Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

10 settembre 2014

Riforma cittadinanza. Alla Camera si riparte dalle audizioni
I deputati avviano un’indagine conoscitiva. Sentiranno esperti e rappresentanti di autonomie locali, organizzazioni e istituzioni
stranieriinitalia.it, 10-09-14
Roma – 10 settembre 2014 – Conclusa la pausa estiva, alla Camera dei Deputati si torna a parlare di nuove regole per diventare italiani.
Sul tavolo della Commissione Affari Costituzionali ci sono ben ventidue proposte di riforma della legge sulla cittadinanza, il problema è trovare un’intesa. Finora appare possibile solo sui figli degli immigrati, le cosiddette seconde generazioni: bambini e ragazzi nati o arrivati da piccoli in Italia che crescono qui.
Della riforma si parla da anni, dentro e fuori i palazzi della politica, con appelli, battaglie e mobilitazioni (si pensi alle centomila firme raccolte dalla campagna l’Italia sono anch’io). A quanto pare, però,  i deputati vogliono ancora saperne di più e ieri in commissione hanno deliberato una nuova “indagine conoscitiva”.
“La Commissione – si legge nel resoconto della seduta - procederà alle audizioni di rappresentanti delle autonomie locali, di organizzazioni e istituzioni che operano nel settore interessato dall'indagine, nonché di esperti della materia”. Le audizioni partono domani pomeriggio e dovranno concludersi entro il 20 settembre.
Poi, si spera, arriverà il momento di prendere qualche decisione.
EP



Frontex, il giallo del super-radar fermo
Avvenire, 10-09-14
Nello Scavo

Intorno a Frontex Plus c’è ancora incertezza. Non si conosce con esattezza quanti Paesi Ue vi abbiano aderito, mentre al contrario da alcune note riservate si scopre che vi sono forti resistenze delle cancellerie europee, anche a causa di alcune mosse che rendono necessari "incontri chiarificatori" con i partner Ue. Inoltre i sistema radar europeo "Seahorse", che dovrebbe vigilare sulle rotte dei trafficanti, non è mai stato attivato.
Secondo alcune fonti della delegazione italiana incaricata di studiare le modalità di chiusura di Mare Nostrum, colpevole di aver alzato la tensione sarebbe Cecilia Malmström, la commissaria Ue peraltro a fine mandato e che nella nuova Commissione non si occuperà più di immigrazione.
Alla fine di agosto Malmström annunciò il varo di Frontex Plus, cui seguirono entusiastici commenti da parte italiana. Nelle stesse ore in cui il ministro Alfano celebrava questo risultato, altri funzionari del Viminale gli facevano notare come la mossa della commissaria fosse stata avventata. L’annuncio, infatti, era avvenuto senza che ne fossero stati informati gli Stati membri. Una imprudenza secondo alcune fonti «calcolata» e non «involontaria», che rischia di far allontanare la partecipazione degli altri Paesi all’operazione di pattugliamento del Mediterraneo che dovrebbe sostituire Mare Nostrum, sebbene a quanto risulti non avrà quale scopo principale quello della ricerca e soccorso in mare dei migranti.
Intanto si cerca di rafforzare altri strumenti nel frattempo passati in secondo piano. Il controllo delle frontiere più che dai pattugliamenti via terra e via mare passa attraverso la sorveglianza ad alta tecnologia. Nel corso dei colloqui tra autorità italiane e i vertici di Frontex, il Viminale ha messo sul piatto la disponibilità a sostenere "Seahorse Mediterraneo". Un progetto a guida spagnola e finanziato dall’Ue, che prevede la creazione di una rete protetta di comunicazione satellitare tra i Paesi delle due sponde del Mediterraneo per lo scambio di informazioni strategiche ed operative per il contrasto dell’immigrazione clandestina via mare, basata su più capillari rilevazioni radar assistite dal controllo costante dei satelliti.
Senza la cooperazione della sponda Sud ogni proposito sarà vanificato. Ed è quello che sta accadendo. Ad oggi ha aderito solo la Libia, proprio il peggio conciato tra i paesi nordafricani. Una beffa se si pensa che proprio da lì partono i barconi carichi di migranti, mentre per ora si tengono alla larga Paesi come Egitto e Tunisia. Stando ai progetti il "Seahorse Mediterraneo" costituirà una di quelle reti regionali che potranno interconnettersi con il sistema Eurosur, per la sorveglianza delle frontiere esterne. Per il 2014 era attesa l’adesione di Algeria, Tunisia ed Egitto, che avrebbero dovuto aggiungersi a Spagna, Italia, Francia, Malta, Portogallo, Cipro, Grecia e Libia. Le diplomazie lavorano da tempo per allargare la platea di stati aderenti a questo progetto, ma l’emergenza immigrazione ha rimesso tutto in discussione.
Che i giochi non siano ancora fatti lo conferma implicitamente Mario Morcone, capo del Dipartimento Immigrazione del Viminale. «Il passaggio di testimone da Mare Nostrum a Frontex Plus non deve risolversi in un fallimento», ha detto durante l’incontro della Comunità di Sant’Egidio in corso ad Anversa. «Il tentativo in atto da parte del governo italiano mira a sollecitare una cooperazione più profonda, che non potrà essere rivolta ad una semplice suddivisione di costi, ma, sulla base di quanto affermato tra più o meno comprensibili cautele diplomatiche, dovrà realizzare un passo credibile verso una chiara condivisione di responsabilità».
Il dispositivo "Seahorse" è figlio di "Seahorse Atlantic", che aveva consentito, secondo i promotori, di diminuire la pressione migratoria via mare dall’Africa verso l’Europa, passando da 31mila migranti intercettati nel 2006 ai 332 nel 2012. Poi sono esplose le "primavere" arabe che hanno dimostrato come nessun controllo può fermare i profughi e quando le acque erano tornate a calmarsi ci ha pensato il conflitto siriano a far apparire i costosi progetti di protezione delle frontiere come nient’altro che slogan. «Solo con un sistema paneuropeo di sorveglianza delle frontiere siamo in grado di evitare - assicurarono da Bruxelles parlando all’inaugurazione di Eurosur - che il Mediterraneo diventi un cimitero per i rifugiati che cercano di attraversarlo su carrette del mare, in cerca di una vita migliore in Europa». Quest’anno siamo già a duemila morti, più di ventimila negli ultimi dieci anni.



