Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

24 novembre 2010

IL NATALE DI CADEO
la Repubblica, 24-11-2010
CARLO ANNOVAZZI
GENIALE Cadeo. La gioielleria tutta lustrini in mezzo a piazza del Duomo (e le auto di grossa cilindrata, e gli stand commerciali) fanno Natale, le luminarie con gli auguri in tutte le lingue in via Padova no. Anzi sono un'iniziativa fuori luogo, strumentale, pericolosa. Da rimuovere senza indugio. Avanti chi potrà permettersi di sborsare centinaia di euro per un ciondolo d'argento, stop al "Buone feste" in arabo, spagnolo e cinese. Non è una bella città quella che respinge e l'ultimo capitolo della storia infinita di questa amministrazione è  il più patetico e triste insieme. Patetico come la giustificazione dell'assessore: «Gli auguri multietnici li metto in viale Forlanini all'ingresso della città». Certo, all'inizio di viale Forlanini c'è Linate e, si sa, gli immigrati nelle festività vanno e vengono dagli aeroporti che è un piacere, vuoi mettere una bella vacanza esotica o un tour delle capitali europee per festeggiare con gli amici. Triste perché neppure le luminarie delle feste riescono ad essere un elemento di inclusione, di coesione. A Milano, al contrario, si pensa sempre e solo a dividere: noi di qua, gli altri di là. Anche a Natale.
SONO passati duemila anni, ma siamo ancora qui, ai bambini figli di irregolari che non possono andare a scuola, alle ordinanze anti-immigrati spacciate per misure pensate per la sicurezza e la quiete         pubblica,agli Ambrogini assegnati agli agenti del bus con le grate per gli stranieri senza biglietto o a quelli per le squadre degli sgomberi, per "riequilibrare" quello attribuito a preti e volontari che spendono la loro vita per gli ultimi, italiani o stranieri che siano. Siamo ancora ai lavoratori scippati della loro speranza di una vita senza doversi nascondere, costretti ad arrampicarsi su gru e torri per far valere le loro ragioni, e per questo quotidianamente insultati da chi governa la città.
Appena dieci giorni fa, all'intitolazione della stazione Centrale a Santa Francesca Cabrini, il cardinal Tettamanzi l'aveva ribadito: «Milano ha fatto molto per l'integrazione, ora il pericolo è che si fermi. Apriamo cuore e braccia a chi arriva da noi in cerca di speranza». La risposta del Comune è in quelle luminarie spente prima ancora di essere accese. Idea di un assessore che non ne ha ancora azzeccata una. E che ieri, spegnendo via Padova, è riuscito perfino a incassare la disapprovazione della Lega. Un successone.



Milano, niente auguri: sei immigrato

il Fatto Quotidiano, 24-11-2010
Augusto Pozzoli
NELLA Milano, un tempo con il cor in man, si accendono le luminarie natalizie. In via Padova, la strada simbolo della città multietnica, avevano augurato "Buone feste!" in sei diverse lingue. Ma lunedì pomeriggio, su richiesta dell'assessore all'Arredo urbano Maurizio Cadeo (fratello del più noto Cesare, storico big di Canale 5), una squadra di operai ha spento una dopo l'altra tutte le scritte straniere. Sono rimasti, sperduti e tristi sui quattro chilometri d'asfalto, solo due auguri in italiano. Una scelta che l'assessore spiega in questa maniera al consigliere Pd Pierfrancesco Maran: "Via Padova è una strada italiana. E tale deve restare". Questo proprio nel giorno in cui il sindaco Letizia Moratti promette di aprire la città al resto del mondo, ricevendo la bandiera dell'Expo dalle mani del suo collega di Shanghai. Ma della storia di via Padova, Cadeo tenta di farne una questione a metà tra la burocrazia e la politica: "Qualcuno si è messo d'accordo direttamente con la ditta che aveva in appalto l'allestimento delle luminarie. Un colpo di mano. Mi rifiuto che si strumentalizzi il Natale per il problema dell'integrazione razziale". A questo punto il prossimo passo del fratello del simpatico presentatore sarà un intervento per imporre l'italiano come idioma ufficiale nei cartoncini natalizi sui quali, come è noto, gli auguri vengono scritti in diverse lingue. Anche a Milano, insomma, avanza a grandi passi la filosofia delle amministrazioni guidate dal Carroccio in provincia di Brescia. Paesini come Coccaglio, dove lo scorso anno fu inaugurata la caccia al clandestino con un'operazione White Christmas. Certamente razzista, ma almeno, alla faccia di Cadeo, in inglese.



