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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri
Qualcosa di giallo
1 marzo, sciopero degli stranieri: in piazza per i diritti e contro il razzismo
Coinvolte 60 città italiane

Roma - (Adnkronos/Ign) - In cielo migliaia di palloncini gialli, a Roma la manifestazione nazionale. Franceschini: ''Nuovi italiani che rendono più bella l'Italia''. Damiano: ''Mobilitazione è grande segno di civiltà''. D'Onofrio: ''Iniziativa di grande rilievo''

Roma, 1 mar. (Adnkronos/Ign) - E' il giallo il colore scelto per il primo sciopero nazionale dei lavoratori stranieri, 4,8 milioni quelli presenti in Italia. Per l'occasione diverse piazze hanno assunto i colori della protesta, 60 lungo tutto lo Stivale, a partire dalla Capitale dove un corteo animato dall'associazionismo, dai sindacati e dagli immigrati è confluito questo pomeriggio a Piazza Vittorio Emanuele dove è stato allestito un palco per urlare a gran voce i diritti, troppo spesso soffocati, dei lavoratori stranieri e per dire 'no' al razzismo. La manifestazione, che ha animato un corteo lungo le vie del centro, si è conclusa con un simbolico lancio in aria di palloncini gialli.

Gli organizzatori del 'Comitato Primo Marzo' hanno preso a modello quanto fatto in Francia, uno sciopero solo simbolico ma che vuol far comprendere agli italiani quanto importante sia l'apporto degli stranieri nella vita del Paese. E per denunciare una crescente distanza, quella tra italiani e immigrati, che secondo gli organizzatori è stata evidenziata dagli scontri di Rosarno.

''L'Iniziativa nasce all'indomani dei fatti di Rosarno, le coscienze del movimento anti-razzista italiano si sono svegliate'', sottolinea Angela Scalzo, segretario generale di Sos Razzismo Italia. ''Insieme abbiamo creato un movimento che ha dato vita alla 'Primavera anti razzista' all'interno della quale sono affluiti gli associazionismi immigrati e italiano oltre ai sindacati. Noi manifestiamo contro una legislazione discriminatoria com'è quella italiana''.

''Come Sos Razzismo - spiega Scalzo - abbiamo creato un manifesto chiedendo al mondo della società civile di aderire, a partire da Saviano e Dario Fo oltre a Oliviero Toscani, e abbiamo creato sul web una raccolta di firme online, 'Non toccate il mio amico', che in due giorni ha ricevuto oltre 2.500 iscritti. Per quanto riguarda la manifestazione sono un po' delusa, non per gli immigrati che lavorando in nero difficilmente avrebbero potuto partecipare, mi dispiace non vedere gli italiani solidali''.

"Qui in piazza Vittorio, allo sciopero degli immigrati, colori, musica, entusiasmo, valori. Sono nuovi italiani che rendono più bella l'Italia" ha 'postato' su Twitter Dario Franceschini, il capogruppo Pd alla Camera mentre prendeva parte alla manifestazione nazionale a Roma.

Presente, tra gli altri, la presidente del Forum Immigrazione del partito Livia Turco. ''Quella di oggi è una giornata importante - ha dichiarato la Turco - Insieme in tutta Italia italiani e stranieri per dire no al razzismo e sì a una nuova e più civile convivenza. Abbiamo combattuto con fermezza contro la legge Bossi-Fini prima e poi contro i provvedimenti voluti da Maroni poi, per questo oggi e nei giorni a venire saremo a fianco dei cittadini italiani e stranieri per chiedere una svolta nelle politiche dell'immigrazione e dell'integrazione''.

Da parte sua Cesare Damiano, del Pd, ha osservato che "la mobilitazione dei lavoratori immigrati è un grande segno di civiltà del lavoro e una risposta democratica ai fatti di Rosarno. Questo ci rafforza nell'idea di dover continuare a combattere contro il lavoro nero che è fonte di ingiustizia sociale, di aumento dei rischi di infortunio e di concorrenza sleale tra le imprese".