Napoli, attraccata nel Porto la nave della Marina militare con 700 immigrati, tanti i bambini
il Mattino.it, 10-09-14
È attraccata al porto di Napoli la nave della Marina militare Virginio Fasan con a bordo oltre 700 migranti. Al molo 21 sono stati allestiti un punto della Protezione civile e un tendone con strutture sanitarie per la prima accoglienza.
Tra loro ci sono 149 minori, di cui 117 non accompagnati. La maggior parte di loro proviene da Somalia, Gambia, Egitto, Eritrea, Nigeria, Sudan, Siria, Senegal ed Etiopia.
La Campania ne accoglierà 214 che verranno distribuiti nelle cinque province. Il resto si dirigerà a bordo degli autobus verso le altre regioni secondo questa ripartizione: Abruzzo circa 55, Emilia circa 60, Lazio circa 50, Liguria circa 80, Lombardia circa 150, Marche circa 110, Toscana circa 80, Umbria circa 60.
I primi a scendere sono stati quelli che hanno bisogno di assistenza medica subito accompagnati nel tendone che ospita la struttuta sanitaria.
Al molo sono parcheggiati sette autobus che porteranno alcuni gruppi di immigrati a Chieti, Ascoli, Milano, Pesaro, Varese.

    

Immigrati: in 72 ore nave "Diciotti" salva 462 persone
la Repubblica.it, 10-09-14
Palermo, 9 set. - Nelle ultime 72 ore la nave 'Diciotti' della Guardia costiera e' stata impegnata in 3 distinte operazioni di ricerca e soccorso nello Stretto di Sicilia. Lo sottolinea la stessa struttura della Marina in un comunicato. Complessivamente sono state tratte in salvo 462 persone, per la maggior parte di nazionalita' siriana, palestinese e bengalese. Gli immigrati, tra cui 77 donne, 7 delle quali incinte, 91 minori, e 3 persone disabili, navigavano a bordo di 3 pescherecci. .



mare nostrum
Salvati in mare 1656 migranti. Sulla nave Euro, diretta a Reggio, nasce la piccola Yambambi
E' alto il bilancio dell'operazione Mare Nostrum di questo fine settimana.1656 i migranti salvati in mare dalle Navi della Marina Militare e delle Capitanerie di Porto. E poi la bimba nata sulla nave Euro.
Tempostretto, 10-09-14
Veronica Crocitti