IL TENNIS DEI CLANDESTINI

la Repubblica, 24-11-2010
FILIPPO CECCARELLI
PAlle da tennis,comunicazione volante e dignità umana. Su quanto accade nei cosiddetti Cie, centri di identificazione ed espulsione, esiste ormai una vasta pubblicistica da cui s'intuisce che lì dentro, in buona sostanza, sono sospese le garanzie democratiche e che i corpi degli immigrati valgono assai meno di quelli che hanno la fortuna di vivere al di là delle mura. Com'è abbastanza ovvio, purtroppo, è molto difficile entrare in contatto con chi sta dentro, né gli extracomunitari ivi reclusi possono facilmente comunicare all'esterno. Così, a mezza strada fra la più virtuosa necessità e la più necessitata delle virtù. fuori e dentro il Cie di Torino è invalso il metodo della palla da tennis. Da fuori la tirano, quelli dei centri sociali; e una volta dentro, dopo averla scucita, gli immigrati ci infilano un bigliettino e la rilanciano fuori. I foglietti danno conto di cose molto semplici e perciò anche strazianti. Chi ringrazia per la vicinanza, chi chiede medicinali, chi prega di avvisare amici, parenti, consolato. È tutto molto diverso, ma la memoria va lo stesso ai bigliettini che gli italiani riuscivano a buttare dai treni piombati che oltre 60 anni fa li portarono nei campi in Germania



Danni da sanatoria i comitati in piazza

la RepubblicaNapoli, 24-11-2010
Su 24 mila domande presentate a Napoli e Provincia, ne sono state smaltite ad oggi solo 15 mila ed il 30 per cento sono state rigettate. In molti casi gli immigrati sono stati truffati dai datori di lavoro
Gli immigrati del Forum antirazzista della Campania, comitato di cui fanno parte oltre 40 tra organizzazioni laiche, religiose e comunità di extracomunitari, protestano domani, alle 11, davanti alla prefettura per i danni che hanno subito a causa della sanatoria di colf e badanti del settembre 2009.
Su 24 mila domande presentate a Napoli e Provincia, ne sono state smaltite ad oggi solo 15 mila ed il 30 per cento sono state rigettate. In molti casi gli immigrati sono stati truffati dai datori di lavoro. "Alcuni di essi hanno presentato fino a 18 domande di assunzione, contro le 2 previste dalla legge, altri non possedevano i requisiti di reddito o di disabilità previsti dalla sanatoria", spiega Simona Talamo dell'Associazione Less Onlus che sta seguendo centinaia di pratiche di regolarizzazione.
E al danno si unisce la beffa: "Sono tantissimi gli immigrati che hanno pagato i 500 euro dei contributi al datore di lavoro, se non migliaia di euro, per superare lo scoglio della regolarizzazione. Numerosi imprenditori, dopo aver ricevuto il danaro, invece hanno disertato l'appuntamento in prefettura", racconta Enzo Annibale, responsabile dei servizi agli immigrati della Cgil di Napoli.
Il Forum antirazzista, domani consegnerà al prefetto Andrea De Martino una lettera con tre richieste: più speditezza nelle pratiche (alcuni appuntamenti sono fissati ad aprile 2011); la tutela degli immigrati truffati attraverso la concessione di un permesso di soggiorno temporaneo di almeno 6 mesi; nonché, in considerazione della crisi, di accordare ai lavoratori regolari espulsi dal mercato del lavoro un permesso di disoccupazione di almeno un anno, invece dei 6 mesi previsti dalla legge.



