Parità di trattamento, piena eguaglianza e servizio sanitari


Da quando è stato eletto, il presidente americano Barak Obama ha dedicato gran parte dei suoi sforzi alla riforma sanitaria. Gli Stati Uniti, per quanto riguarda il diritto alla salute, diventano più europei, più italiani.
Eppure sembra che la causa di morte di una bambina di 13 mesi ieri, a Milano, sia l’ avvenuta scadenza della tessera sanitaria e le cure rifiutate per questo. Se fosse vero, sarebbe la sconfitta della sanità pubblica e del sistema di cittadinanza.

La nostra costituzione e persino la Bossi–Fini, non lasciano nessuno, compresi i migranti, senza il diritto alla cura ed all’assistenza. Come è potuto accadere, dato che l’applicazione corretta della legge avrebbe potuto evitare una simile tragedia?

Le norme del Testo Unico sull’immigrazione dispongono che gli immigrati regolari “hanno parità di trattamento e piena uguaglianza di diritti e doveri rispetto ai cittadini italiani per quanto attiene (…) all'assistenza erogata in Italia dal Servizio sanitario nazionale e alla sua validità temporale” (art. 34, comma 1).

Inoltre, il Regolamento d’attuazione dispone chiaramente che “L'iscrizione non decade nella fase di rinnovo del permesso di soggiorno.” (art. 42, comma 4).

L'iscrizione cessa soltanto quando la questura comunica alle A.S.L. il mancato rinnovo, revoca o annullamento del permesso di soggiorno, “salvo che l'interessato esibisca la documentazione comprovante la pendenza del ricorso contro i suddetti provvedimenti.” (art. 42, comma 4).

Basterebbe dunque una circolare del ministero della Salute a tutti gli assessori regionali alla sanità ed a tutte le ASL per una corretta applicazione di una  legge  dello Stato. Troppo tardi, in ogni caso, per la bambina nigeriana morta a Milano.
l'Unita, 14 aprile 2010
Italia razzismo
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