La Mazzini di Roma

 

Maria Rosaria Calderone
Osservatorio Italia-razzismo 25 settembre 2011
Alla diffusa tendenza a “fuggire dallo straniero” si sottraggono molte iniziative di singoli e di gruppo. Tra esse  la decisione di alcune mamme che hanno scelto, anche per quest'anno scolastico, di iscrivere i figli nelle sezioni sperimentali A e B, della Scuola Media “Giuseppe Mazzini” di Roma: due sezioni dove la presenza di alunni stranieri è superiore a quella prevista nelle altre scuole.
 La qual cosa mi ha incuriosito, così ho raccolto la testimonianza diretta di una mamma che, docente a sua volta in una scuola media del centro di Roma, impiega parecchio tempo la mattina pur di far frequentare al proprio figlio la Mazzini. Laura mi dice che, da insegnante, vuole che il proprio figlio cresca e si formi in una scuola che sia lo specchio della realtà in cui viviamo; e che il proprio figlio abbia il privilegio di vedere la propria cultura arricchita dalle culture (originarie di altri paesi), che si ritroveranno in quella classe per i tre anni del ciclo scolastico. Lei sa che alla fine si interseca e si intreccia tutto, nel bene e nel male, e si diventa amici al di là delle barriere razziali che esistono fuori. Questa scuola fa della presenza straniera un valore aggiunto e non la considera un “problema” da gestire con l'equa suddivisione tra le classi o con la ghettizzazione degli alunni stranieri nelle ormai poche sezioni del tempo pieno nelle scuole medie. Naturalmente questa realtà scolastica rimane rara, ma rincuora pensare che alcuni genitori la scelgono proprio per la politica di integrazione che lì viene attuata. Proprio dalla scuola può arrivare una spinta all’accoglienza e questo, seppur piccolo esempio, ci fa ben sperare. 
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