Dopo-gru: il tavolo c'è, il presidio non ancora

Bresciaoggi, 24-11-2010
Massimo Tedeschi
INCONTRI IN PREFETTURA. Prima il Comitato per l'ordine e la sicurezza, poi il faccia a faccia fra il prefetto e i rappresentanti di Cgil, Cisl e Centro migranti della diocesi. Luogo di confronto diventa il «Consiglio territoriale per l'immigrazione» previsto dalla legge Bossi-Fini Visibilità della protesta, decisione spostata in avanti
Brescia. Il tavolo a cui discutere i problemi degli immigrati a Brescia esiste: è il vecchio «Consiglio territoriale per l'immigrazione», un organismo assembleare di oltre trenta membri istituito dalla Bossi - Fini che in passato aveva tirato a campare senza grandi sussulti, a fine agosto era stato rinnovato dal prefetto Narcisa Brassesco Pace e ora, dopo la protesta della gru, acquista nuovo ruolo e nuova centralità.
Il presidio per dare nuova visibilità alle ragioni della protesta della gru non c'è ancora. Ne ha parlato il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza, riunito ieri mattina. Ne hanno parlato il prefetto e i rappresentanti di Cgil, Cisl e diocesi di Brescia in un faccia a faccia di un'ora ieri pomeriggio. Ma l'indicazione del luogo e delle condizioni in cui il presidio dovrà svolgersi ancora non è arrivata. L'impressione è che alla fine verrà concesso, però dopo un intervallo di tempo sufficiente per dissipare l'idea che sia stata una conquista dei manifestanti della gru, e non invece una soluzione concordata fra sindacati, diocesi e istituzioni.
ALLA FINE di una giornata di riunioni il prefetto Brassesco Pace fa il punto. La premessa è che «nessun accordo» è intercorso fra istituzioni e manifestanti per convincerli a scendere. Insomma nulla è dovuto. Ma l'agenda dei temi non cambia, ed è quella che include il tavolo di confronto e il nuovo sito per il presidio.
«Dopo un approfondimento normativo - spiega il prefetto - abbiamo deciso che il luogo di confronto istituzionale sia il Consiglio territoriale per l'immigrazione. L'organismo, previsto dalla legge, esisteva già, me nelle ultime settimane è stato rinnovato». La prima riunione del nuovo Consiglio è fissata per i primi di dicembre.
Non si discuterà dei permessi di soggiorno: «I permessi di soggiorno non sono oggetto di trattazione nè di accordi o di mediazione - dice il prefetto - .Diverso il caso che vengano avanzate delle proposte: a quel punto sarà mia cura inoltrarle agli organi centrali che hanno competenza sui diversi argomenti».
IL CONSIGLIO territoriale - di cui fanno parte istituzioni, enti locali, sindacati, associazioni d'impresa e alcune rappresentanze degli immigrati - è macchinoso nei movimenti, viste le dimensioni.
Per garantirne l'operatività sono previsti alcuni tavoli tematici: socio culturale, socio sanitario, lavoro, minori stranieri non accompagnati e tratta esseri umani. Il decreto di nomina prevede che «possano essere invitati a partecipare alle riunioni i rappresentanti di Enti o altre istituzioni pubbliche o associazioni interessati agli argomenti in trattazione». Ciò significa che «Diritti per tutti», che ha affiancato e sostenuto la protesta della gru, potrebbe entrare in un organismo di cui oggi non fa parte. Peraltro la norma prevede che altre associazioni possano chiedere di entrare a far parte del Consiglio: le istanze vengono vagliate un paio di volte all'anno, e la composizione del Consiglio viene aggiornata di conseguenza.
Quanto al presidio, sottolinea il prefetto, «il tema verrà affrontato in una delle prossime sedute del Comitato per l'ordine e la sicurezza» che di norma si riunisce una-due volte a settimana. «Se possibile, valuteremo i siti che possono essere indicati» dice il prefetto. Quanto al presidio che si riunisce nel tardo pomeriggio accanto alla chiesa di San Faustino, Brassesco Pace fa capire che non è materia di Comitato per la sicurezza: «Le autorizzazioni per queste cose sono di competenza del questore». Un problema amministrativo, insomma.
DIVERSE le reazioni dei protagonisti dell'incontro pomeridiano. Padre Mario Toffari, direttore del Centro diocesano migranti, vede il bicchiere mezzo pieno: «Che parta un'istituzione che finora era bloccata, come il Consiglio territoriale, è positivo. Che si sia convenuto che per il presidio va individuata una collocazione è positivo. Che le associazioni che avevano firmato il documento dei 43 abbiano deciso di muoversi sul terreno pre-politico per avanzare proposte è positivo. Vuol dire che è successo qualcosa. Fra l'altro a Roma sono in atto iniziative legislative per affrontare i problemi emersi». È di ieri il sì a un ordine del giorno della Turco che affronta il tema dell'emersine di altri lavoratori, dell'estensione del tempo per il rinnovo del permesso di soggiorno, della lotta alle truffe subite dagli immigrati.
Damiano Galletti, segretario della Cgil, vede invece il bicchiere mezzo vuoto: «Ad oggi - dice - non c'è un luogo, una decisione che riguardi il presidio. È positivo invece che si apra questo benedetto tavolo che dovrebbe far emergere le tante ingiustizie denunciate dagli immigrati, che sono i più deboli». Infine Enzo Torri, neo-segretario della Cisl, mostra fiducia: «Il dialogo sta prevalendo sul conflitto. giorno dopo giorno si stanno acquisendo risultati che non erano scontati. Non è il momento del "tutto e subito", ma nemmeno del "niente e mai"».