E’ il miracolo della vita che prevale su tutto, anche su un viaggio disperato intrapreso alla ricerca di un futuro migliore e che poi, inevitabilmente, tra le onde e le raffiche di vento del Canale di Sicilia, si trasforma in una lotta incessante per la semplice sopravvivenza. Lei, la piccolissima Yambambi Yete, è nata durante uno di questi “tragitti della morte”, sulla nave Euro della Marina Militare diretta a Reggio Calabria dopo aver salvato, sabato scorso, sia la mamma sia gli altri 615 migranti sbarcati ieri.
La Nave si trovava nel tragitto verso il porto calabro quando il personale medico ha constatato che il parto della donna era imminente e che, dunque, non ci sarebbe stato il tempo per il trasporto con elicottero in ospedale. La soluzione era far nascere la bimba proprio lì, in mare, e la vita ha prevalso anche sulla disperazione. La mamma Fatimada, originaria del Gambia, e la bimba adesso stanno bene, cullate anche dall’affetto del marito e del figlio maggiore entrambi salvati nella stessa operazione Mare Nostrum.
E’ stato un weekend intenso quello appena trascorso. Nonostante il tempo avverso, sono stati 1656 i migranti salvati in mare dalle Navi della Marina Militare e delle Capitanerie di Porto. Oltre ai 283 migranti sbarcati ieri mattina nel porto di Messina a bordo della nave Chimera, sono tantissimi quelli recuperati nel Canale di Sicilia. A bordo del pattugliatore Sirio ci sono al momento 370 migranti recuperati in quattro interventi di soccorso da altrettanti gommoni a sud di Lampedusa, mentre la nave anfibia San Giusto ha imbarcato 302 migranti dalla nave Fiorillo delle Capitanerie di Porto, soccorsi ieri da un bacone sovraffollato. Nella notte, la fregata Fasan ed il pattugliatore Borsini, con il supporto del rimorchiatore Asso 30 e delle navi mercantili Enrico Ievoli, Minerva Alice e Bourbon Orca, ha soccorso un gommone in difficoltà imbarcando altri 85 migranti. La nave mercantile Apageon, di Malta, con l’ausilio di Nave Fiorillo e delle motovedette CP308 e CP323 delle Capitanerie di Porto sta infine recuperando 416 migranti, mentre stamattina le motovedette CP304 delle Capitanerie di Porto e G 114 della Guardia di finanza hanno intercettato e scortato fino al porto di Pozzallo una imbarcazione con circa 160 migranti. (Veronica Crocitti)



Autocertificazioni. Condannati alle file: ancora una proroga per gli immigrati
Le banche dati della PA non comunicano, così i cittadini stranieri dovranno ancora fare il giro degli uffici per chiedere un pezzo di carta. Almeno fino al 30 giugno 2015
stranieriinitaòia.it, 09-09-2014
Elvio Pasca

Roma – 9 settembre 2014 - Anche stavolta niente da fare. Mentre gli italiani si sgravano da un bel po’ di burocrazia grazie alle nuove norme sull’autocertificazione, gli immigrati devono continuare a mettersi in fila in questo o in quell’ufficio pubblico per recuperare pezzi di carta che la legge considera ancora indispensabili.
Questa storia va avanti dal 2012, quando una legge ha sancito che gli uffici pubblici non possono richiedere o rilasciare certificati che contengano dati già in possesso di altri uffici pubblici e che devono essere utilizzati nei rapporti con la Pubblica Amministrazione. Con un’eccezione: la regola non vale per “le speciali disposizioni contenute nelle leggi e nei regolamenti concernenti la disciplina dell’immigrazione e la condizione dello straniero”.
Quindi, per esempio, un cittadino straniero, può autocertificare come tutti gli italiani la sua residenza, che non c’entra nulla con le norme sull’immigrazione. Però quando chiede il rinnovo di un permesso per studio deve fornire alla Questura un certificato dell’università in cui si attesta che ha sostenuto un adeguato numero di esami e se vuole un permesso per attesa occupazione deve prima passare al centro per l’impiego a  ritirare il certificato di iscrizione al collocamento.
L’eccezione si giustificava con la scarsa comunicazione tra database pubblici. Per utilizzare gli stessi esempi: Questure, Università e Centri per l’Impiego non comunicavano telematicamente tra loro, quindi sarebbe macchinoso verificare eventuali autocertificazioni.
Così era nel 2012, ma si sperava che la situazione migliorasse, tanto che una nuova legge, nella primavera dello stesso anno, aveva eliminato la clausola anti immigrati a decorrere dal 1 gennaio 2013, presumendo che per allora la Pubblica Amministrazione si sarebbe adeguatamente informatizzata.
Come si temeva, non è stato così ed è partita una serie di proroghe. Prima al 30 giugno 2013, poi al 31 dicembre 2013, quindi al 30 giugno 2014. Ora, ma nessuno si stupisce più, è arrivato l’ennesimo “vedremo” e stavolta è lungo un anno. Il Decreto Legge del 22 agosto 2014, n. 119 ha stabilito che, in fatto di autocertificazioni, italiani e immigrati saranno davvero uguali solo a partire dal “30 giugno 2015”.  
Succederà davvero? Si accettano scommesse.
    