E di ''iniziativa culturale di grande rilievo'' ha parlato anche Francesco D'Onofrio dell'Udc, perché, spiega, ''si può ritenere che questo movimento del primo marzo finirà con l'assumere un significato simbolico, come è avvenuto in passato per il primo maggio in riferimento al lavoro e per l'8 marzo in riferimento alle donne".

Immigrati in sciopero «Fate 24 ore senza noi»
LA PROTESTA. In molte città italiane si sono formati dei cortei, anche con 20mila partecipanti
In tutta Italia sono scesi in piazza per rivendicare diritti e dignità Il 9,5% del Pil è generato da loro Coldiretti: vitali per l'agricoltura
ROMA
«24 ore senza di noi». È il primo sciopero nazionale degli immigrati che lavorano in Italia, quello andato in scena ieri, nel nostro Paese e in mezza Europa. La mobilitazione ha portato in primo piano gli «invisibili», quei quasi cinque milioni di persone che si impegnano nelle fabbriche del Nord, si dedicano all'edilizia o raccolgono i frutti delle campagne del Sud. 60 le piazze in cui si sono svolte le manifestazioni per «sostenere l'importanza dell'immigrazione per la tenuta socio-economica del Paese», ha sottolineato Francesca Terzoni, portavoce nazionale del comitato «Primo Marzo 2010» che ha dato il via a «Una giornata senza immigrati».
Dal pranzo etnico offerto a Varese agli agenti della polizia penitenziaria, alla cancellazione delle scritte razziste sui muri a Trieste, fino alle lezioni di lingua straniera in piazza offerte a Milano. A Roma, dalle 17, il corteo delle reti antirazziste si è snodato da Porta Maggiore fino a piazza Esquilino e a piazza Vittorio Emanuele, con la manifestazione indetta dal comitato primo marzo e l'esibizione dell'Orchestra multietnica di Piazza Vittorio.
A Milano il corteo ha toccato con striscioni mirati tre luoghi significativi per la vita degli immigrati: la Questura («Permesso di soggiorno per tutti. Tempi di rinnovo più rapidi»), Tribunale («Migrare non è reato») e Via Corelli («Basta silenzi. Chiudiamo i centri di identificazione ed espulsione»).
A Palermo appuntamento in piazza Bolognini, a Genova alla commenda del Prè; a Brescia giornata di mobilitazione in piazza della Loggia. Corteo anche a Napoli, con oltre 20mila lavoratori. Senza immigrati, ha ammonito Coldiretti, non sarebbe possibile la produzione di tante eccellenze del «Made in Italy» alimentare. «Il 9,5 % del Pil è direttamente o indirettamente legato all'immigrazione», ha notato invece il direttore della Camera nazionale dell'Artigianato di Roma, Lorenzo Tagliavanti.
Il Giornale di Vicenza, 02 marzo 2010.



Un'idea nata in Francia e rimbalzata in Italia attraverso il web, cortei nelle città per lanciare una provocazione: come sarebbe la vita senza stranieri?

ELENA LISA
TORINO - La Stampa 2.3.2010
Lo chiamano il popolo giallo, ma la fierezza della sua gente sta nell’essere meticcio. Giallo è il colore scelto per celebrare la prima giornata di sciopero nazionale dagli immigrati, una tinta svincolata dai partiti che nel linguaggio cromatico significa cambiamento. Meticcia la razza della maggior parte delle persone, stranieri «2G», di seconda generazione, che ieri hanno «occupato» sessanta piazze per ribadire l’urgenza di un riconoscimento dei loro diritti.

Colf, imprenditori, badanti, pizzaioli, studenti, lavavetri, meccanici, camerieri, baby sitter dalle origini africane, asiatiche, latino-americane, ma anche molti italiani, sono stati i protagonisti di un lunghissimo «serpentone» giallo che ha colorato l’Italia da Nord a Sud. Decine e decine di migliaia di persone hanno aderito all’iniziativa del comitato «Primo Marzo 2010» ricalcando la protesta francese «24 heures sans nous»: ventimila in piazza a a Napoli, diecimila a Brescia, quindicimila a Milano, pochi meno a Torino, un migliaio a Bari, oltre ventimila nella capitale. L’Italia degli immigrati, ieri, si è fermata per un giorno.

