenienti dall'Indonesia, che cercava di raggiungere le coste del Paese.
Almeno 57 persone, in maggioranza iraniani e afgani, sono state tratte in salvo, ma molte altre risultano a tuttora disperse. Il ministro dell'Immigrazione, Chris Bowen, ha dichiarato che le autorità sono piuttosto scettiche sulla possibilità di trovare altri superstiti.
La tragedia ha riportato alla ribalta il dibattito in Australia sul destino dei richiedenti asilo che tentano di raggiungere il Paese via mare. Il primo ministro Julia Gillard ha cercato di affrontare il problema raggiungendo un accordo con la vicina Malaysia per la valutazione di centinaia di casi. I tribunali australiani hanno però sancito l'incostituzionalità della proposta, che il capo del governo è stata dunque costretta a ritirare.



Lunigiana, tra i volontari anche i migranti da Lampedusa
Rai News, 1-11-2011
L'opera di pulitura di strade ed abitazioni dal fango in Lunigiana viene resa possibile anche grazie all'apporto di alcune decine di immigrati provenienti dagli sbarchi a Lampedusa nei mesi scorsi.
Massa Carrara, 01-11-2011 - Mentre e' graduale, anche se ancora difficile, il ritorno alla normalita' nell'erogazione dei servizi di acquedotto ed energia elettrica in Lunigiana, l'opera di pulitura di strade ed abitazioni dal fango viene resa possibile anche grazie all'apporto di alcune decine di immigrati provenienti dagli sbarchi a Lampedusa nei mesi scorsi.
E' quanto si apprende dopo la riunione di stamani dell'unita' di crisi della Regione Toscana.
Gli immigrati che si sono offerti per aiutare a spalare il fango, sono ospiti da alcuni mesi di strutture della Lunigiana. Sono richiedenti asilo e sono stati ospitati dalla Regione Toscana dopo essere provenuti da Lampedusa. In questi giorni si sono offerti per aiutare e ora sono impegnati ad Aulla con gli altri volontari.
Intanto, a una settimana dalle inondazioni risulta che l'acqua potabile viene erogata quasi ovunque sia grazie a cisterne, sia ai tratti di acquedotto tornati utilizzabili anche se ad Aulla ci sono problemi ai piani alti delle abitazioni a causa di un calo di pressione dovuto al massiccio uso di acqua per togliere il fango.
Ripristinate anche le linee principali per l'erogazione di corrente elettrica, anche se ci sono difficolta' per alcune derivazioni.
Mentre piu' problematico, emerge sempre dall'unita' di crisi, sembra il ripristino della regolare fornitura di gas metano.
Per la viabilita' il sindaco di Bagnone (Massa Carrara), Gianfranco Lazzeroni, ha firmato un'ordinanza per chiudere un ponte sulla provinciale 67, che conduce verso la montagna.
Presso Aulla, invece, si lavora per raggiungere la frazione isolata di Stadano tramite l'autostrada A15, vicina al piccolo paesino: si aspettano le autorizzazioni per destinare la corsia d'emergenza alla viabilita' locale e per raggiungere Stadano da una piazzola di servizio.
Piu' a monte, nella valle del Magra, l'unita' di crisi sta aspettando gli esiti di uno studio in corso per poter raggiungere via terra Parana, il paese isolato per una frana, che ha distrutto la strada di accesso.



Oltre un milione di immigrati in Lombardia
Rispetto al 2009 il numero degli stranieri all'interno della regione e' aumentato dell'8,4%
StranieriinItalia, 31-10-2011
Milano, 31 ottobre 2011 -  I residenti stranieri in Lombardia continuano a crescere e per la prima volta superano il milione. In aumento sia per nuovi ingressi che per le nascite. Sul fronte lavorativo si conferma, invece, una diminuzione degli immigrati occupati e per la prima volta calano anche le rimesse.
La stima arriva dall'elaborazione dei dati contenuti nel dossier statistico Immigrazione 2011.
Rispetto al 2009, il numero degli stranieri all'interno della regione e' aumentato dell'8,4%. Anche perche' le donne straniere fanno in media il doppio dei figli rispetto alle italiane e in Lombardia un neonato su tre e' partorito da una madre non italiana. Diminuiscono invece, come conseguenza alla crisi economica, gli immigrati occupati, con un calo dell'1,9% rispetto al 2009. E in controtendenza rispetto agli scorsi anni le rimesse hanno avuto una flessione del 7,2%.
''La crisi ha impoverito anche gli stranieri - ha spiegato Roberto Davanzo, direttore della Caritas Ambrosiana, ma non li ha spinti a tornare in patria o a dissuadere i propri connazionali dal raggiungerli''. Secondo Davanzo gli ultimi dati dimostrano che l'Italia e' ormai un paese strutturalmente multietnico, multiculturale e multi religioso e la Lombardia, in particolare, si trova all'avanguardia di questa trasformazione. "Prenderne atto significa allora - ha continuato - fare i conti con questa realta'.
 

