Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

Menù

 

"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

06 luglio 2011

 

SUDAN
Battello in fiamme, annegano in 197 Erano diretti in Arabia Saudita
la Repubblica, 06-07-2011
L'imbarcazione era salpata dal Sudan. A bordo migranti provenienti da vari Paesi limitrofi. Tre sono stati tratti in salvo. L'incendio sul barcone si è sviluppato poco dopo la partenza, nel Mar Rosso, ancora nelle acque territorialiKHARTOUM - Sono morti mentre cercavano di raggiungere illegalmente le coste dell'Arabia Saudita. Circa duecento migranti, partiti dal Sudan, non ce l'hanno fatta e sono annegati nel Mar Rosso a causa di un incendio che si è sviluppato sul loro battello. Solo tre sono stati tratti in salvo dai soccorsi.
A diffondere la notizia è stato il Centro dei media sudanese che ha citato fonti ufficiali: "Centonovantasette persone che venivano dai Paesi vicini al Sudan, sono annegate nel Mar Rosso, nelle acque territoriali sudanesi, dopo un incendio al loro barcone. L'imbarcazione li stava trasportando illegalmente in direzione dell'Arabia Saudita", ha precisato l'agenzia di stampa. In fuga dalla guerra nel loro Paese, i rifugiati somali provano spesso a dirigersi verso le coste arabe. La maggior parte di loro arriva per lo più nello Yemen, vicino alla Somalia.
Le cause del rogo non sono ancora note. Il barcone, battente bandiera cubana, era di proprietà di quattro yemeniti che sono stati arrestati. Era partito da Tokar, a 150 chilometri a sud da Port Sudan, nei pressi del confine con l'Eritrea. Le autorità sudanesi erano riuscite a bloccare la partenza di un'altra imbarcazione con a bordo 247 migranti.
 
 
 
EMERGENZA MINORI A LAMPEDUSA. CONVENZIONI VIOLATE
il manifesto, 06-07-2011
Raffaele K. Salinari
La «guerra costituente» della Nato in Libia, non si limita solo alla violazione continua ed alla conseguente riscrittura, a suon di bombe, di tutte le norme internazionali in materia di aiuti umanitari, ma crea un'ampia zona di fall-out sulle politiche delle nazioni che vi partecipano. Nel caso italiano è emblematica la gestione dei minori stranieri non accompagnati che sono trattenuti nei Cie di Lampedusa. I dati che riportiamo qui di seguito vengono da una relazione circostanziata, già consegnata al Parlamento, dato che da qualche tempo cerchiamo di dare a questi minori assistenza legale, per informarli dei loro diritti ma, soprattutto, per farli sentire meno soli in un mondo di ostilità ed isolamento crescente che spes¬so li getta nella più profonda disperazione. La prima questione da affrontare è certamente quella delle loro condizioni materiali di vita. Nella sola Base Loran, ve ne sono oltre 260, quando la capienza massima della struttura è di 180.I minori sono presenti alla Base anche da 30/35 