Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

Menù

 

"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

Il maratoneta senza nazione alle Olimpiadi di Londra

Oggi il Comitato Olimpico Internazionale ha ufficialmente approvato la partecipazione di Guor Marial alle Olimpiadi come atleta indipendente, di cui ieri il Guardian aveva raccontato la storia, molto particolare. Guor Marial, 28 anni, è un maratoneta nato nel sud del Sudan a metà degli anni Ottanta, all’inizio della guerra civile che è durata per oltre vent’anni – dal 1983 al 2005 – e che ha causato più di due milioni di morti e quattro milioni di dispersi.


Marial si è qualificato per la prova olimpica della maratona lo scorso mese a San Diego, in California, dove ha fissato il suo primato personale a 2 ore, 12 minuti e 55 secondi. Il suo problema, però, è rappresentato dalla nazionalità. Marial infatti è fuggito dal Sudan all’età di 14 anni, dopo che in un’incursione nel suo villaggio i militari sudanesi gli avevano spaccato la mandibola con il calcio di un fucile e avevano ucciso gran parte della sua famiglia.

(Foto dal Sud Sudan, un reportage fotografico di Paula Bronstein)

Per partecipare a queste olimpiadi, a Marial era stato proposto di portare i colori del Sudan, visto che la sua vera patria, il Sud Sudan, dichiarata indipendente da appena un anno, non si è ancora dotata di un comitato olimpico nazionale. L’atleta, che ora vive negli Stati Uniti in qualità di rifugiato politico, non ha accettato questa proposta, dicendo che avrebbe offeso la memoria dei propri familiari, e che avrebbe potuto partecipare soltanto come atleta sudsudanese.

All’agenzia di stampa Reuters, che l’ha intervistato, ha dichiarato: «Nella mia situazione, le conseguenze di una mia eventuale partecipazione come atleta sudanese sarebbero più grandi per me della stessa partecipazione ai giochi olimpici. In questo caso, come atleta, non rappresento soltanto la mia famiglia, ma l’intero Sud Sudan. È una grave responsabilità da portare, ed è molto importante che io prenda le giuste decisioni.»

Per ovviare all’impossibilità di partecipare, l’organizzazione non governativa Refugees International (RI) ha ufficialmente chiesto al Comitato Olimpico Internazionale (CIO) che a Guor Marial venisse accordato lo status di “atleta indipendente”, un particolare profilo che garantisce la partecipazione alle Olimpiadi anche agli atleti la cui nazione, per diverse ragioni, non è dotata di un comitato olimpico. Gli atleti considerati come “indipendenti” non possono partecipare agli sport di squadra e partecipano sotto la bandiera olimpica, che sventola nel caso dovessero vincere delle medaglie.

Non è la prima volta che questo accade. Era già successo nel 1992, quando la decisione riguardò gli atleti della Federazione Yugoslava e della Macedonia, ma anche nel 2000, per gli atleti di Timor Est. E Guor Marial non sarà neppure il solo a competere alle Olimpiadi di Londra con questo particolare status: insieme a lui faranno parte del gruppo di atleti indipendenti anche 3 atleti delle Antille Olandesi, disciolte nel 2010, i quali si sono rifiutati di competere con i colori dell’Olanda.

Fino a pochi giorni fa, sembrava che dovessero partecipare come indipendenti anche tutti gli atleti provenienti dal Kuwait, dato che il paese è stato sospeso dal CIO nel 2010 per una questione di interferenze politiche nelle nomine degli organismi sportivi. Il 15 luglio la sospensione è stata revocata ed è stato stabilito che gli atleti del Kuwait potranno gareggiare con la loro bandiera nazionale.
il Post 21 luglio 2012

Share/Save/Bookmark
 


 

Perchè Italia-Razzismo 


SPORTELLO LEGALE PER RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO

 

 


 

SOS diritti.
Sportello legale a cura dell'Arci.

Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
leggi tutto>

Mappamondo
>Parole
>Numeri

Microfono,
la notizia che non c'è.

leggi tutto>

Nero lavoro nero.
leggi tutto>

Leggi razziali.
leggi tutto>

Extra-
comunicare

leggi tutto>

All'ultimo
stadio

leggi tutto>

L'ombelico-
del mondo

Contatti


Links