 

 

Satira sull'Islam, una molotov distrugge sede del giornale francese
Il settimanale «Charlie Hebdo» aveva annunciato la pubblicazione di uno speciale sulle elezioni in Tunisia
Corriere della Sera, 2-11-2011
La pagina interna di «Charia Ebdo» MILANO - Una molotov ha distrutto la sede di Charlie Hebdo, settimanale satirico francese che aveva annunciato per il 2 novembre l'uscita di uno «speciale» dedicato alla vittoria degli islamisti di Ennahda nelle elezioni in Tunisia: «Maometto direttore responsabile di Charia Hebdo» recitava il comunicato stampa che presentava l'iniziativa. Già nel 2007 il periodico aveva suscitato un vespaio di polemiche pubblicando le vignette danesi sul profeta che avevano fatto infuriare parte del mondo islamico. Già al suo annuncio si temeva il rischio di un nuovo incidente diplomatico col mondo musulmano.
BOMBA - «Non abbiamo più un giornale , tutte le nostre attrezzature sono state distrutte», raccontano i giornalisti . Un testimone dice di aver visto che una molotov è stata lanciata attraverso una finestra dell'ufficio. E da lì è partito l'incendio. Non ci sono feriti. Violato, invece, il sito web di Charlie Hebdo: hacker hanno piazzato sull'home page un messaggio in inglese e turco.
DISUBBIDIENTI - Su «Charia Hebdo», gioco di parola sulla sharia islamica la copertina mostra Maometto che dice: «100 frustate se non stanno morendo di risate». Nelle pagine interne un editoriale, attribuito al profeta, intitolato Halal Aperitif (aperitivo halal, ovvero analcolico) e diverse vignette tra cui una che mostra Maometto con il naso rosso da clown. Disubbidendo all'assoluto divieto islamico di raffigurare il profeta. Un portavoce della rivista ha detto che lo «speciale» era motivato dal timore che la sharia possa costituire la base della legislazione post-Gheddafi in Libia. La rivista ha negato di voler mettere in atto una provocazione: «Facciamo il nostro lavoro come sempre. Non vogliamo provocare», ha spiegato il portavoce del settimanale. Nel 2007 l'allora direttore di Charlie Ebdo, Philippe Val, fu assolto da un tribunale francese dall'accusa di razzismo per aver ripubblicato le famose dodici vignette danesi su Maometto. Le caricature erano state disegnate da Kurt Westergaard e avevano suscitato un'ondata di sdegno nel mondo islamico, con scontri che provocarono diversi morti.


Gli immigrati contro la Svizzera
La Voce della Russia, 1-11-2011
Gli immigrati provenienti dai paesi musulmani chiedono di cambiare la bandiera statale della Svizzera. Molti esperti constatano che ciò può aggravare al massimo i problemi dell’immigrazione nell’Europa Occidentale, dove già ora sta aumentando l’incidenza dei partiti di destra.
I musulmani svizzeri hanno ritenuto che la croce bianca su sfondo rosso costituisca un’offesa per loro poiché non confessano la religione cristiana. Ed hanno proposto che la bandiera statale della Svizzera sia verde-giallo-rossa – così come era circa duecento anni fa.  In precedenza volevano farsi autorizzare dalle autorità svizzere ad integrare le moschee in funzione con minareti, ma avevano ricevuto il rifiuto. L’attuale iniziativa di cambiare la bandiera svizzera pare più assurda, a quanto sembra non riflette i reali umori tra gli immigrati. Semplicemente ci sono delle forze che stanno provocando intenzionalmente gli svizzeri,- ha detto nella sua intervista a “La Voce della Russia”  Vladislav Belov, esperto di problemi dell’Europa Occidentale:
È un atto provocatorio che sta inscenando un determinato gruppo di immigrati, o meglio, la parte musulmana della popolazione sia della Svizzera che di altri paesi. Atto che offre al Partito Popolare di estrema Destra, che il 23 ottobre ha ottenuto la maggioranza di voti alle elezioni alla Camera Bassa del Parlamento, la possibilità di indicare ai cittadini del paese che i musulmani sono un elemento eterogeneo nella Confederazione Svizzera.
Attualmente l’Europa per molti motivi non è ancora pronta a fermare l’immigrazione. Innanzitutto perché  la regione ha bisogno di forza di lavoro. Ma i rapporti tra i paesi e gli immigrati possono essere regolati,-  ha sottolineato l’esperto russo di problemi della Francia Yuri Rubinsky:
La situazione demografica in Europa la costringe ad importare la forza di lavoro dalle regioni del mondo ad alta natalità. Ossia in prospettiva verso la metà di questo secolo in Europa la carenza di mano d’opera può raggiungere un livello di decine di milioni di persone. Il regolamento dei flussi d’immigrazione è diventato oggetto di disposizioni legislative in tutti i paesi. Attualmente il problema rimane aperto a livello dell’Ue.
Ma in molti paesi europei  stanno sempre più prendendo terreno i conservatori e anche i nazionalisti. Un quarto del Parlamento svizzero sono rappresentanti del Partito Popolare che chiede di limitare l’immigrazione. Alle elezioni più recenti in Francia, Finlandia, Germania, Austria, Polonia i partiti di destra hanno ottenuto un notevole numero di voti degli elettori. L’Europa, un tempo tollerante, ora si oppone sempre più attivamente agli immigrati. Uno degli esempi più recenti ne è un gravissimo conflitto scoppiato sull’isola Lampedusa  dove sono arrivati in modo clandestino più di venti mila profughi provenienti dalla Libia e dalla Tunisia, investite dalle rivoluzioni.  I paesi dell’Ue per la prima volta si sono rifiuti in modo categorico di ospitare i rifugiati sul proprio territorio.

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Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
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