giorni, non sono affidati a nessuno e dunque si trovano in un «limbo»giuridico, che apre la strada a nuove leggi restrittive ed in palese contrasto con le normative vigenti. Questi minori, sono in pratica detenuti perché non possono uscire dalla struttura (quando un minore rifugiato non può essere privato della libertà) e comunque privi di uno status giuridico chiaro. Non riescono a comunicare con l'esterno, perché non ci sono cabine telefoniche; vengono distribuite schede telefoniche da 5 euro ogni l0gg ma i telefoni cellulari sono pochissi¬mi e le code non permettono a tutti sempre di parlare. In Contrada Imbricola, invece, sono poco più di 80, divisi principalmente in due con-tainer; a nessuno di loro è mai stato notificato alcun decreto di trattenimento o espulsione, né ciò potrebbe avvenire essendo non espellibili per la Convenzione Onu sui diritti dei minori, e per nessuno di loro è mai stata svolta alcuna udienza di convalida. Questi ragazzini sono di fatto privati da molti giorni (alcuni da oltre un mese) della libertà personale in palese violazione dell'art. 13 Costituzione, nonché della Convenzione Onu, senza alcun provvedimento scritto né alcuna convalida giudiziaria. La situazione personale di ognuno di loro è di estrema mortificazione: nessuno dei ragazzi comprende il motivo di questa detenzione; si colpevolizzano, perché credono di avere commesso un reato e non sanno qual è il loro destino. Ci chiedono insistentemente di dire loro quando usciranno e dove andranno. Allo stato di abbandono giuridico si accompagna uno stato di degrado ambientale: dormono in stanze dai muri sporchi e sbrecciati su materassi coperti, quando va bene, da lenzuola di plastica. I bagni sono luridi, in particolare quelli di Contrada Imbriacola, dove sono interni alle stanze da letto. È chiaro che in queste condizioni si manifestino sempre più frequentemente casi di autolesionismo. «Stiamo ravvisando nella maggior parte di loro uno stato di precario equilibrio, soprattutto psicologico ed emotivo», ha evidenziato Federica Giannotta, responsabile Diritti dei minori di Terre des Hommes, aggiungendo: «È di questi giorni la notizia che alcuni minori hanno commesso atti autolesionistici molto gravi che li hanno portati anche a rischiare la vita».
La difficoltà per l'Italia di reperire un numero corrispondente di posti in strutture di accoglienza adeguate non è in dubbio, Pare siano molti, infatti, i Comuni che stanno rispondendo all'appello. Ciò che però impedisce una fluida procedura di trasferimento e accoglienza dei minori nelle città italiane è l'insicurezza che i comuni hanno di vedersi sostenuti nelle spese cui dovranno incorrere per l'accoglienza opportuna di questi minori. Solo che a pagarne il prezzo sono oltre 300 minori, privi di tutela. Presidente Terre des Hommes
 