    

Germania, "Donna copriti col velo": le pattuglie islamiche della 'sharia police'
Per giorni hanno imperversato in una città della Renania. Successo d'immagine per i salafiti guidati da un tedesco convertito
la Repubblica, 09-09-14
ANDREA TARQUINI
BERLINO – Pattugliano la città giorno e notte, li riconosci subito: hanno addosso una giacca fluorescente, come quella che da noi in Italia, qui in Germania o altrove in Europa ogni auto deve avere a bordo per conducente e passeggeri. Ma sulla giacca fluorescente c’è scritto in inglese ‘Shariah police’, polizia della giustizia islamica. E per giorni e giorni, prima che le legittime autorità costituite tedesche si decidessero a muoversi, quei giovani integralisti hanno seminato paura nella pacifica Wuppertal, l’antico, bel centro minerario della Renania che molti cinéphiles ricorderanno per alcune sequenze del mitico film di Wim Wenders im Laufe der Zeit, nel corso del tempo, quando il protagonista e la bambina che ha smarrito la mamma viaggiano nella storica monorotaia.
In monorotaia o su ogni marciapiede, i salafiti della Sharia police fermavano chiunque a loro non piacesse. ‘Donna, copriti col velo, vestiti in modo decente, non insultare l’Onnipotente e misericordioso!’. ‘Moglie, sii devota, cammina tre passi dietro il tuo consorte e i figli maschi’. ‘Ragazzo, ricorda che l’Islam è la tua fede e la tua identità, piantala con l’immonda birra, bevanda degli infedeli’.
Un successo d’immagine, soprattutto perché ha confermato quanto siano attivi e ben organizzati i salafiti e altri islamisti ultrà in Germania. L’artefice tra l’altro è un giovane tedesco convertito all’islam fondamentalista, Sven Lau, noto in passato perché fumava spinelli, ora capo della Shariah police. Ce n’è voluto del tempo alla polizia per reagire. “Siamo riusciti ad allontanare le care e cari sorelle e fratelli dall’alcol, da abiti peccaminosi e immorali, dall’inferno infedele di discoteche, locali notturni, case da gioco”, ha detto, citato dalla Sueddeutsche Zeitung.
Il problema è che le gesta di Sven Lau, uno dei purtroppo molti tedeschi (non solo figli di migranti) convertiti all’islam fondamentalista, pare non si fermino qui. La procura di Stoccarda lo colpì poco fa con un mandato d’arresto di tre mesi per sospetto di suoi contatti coi brutali terroristi assassini del califfato IS, quello che decapita giornalisti, stermina dissidenti e semina il terrore in Iraq e Siria. “Ma no, con la Shariah police volevamo solo fare pubblicità per il progetto di costruire una nuova moschea in un’antica fabbrica”, egli assicura. Bersaglio mancato: i proprietari della fabbrica hanno disdetto il contratto preliminare di fitto, non vogliono centri d’indottrinamento estremista travestiti da luoghi di preghiera. Ma il problema resta in tutta la sua gravità nella Germania con la sua forte componente migrante musulmana.
La stragrande maggioranza sono pacifici, s’identificano con la Costituzione democratica e la vita moderna. Ma convertiti e cellule ultrà sono attive, hanno pianificato attentati (stragi come quella progettata anni fa alla stazione di Colonia) sventate fortunosamente dalla ‘Difesa della Costituzione’, il servizio d’intelligence interno.  E con la shariah police, dopo anni di assassinii di giovani donne musulmane che rifiutavano i matrimoni combinati, gli ultrà hanno compiuto, in piazza e in pubblico, un nuovo tentativo di costruire una società separata auto-ghettizzata nel cuore dell’Europa democratica, un Califfato nello Stato. L’allarme vale per tutti, anche per noi. E in nome della tolleranza e del no all’intolleranza stile ‘shariah police’, la tolleranza zero davvero non guasta.

 

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