L’associazionismo
Una «protesta», quella dell’onda gialla, che non è passata inosservata. Ne hanno condiviso forma e contenuti Legambiente e Coldiretti, Emergency e Acli. E l’interesse della politica è stato bipartisan. Gianfranco Fini, in particolare, è intervenuto sul fronte dei diritti: «Riconoscere la cittadinanza ai giovani stranieri nati qui o arrivati molto piccoli - ha detto il Presidente della Camera durante un incontro, a Roma, con ragazzi di origine straniera - è un ordinario esercizio di civiltà». Voce fuori dal coro la Lega Nord, che ha organizzato per oggi una contromanifestazione a Sesto San Giovanni. Una presa di posizione che non scalfisce la soddisfazione degli organizzatori: «È stato un grande movimento pacifico, nato spontaneamente con un tam tam sul web - dice Francesca Terzoni, portavoce nazionale del Comitato Primo Marzo - un successo del genere era inimmaginabile».

Il flop parigino
Un risultato diverso da quello francese, dove all’Hotel de Ville di Parigi c’erano poche centinaia di persone a riunirsi dietro un manifesto dal titolo incisivo: «Siamo tutti immigrati» ed alle foto di alcuni personaggi ben noti: Yves Montand, Michel Platini e l’umorista Coluche. Manifestazioni, senza grandi folle, si sono svolte a Marsiglia, Tolosa e a Lille. «Quantificare la nostra azione? Difficile - spiega Peggy Derder, vice presidente del collettivo che ha promosso la rivolta - ma questo movimento ha avuto un impatto qualitativo sulla società francese e ha contribuito una volta di più a modificare le idee tarlate sull’immigrazione».

Internet
«Riconosceteci il merito di aver messo in contatto mondi diversi», aggiunge la presidente del Comitato, la giovane franco-marocchina Nadia Lamarki. E’ stata lei, alcuni mesi fa, a lanciare lo sciopero fuori dalla Francia, usando Facebook.

In Italia è stato un successo. Un contatto tra mondi reso possibile da «navigatori» tra culture: gli stranieri di seconda generazione che vivono a metà tra gli usi delle terre d’origine e quelle che hanno conosciuto in Italia facendole loro. Nelle strade e nelle piazze, dopo il lancio simbolico dei palloncini gialli, a raccontare l’incontro tra tradizioni e costumi differenti alcuni slogan degli immigrati: «No al razzismo, questa è anche casa nostra», «Migrare non è reato» e altri scritti dagli italiani: «Aderisco alla manifestazione perché oggi essere contro una società multiculturale è come vivere in Alaska ed essere contro la neve».