 
 
Tratta di clandestini verso il Nord Bologna era lo snodo del traffico
La polizia ha bloccato un'organizzazione che faceva arrivare in Italia immigrati per poi portarli in altri Paesi
Corriere della sera, 06-07-2011
Maxi operazione della polizia contro l'immigrazione clandestina e il traffico di immigrati: decine gli arresti in tutta Italia, nei confronti di appartenenti ad un'organizzazione criminale che ha fatto arrivare clandestinamente in Italia migliaia di migranti per poi trasferirli in altri Paesi europei. E Bologna era lo snodo principale del traffico per gli immigrati diretti verso il nord.
Le indagini, avviate a maggio del 2010, sono state condotte dal Servizio centrale operativo (Sco) e dalle squadre mobili di Lecce, Bologna e Ravenna, sotto il coordinamento della Direzione nazionale antimafia e dalle procure di Bologna e Lecce.
Le squadre Mobili di Bologna e Ravenna la scorsa notte hanno eseguito 13 ordinanze di custodia cautelare in carcere e quattro fermi, nell'ambito di quella che è stata chiamata «Operazione Ropax», nei confronti di altrettanti afgani per associazione a delinquere aggravata dalla transnazionalità del reato e finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. I provvedimenti sono stati eseguiti a Bologna, Ascoli Piceno, Milano, Roma e Teramo. Il personale delle squadre Mobili di Bologna e Ravenna, in collaborazione con i colleghi di Lecce, ha inoltre eseguito 18 ordinanze di custodia cautelare emesse nell'ambito di un procedimento penale connesso a carico di altri stranieri, dediti in Italia e all'estero allo «smuggling», il trasporto clandestino di persone.
La complessa attività investigativa, durata più di un anno, ha permesso di scoprire come i migranti - attraverso referenti in Turchia, Libia ed Egitto - raggiungevano le coste italiane con imbarcazioni di medie dimensioni con cui sbarcavano in Puglia, Sicilia e Calabria, oppure con una tappa forzata in Grecia, dove venivano imbarcati su traghetti di linea diretti in Italia (ai porti di Ravenna, Ancona o Bari, anche all'interno di trailer). Gli immigrati, nei loro viaggi, erano «in costante pericolo di vita». Una volta sbarcati, trovavano una capillare rete di connazionali che si adoperava per ospitarli in abitazioni e consentire l'organizzazione del viaggio in piccoli gruppi. Il trasporto attraverso l'Italia fino al confine tedesco o francese avveniva con auto e pullmini noleggiati, oppure tramite Tir e treni. Per questo, sottolinea la polizia, Bologna diventava lo snodo principale per chi era diretto verso il Nord Europa. (fonte Ansa)
 
 
 
IMMIGRATI: ARRESTI PER TRATTA, 3 MILA EURO PER VENIRE A ROMA
AGI) - Roma, 6 lug. - Per due anni hanno estorto 3 mila euro a ciascuno dei circa cento immigrati, prevalentemente di origine filippina e cinese, fatti arrivare a Roma simulando documentazioni alloggiative e rapporti di lavoro inesistenti, per ottenere la sanatoria per colf e badanti o il rilascio e il rinnovo dei permessi di soggiorno per ricongiungimento familiare. Mille euro finivano nelle tasche dei complici, per lo piu' anziani, che attestavano la falsa accoglienza o il finto rapporto di lavoro; i restanti duemila euro venivano trattenuti dall'organizzazione che faceva capo ad una regolare agenzia di via Varese che forniva servizi agli immigrati, intestata a Antonio Fiordeliza Lionello, filippina, ai vertici di un sodalizio criminale insieme alle sorelle Manuela e Antonella Marinuzzi. Sono 15 le persone arrestate all'alba, 8 in carcere e 7 ai domiciliari - cui si aggiungono 4 persone con obbligo di firma e 140 indagati a piede libero - nell'ambito dell'indagine condotta dal commissariato S. Paolo, diretto da Luigi De Angelis, e coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Roma, Barbara Zuin, con la collaborazione del dirigente dell'ufficio immigrazione della Questura della capitale Maurizio Improta. L'accusa e' di associazione a delinquere finalizzata all'ingresso di clandestini sul territorio nazionale. "Le indagini sono partite dalle segnalazioni della Asl Roma D - ha spiegato De Angelis durante una conferenza in Questura - che ci indicavano insolite e frequenti richieste di certificati di idoneita' abitativa. Sono scattati i pedinamenti delle persone segnalate, attraverso le quali siamo risaliti all'organizzazione". I membri della quale si occupavano sia del "reclutamento" delle persone anziane complici, sia di agganciare, nei pressi della Prefettura, gli immigrati cui garantivano l'arrivo dei loro parenti in Italia dai paesi di origine. L'agenzia emetteva poi fatture di comodo (da 150-180 euro, invece dei 3 mila effettivamente richiesti) per la gestione di regolari pratiche burocratiche. Sono un centinaio, finora, gli immigrati che risultano giunti a Roma con questo sistema, "ma ora inizia il lavoro sugli oltre 8 mila documenti sequestrati", ha precisato ancora il dirigente De Angelis. Al telefono gli arrestati parlavano in codice, mediante un cifrario interpretato dagli investigatori intercettando le conversazioni e poi verificando quali azioni seguivano alle telefonate: il termine "ova" significava 100 euro, "andare a prendere un caffe'" equivaleva a un appuntamento per concordare le pratiche. (AGI) rmh
 
 
 