L’onda gialla è degli stranieri, ma scioperano gli italiani
di Redazione
Il Giornale 2.3.2010
Immigrati in marcia in oltre 60 piazze, al fianco di molti italiani, nell’onda gialla che oggi ha attraversato il Paese in occasione del primo sciopero «made in Italy» della categoria. Decine e decine di migliaia hanno partecipato pacificamente alle manifestazioni e ai cortei, tutti con addosso qualcosa di giallo, il colore della protesta: un braccialetto, un nastrino, un fazzoletto. L’iniziativa nata sul web per iniziativa del Comitato «Primo marzo 2010», sul modello francese, ha ricevuto consensi bipartisan: unica voce fuori dal coro quella della Lega Nord.
Tante le adesioni alla «24 ore senza di noi», voluta per riaffermare il ruolo degli immigrati nell’economia nazionale: da Amnesty all’Arci, da Legambiente alle Acli, a Emergency. E poi i partiti, il Pd, l’Idv, il Pdci, Rifondazione comunista. L’astensione dal lavoro dei migranti non è stata solo simbolica ma ha interessato anche i regolari. C’è chi ha direttamente informato il datore di lavoro dell’adesione allo sciopero. Uno striscione giallo con la scritta «Migrare non è reato» ha aperto il corteo a Milano, duemila partecipanti. Ventimila al corteo a Napoli (dove è stato aggredito l’assessore comunale Giulio Ricci da «frange estremiste di disoccupati», ha denunciato il sindaco) che si è concluso a Piazza Plebiscito con musica e rappresentazioni teatrali. Diecimila in piazza a Brescia per iniziativa della Fiom-Cgil. Alla sede Inps di Roma, una cinquantina di immigrati ha protestato per il riconoscimento dei contributi previdenziali di cui non godono se lasciano il Paese.
Nella capitale, il corteo (vi ha partecipato anche Dario Franceschini, capogruppo Pd alla Camera) è stato aperto da una delegazione di stranieri di Rosarno, con uno striscione «Troppa intolleranza, nessun diritto». Un migliaio i manifestanti a Bari con manifesti «Sono una persona, non un documento». Riconoscimento al lavoro degli immigrati è giunto dalla Coldiretti: «Sono determinanti, senza di loro non sarebbe possibile la produzione di numerose eccellenze del made in Italy alimentare», dalla raccolta delle mele della Val di Non alla mungitura delle mucche per il Parmigiano Reggiano, dalla vendemmia dei vini Doc alla cura dei greggi per il pecorino romano. Sostegno alla mobilitazione anche da Renata Polverini, candidata alla presidenza Regione Lazio per il Pdl. Mentre «è una manifestazione senza senso, che non aiuta l’integrazione» per Mara Bizzotto, europarlamentare leghista.


Primo marzo
A Genova il paese che cresce
Un fiume di gente. Alle sei di sera non era immaginabile. Alla Commenda sembrava ci fossero i soliti. Quei genovesi testardi che alle manifestazioni di piazza “in difesa di” testimoniano la loro esistenza politica, immigrati e genovesi stranieri insieme. E poi bambini, palloncini gialli ad incorniciare gli interventi al microfono prima di partire in manifestazione. Poi il corteo, avanzando verso il centro, si è riempito e le persone si sono aggiunte una dopo l’altra unendosi ai soliti. Quelle persone parlavano tutte la stessa lingua (galleria di immagini).
Il fiume, dietro ad uno striscione, non si poteva quantificare, ma il corpo percepiva fisicamente di farne parte. E se l’Italia che vogliamo è multietnica, ed è terra di diritti, lunedì 1 marzo a Genova quell’Italia è scesa nelle strade e si è presa le sue ore di libertà. Libertà di pensiero, di espressione, di incontro, di politica. Le ore di quella manifestazione sono le ore d’aria che chi era in quel corteo ha concesso a se stesso per testimoniare l’esistenza di un’Italia migliore, profondamente diversa da quella che ci viene propinata tutti i giorni. E’ il paese che cresce, nonostante tutto, esattamente come è cresciuto quel corteo. Bellissimo vederlo nascere e sapere quanta energia lo sostiene.
(g.p.)
Newsletter Oli, n. 251, 2 marzo 2010


Immigrati, il giorno della protesta
da Milano a Napoli, migliaia in corteo

di Vladimiro Polchi

La Repubblica 2.3.2010

Il corteo degli immigrati a Napoli, la manifestazione più affollata
ROMA - "Non siamo criminali, non siamo clandestini, ecco a voi i nuovi cittadini". Lo slogan parte dal centro di Milano, rimbalza a Roma e arriva a Rosarno. Viaggia sull'onda dei tamburi delle tante manifestazioni di questo "Primo marzo. Una giornata senza di noi". Sessanta città italiane, 50mila membri su Facebook, decine di migliaia di cittadini italiani e stranieri in piazza per partecipare all'iniziativa "24 ore senza di noi", promossa contro il razzismo e per i diritti dei quasi 5 milioni di cittadini di origine straniera che vivono e lavorano in Italia.