CLANDESTINI SALUTE VIETATA
l'Unità, 06-07-2011
Igiaba Sciego
Il 15 giugno ho partecipato a Viterbo ad un seminario congiunto ONS - GlSCi-PIO dal titolo suggestivo: "Immigrati e screening in Italia". Il seminario si proponeva di riflettere sull'uso dei servizi sanitari da parte dei migranti e in particolare l'adesione o meno agli screening. Il discorso prevenzione è un discorso delicato sia per gli italiani sia per i migranti. Purtroppo molte persone preferiscono accostarsi alle strutture sanitarie solo in caso estremi, quando la malattia è chiara e conclamata.
Da alcune ricerche che sono state effettuate dall'Istat la popolazione migrante risulta essere più sana della popolazione autoctona perché più giovane. Inoltre in Italia un migrante regolare ha accesso alle cure senza nessuna restrizione. Però il discorso della prevenzione non è ancora acquisito per gran parte della popolazione migrante. Per fare il classico esempio del pap test l'adesione delle donne straniere è più basso di quello delle donne italiane. Questo poi porta ad una più alta incidenza dell'Hpv, il virus responsabile di gran parte dei carcinomi cervicali. Sono molte le cause di questa disattenzione. Le lettere di invito spesso sono scritte solo in italiano e poi non tutti hanno seguito un percorso di prevenzione nel paese d'origine. Molte strutture sanitarie si sono oggi attrezzate con bollettini, inviti plurilingue e molte strutture usano attivamente i mediatori culturali. Subentrano anche altri fattori al mancato screening: la vergogna o il timore di essere allontanati dalla società. Invece per gli irregolari il discorso sulla prevenzione è nullo. Le condizioni di irregolarità non aiutano la salute. I dottori possono intervenire solo nel caso di una patologia conclamata.*:*
 
 
 
Ragusa quinta provincia in Italia per il rischio di conflittualità sociale
L´occupazione stanziale in agricoltura attenua i conflitti, condizione abitativa precaria
Corriere di Ragusa, 06-07-2011
Duccio Gennaro
Ragusa è una provincia ad alto rischio di conflittualità sociale rispetto al rapporto tra comunità locale e straniera. La provincia iblea è al quinto posto nella speciale classifica nazionale elaborata dall’Istituto ricerche economiche e sociali, Ires, in collaborazione con la Cgil. Ragusa è infatti preceduta solo da provincie molto «calde» quali Caserta, Crotone, Napoli e Siracusa. Ragusa inoltre è al secondo posto per il peggior indice di qualità d´insediamento della popolazione immigrata e al terzo in quello relativo alla qualità sociale, che tiene in considerazione i servizi a disposizione, abitativi e non, inclusione sociale e integrazione con le comunità locali. 
Va meglio invece per lo sviluppo occupazionale ed economico visto che i lavoratori stranieri trovano spazio nel mondo del lavoro limitando così il rischio di conflittualità sociale così come è accaduto in altre realtà come Rosarno dove nel 2010 scoppiò la rivolta dei lavoratori immigrati. Proprio partendo dai fatti di Rosarno è partita l’indagine della Cgil e dell’istituto di Ricerca che ha redatto il rapporto su «Immigrazione, sfruttamento e conflitto sociale». 
Giuseppe Scifo, segretario della Cgil di Vittoria ed esperto di immigrazione del sindacato, valuta così l’aspetto occupazionale in provincia soprattutto nel campo dell’agricoltura: «L’occupazione in provincia è stanziale e non legata dunque ai flussi stagionali delle produzioni agricole che vedono un´elevata concentrazione di immigrati in alcuni periodi dell´anno. Questo aspetto allontana alcuni rischi di conflitto sociale, come il caporalato o altre forme di sfruttamento ma la situazione resta problematica rispetto a diritti dei lavoratori, salario e condizioni sociali».
La provincia non figura tra i quattro casi di studio scelti dal rapporto Ires per l´approfondimento, in un Mezzogiorno d´Italia dove non mancano le aree ad alto rischio, ma resta una realtà da monitorare, anche a causa della evoluzione dei flussi migratori: «Negli ultimi anni la composizione dei lavoratori stranieri ha subito un cambiamento drastico – dice Scifo –. A Vittoria, primo comune a vocazione agricola del territorio, con oltre diecimila lavoratori nel comparto, nel 2006 erano 36 i lavoratori di origine romena contro oltre 1400 tunisini; in pochi anni i lavoratori romeni sono diventati 1120. A questo turn-over si accompagnano spesso condizioni di lavoro peggiorate per gli stranieri, rispetto ad orari e salario, aspetto che rappresenta una possibile base di conflitto sociale, non solo tra etnie diverse, ma anche nei rapporti con le comunità locali. La difficile situazione lavorativa e sociale degli immigrati – conclude Scifo – va abbattuta attraverso azioni che contrastino lavoro nero e sfruttamento, e una politica di integrazione in condizioni di prossimità, da parte di istituzioni e categorie produttive e sindacali che coinvolgano tutto il territorio».
Le istituzioni da parte loro hanno risposto a questi cambiamenti con progetti di assistenza e di inclusione. Diversi i progetti europei che sono avviati dalla Prefettura di Ragusa ma anche le iniziative della Caritas e di altre associazioni hanno favorito l’integrazione della popolazione straniera. Molto tuttavia resta ancora da fare in termini di edilizia, istruzione e di assistenza sociale soprattutto per capire le reali dimensioni di un fenomeno che resta sostanzialmente sotto controllo. 
 
 
 
Accordo Questura e notai Milano per semplificare procedure di immigrati regolari, dettagli e link
Cronaca Milano, 06-07-2011
Tre le fondamentali novità per aiutare gli stranieri regolari che, in attesa del rilascio dei documenti, desiderino comunque avviare importanti pratiche quali l’apertura di un’attività commerciale o l’adesione a un mutuo per acquistare una casa
Questura e Notai si stringono la mano per aiutare gli immigrati regolari che vogliono avviare un’attività lavorativa o l’acquisto di una casa a Milano.
LE PARTI DELL’ACCORDO –
Proprio nella Questura di Milano, infatti, è stato siglato un protocollo d’intesa tra Questura di Milano, Consiglio Notarile di Milano, Busto Arsizio, Lodi, Monza e Varese e Associazione sindacale dei notai della Lombardia.
Tra i presenti all’incontro Alessandro Marangoni, Questore di Milano; Giuseppe  De Angelis, Dirigente Ufficio Immigrazione della Questura di Milano; Domenico De Stefano, Presidente del Consiglio Notarile di Milano, Busto Arsizio, Lodi, Monza e Varese; Nicoletta Ferrario, Presidente dell’Associazione sindacale dei notai della Lombardia.
PERCHE’ E’ NATO IL PROTOCOLLO – Il protocollo d’intesa nasce nel solco di una serie di iniziative che l’Associazione Sindacale dei notai della Lombardia ha voluto realizzare intorno al tema dell’immigrazione, consapevole dell’importanza e del ruolo dei notai nei confronti degli oltre 4 milioni di stranieri presenti in Italia.
Inoltre, i notai affrontano quotidianamente problematiche che interessano gli stranieri in Italia e ricoprono un importante ruolo di mediazione, stipulando atti e negozi giuridici che riguardano l’acquisto di una casa o l’apertura di un’impresa, facilitando anche la risoluzione di casi relativi a successioni, composizione del nucleo familiare, regime patrimoniale dei coniugi o al diritto legato alla proprietà privata.
L’obiettivo del protocollo d’intesa è di aiutare lo straniero affinché possa godere in pieno dei suoi diritti civili anche nelle fasi di lavorazione temporanea dei permessi di soggiorno.
Il notaio chiamato ad assisterlo potrà attingere informazioni chiare sullo status dello straniero e tutelare così i suoi interessi legittimi, garantendo la certezza giuridica, la sicurezza e la regolarità degli atti
IN COSA CONSISTONO LE NOVITA’ – L’accordo prevede la semplificazione della comunicazione tra Questura e notai affinché gli stranieri in regola possano concludere rapidamente atti e negozi giuridici; prevede una stretta collaborazione e tre importanti novità:
l’attivazione di un canale informativo basato sullo scambio di messaggi di posta elettronica certificata che consentirà ai notai di acquisire rapidamente informazioni dall’Ufficio Immigrazione delle Questura di Milano, quale ufficio territorialmente competente per la Provincia di Milano, al fine di perfezionare atti giuridici degli stranieri per i quali l’iter di rilascio del permesso di soggiorno o del suo rinnovo non sia ancora concluso;
la promozione di incontri pubblici di approfondimento e reciproco aggiornamento in materia di immigrazione per facilitare l’esercizio delle attività quotidiane e i compiti dei professionisti e dei funzionari pubblici che si occupano di problematiche connesse al mondo degli stranieri in Italia;
l’avvio di un programma di raccordo tra Questura e notariato che renderà consultabile in futuro da parte del notaio, e in via telematica, la banca dati dei permessi di soggiorno, nel rispetto di privacy e sicurezza delle informazioni acquisibili, così come già avviene, in altri settori, nei rapporti tra Pubblica Amministrazione.
LA GUIDA PER NOTAI E PROFESSIONISTI GRAUITAMENTE SCARICABILE –L’Associazione sindacale dei notai della Lombardia ha presentato, contestualmente al Protocollo siglato con la Questura, la pubblicazione della prima Guida italiana per notai e professionisti dedicata al tema degli stranieri e dei permessi di soggiorno, gratuita, liberamente scaricabile anche da Internet dal sito www.federnotizie.it (Quaderno n. 20 della pubblicazione “Federnotizie”).
IL COMMENTO DELLA PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE SINDACALE DEI NOTAI DELLA LOMBARDIA – “Il protocollo d’intesa nasce dalla grande attenzione che abbiamo deciso di porre negli ultimi anni sul tema dell’immigrazione e dell’integrazione”, afferma Nicoletta Ferrario, Presidente dell’Associazione sindacale dei Notai della Lombardia. “Con questa iniziativa potremo assicurare agli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia una partecipazione attiva e più semplice alla vita sociale ed economica del Paese, maggiore sicurezza e trasparenza. Sono certa che la positiva sperimentazione potrà fornire un buon esempio anche ad altri Consigli notarili e Questure, e a tutti quegli Enti locali, associazioni e istituti che operano a fianco degli immigrati”.
 IL VOMMENTO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO NOTARILE DI MILANO E PROVINCIA – “Questa iniziativa conferma lo spirito di collaborazione che si è instaurato da tempo tra Notariato e Questura di Milano”, dichiara Domenico De Stefano, presidente del Consiglio Notarile di Milano, Busto, Lodi, Monza e Varese. “Gli accordi presi consentiranno maggiore trasparenza e rapidità in tutte quelle procedure informative indispensabili ai notai per assistere gli stranieri in Italia e garantire la regolarità dei loro atti e negozi giuridici”.
 