Il corteo più grande è quello di Napoli dove a sfilare sono quasi in 20mila. In piazza le maggiori comunità straniere, dal Bangladesh al Burkina Faso, dal Marocco al Senegal. In contemporanea altre manifestazioni occupano le strade delle città francesi, spagnole e greche.

A Roma, con Legambiente centinaia di rifugiati e richiedenti asilo insieme ai volontari hanno ripulito il parco di Colle Oppio. Un gruppo di immigrati ha manifestato sotto la sede dell'Inps, chiedendo che vengano restituiti ai lavoratori stranieri che decidono di tornare in patria i contributi versati per gli anni lavorati in Italia. In testa al corteo del pomeriggio ci sono gli immigrati di Rosarno. Mentre un maxi-divieto di accesso, con sotto
la scritta "Eccetto per gli studenti bianchi, ricchi e italiani" è lo striscione esposto davanti alla sede del ministero dell'Istruzione, da alcuni studenti universitari dei collettivi durante un blitz sulle scale dell'edificio.

A centinaia hanno sfilato anche per le vie di Milano: "Basta razzismo, siamo i nuovi cittadini, le vostre pensioni le paghiamo noi". E' uno degli slogan gridati nel corso del corteo. Racconta Emanuel, 34 anni del Camerun, dipendente di un grande albergo: "Sono a Milano da sei anni e da sei anni in metropolitana vengo guardato con disprezzo. I motivi di questa manifestazione sono tanti, il punto è che non veniamo considerati come cittadini".


Il giallo è il colore della giornata di "sciopero" degli immigrati. Ad Ancona la manifestazione è culminata in un comizio in piazza Rona. Alexandre Rossi, brasiliano con cittadinanza italiana, referente del comitato Primo marzo ha denunciato la politica di non gestione del fenomeno migratorio seguita dal governo: "Si vogliono cacciare gli stranieri quando il 20% della ricchezza del Paese viene proprio dal contributo dei lavoratori extracomunitari".

In giro per Trieste a cercare scritte razziste sui muri per cancellarle: è invece l'iniziativa promossa, nel capoluogo giuliano, in occasione dello sciopero degli immigrati.

La giornata è stata anche occasione di denuncia. A Caserta i giovani del centro sociale Insurgencia hanno mostrato un video al direttore generale dell'Azienda trasporto pubblico, nel quale si vede che molti autisti dei mezzi pubblici, su alcune linee, in particolare la M1N, la M1B e M4, non effettuano le fermate lungo il percorso se in attesa ci sono solo immigrati.

A Perugia il corteo - composto in gran parte da immigrati - è partito da piazza Italia, ha percorso corso Vannucci e in piazza IV Novembre si è svolta la manifestazione conclusiva. Presente, fra gli altri, il sindaco Wladimiro Boccali. Molti gli striscioni e i cartelli con frasi come: "No al razzismo istituzionale", "Italiani e migranti per una nuova cittadinanza", "Troppa intelligenza nessun diritto", "Siamo tutti cittadini".

Per il vescovo di Terni, mons. Vincenzo Paglia, lo sciopero è "una manifestazione particolarmente significativa, perché mostra quella indispensabile integrazione o convivenza che semina il futuro della nostra società".

Intanto la Lega Nord ha deciso di organizzare per domani, a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano, una contromanifestazione in risposta allo sciopero di oggi proclamato dagli immigrati.
Lunedì primo marzo, il corteo pacifico per le strade del capoluogo ligure. Il video di Sergio Gibellini
GENOVA, 2 MARZO 2010

Lunedì primo marzo 2010 in molte città d'Europa si è svolto lo sciopero dei lavoratori migranti per la rivendicazione dei diritti civili e per costituire un gruppo misto che pervada la società a tutti i livelli contro ogni forma di razzismo.
Vi proponiamo il video girato a Genova da Sergio Gibellini. C'erano migliaia di stranieri, ma anche tanti italiani nel corteo pacifico partito dalla Commenda di Prè per concludersi in piazza Matteotti. Tanta musica, tanti palloncini gialli, tante parole per ribadire i diritti di tutti.

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