 
 
Immigrazione:sbarco in Calabria con catamarano,trovati in 50
Arrivati a Sant'Andrea Ionio, si sono allontanati a piedi
(ANSA) - SOVERATO (CATANZARO), 5 LUG - Una cinquantina di immigrati, sbarcati da un catamarano, sono stati rintracciati nel pomeriggio lungo la costa calabrese, nella zona compresa tra Soverato e Sant'Andrea sullo Ionio. In tutto ne sono stati trovati 54, tutti uomini, che hanno detto di provenire da vari Paesi quali Pakistan, Bangladesh e Iraq. I migranti sono giunti sulla costa in localita' Vallone di Bruno a Sant'Adrea sullo Ionio, a bordo di un catamarano che e' stato poi abbandonato alla deriva ed e' stato poi recuperato. Quindi si sono allontanati a piedi ma sono stati rintracciati. (ANSA).
 
 
 
Immigrati, pratiche più snelle per i regolari
il Giornale, 06-07-2011
Questura di Milano e notai insieme per i diritti degli stranieri. È il senso di un accordo che prevede la semplificazione della comunicazione tra Questura e notai affinché gli stranieri in regola possano concludere rapidamente atti giuridici, come l’acquisto di una casa o la creazione di un’impresa, anche quando i permessi di soggiorno e i rinnovi non siano ancora stati rilasciati. 
Grazie ai messaggi di posta elettronica certificata, i notai potranno acquisire rapidamente informazioni dalla questura. Intanto continuano le polemiche sull’arrivo dei profughi dal Nord Arfica. Non bastavano i tavoli provinciali, la prefettura e le riunioni romane. Ora, a intervenire sulla distribuzione dei profughi in Lombardia ci si mette pure Renzo Bossi. 
Il Consiglio regionale ha approvato una sua mozione per ripartire gli immigrati in modo equo tra le varie province lombarde. «Il numero di stranieri - ha chiesto Bossi jr - non deve superare lo 0,5% della popolazione nei comuni con meno di 5mila abitanti». Ad appoggiare la richieste è lo stesso assessore alla Protezione civile Romano La Russa: «La mozione impegna Maroni a ripensare alla collocazione». L’intervento del ministro era già stato sollecitato dalla prefettura per mettere pace tra le varie province e convincere quelle più irrequiete (Brescia e Bergamo) a fare la loro parte come tutti gli altri. Ma il ministero aveva precisato di aver lasciato «carta bianca» ai tavoli territoriali. La polemica sembra tutta interna alla Lega: leghista è il ministro, leghista è Renzo Bossi e leghiste sono le province anti profughi. «Non sono in contrasto con il ministro Maroni - aggiusta il tiro Bossi jr - la mia non è una polemica con nessuno.
 
 
 
L'ASSESSORE: «SONO CITTADINI MILANESI, ERRONEAMENTE TRATTATI COME STRANIERI»
«Una task force di giovani per lavorare sull'integrazione»
Corriere della sera, 06-07-2011
Pierfrancesco Majorino ha convocato come «consulenti» una decina di ragazzi di seconda generazione
MILANO - Jada, Akram e Medhin «consulenti» del Comune di Milano. Insieme a una decina di altri ragazzi di seconda generazione, in un «gruppo di lavoro» permanente che contribuirà a dare la linea sui temi dell’immigrazione e delle nuove cittadinanze. Hanno debuttato martedì mattina, due ore di riunione con l’assessore appena insediato alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino. Il primo incontro è servito soprattutto a presentarsi. Un nuovo appuntamento è già fissato a fine luglio, e per il 20 settembre si arriverà a presentare nel dettaglio una serie di iniziative. A partire dalla scuola, hanno sottolineato i ragazzi, che deve diventare «occasione per valorizzare le diversità». «Milano deve chiudere la stagione in cui si discute utilizzando solo la lente della paura, della diffidenza e dell’inquietudine — spiega Majorino, che ha voluto questa task force —. Bisogna scommettere sulla risorsa dei cittadini milanesi di seconda generazione, erroneamente trattati come giovani stranieri».
LA LETTERA PER LA CITTADINANZA - Tra le prime azioni concrete, il Comune ha aderito alla proposta dei ragazzi della Rete G2 (attiva già da un paio d’anni): inviare a tutti i diciassettenni, milanesi ma «stranieri», nati in Italia e residenti qui senza interruzioni, una lettera che ricorda di fare domanda per la cittadinanza, come prescrive la legge, tra il 18esimo e il 19esimo anno di età. L’incarico di coordinatrice del gruppo di lavoro è stato affidato a Seble Woldeghiorghis, 29 anni, di origine eritrea.
 
Share/Save/Bookmark
 


 

Perchè Italia-Razzismo 


SPORTELLO LEGALE PER RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO

 

 


 

SOS diritti.
Sportello legale a cura dell'Arci.

Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
leggi tutto>

Mappamondo
>Parole
>Numeri

Microfono,
la notizia che non c'è.

leggi tutto>

Nero lavoro nero.
leggi tutto>

Leggi razziali.
leggi tutto>

Extra-
comunicare

leggi tutto>

All'ultimo
stadio

leggi tutto>

L'ombelico-
del mondo

Contatti


Links