IMMIGRATI GRU: PREFETTO BRESCIA, SI' A CONSIGLIO IMMIGRAZIONE

(AGI) - Brescia, 23 nov. - Un consiglio territoriale sull'immigrazione. Nascera' a Brescia, in seno alla prefettura, per discutere di problemi e proposte sollevati dalle comunita' straniere. Lo ha annunciato in serata il prefetto Livia Narcisa Brasseco Pace, dopo avere ricevuto i rappresentanti di Cgil, Cisl e Curia, fautori della mediazione che una settimana fa ha consentito la discesa dalla gru dei 4 immigrati rimasti arrampicati per protestare contro la "sanatoria truffa". I sindacati e la Diocesi avevano offerto ai 4 immigrati oltre alle garanzie minime di non espulsione immediata anche la possibilita' di istituire un tavolo a tema e un presidio di protesta gestito appunto da Cgil, Cisl e Curia. Sul primo punto il prefetto, pur avendo puntualizzato che in merito "non erano stati presi accordi e che sui permessi di soggiorno non e' possibile trattare", ha aperto: "Il consiglio territoriale sull'immigrazione e' uno strumento offerto dalla legge, un luogo giusto per avanzare proposte e trattare temi - ha detto -. Vedra' la partecipazione delle comunita' immigrate, di rappresentanti di associazioni di categoria, di industriali, di Comune, provincia e sindacati. Per renderne piu' efficiente il lavoro in quest'ambito saranno quindi di volta in volta convocati tavoli ad hoc per affrontare i problemi, dai minori allo sfruttamento sul lavoro". Quanto al presidio, al momento nulla di fatto: "Sara' oggetto di discussione di una delle prossime sedute del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica. Nel frattempo saranno valutate le possibili sedi".



"Il sangue verde": un film sulla rabbia degli immigrati di Rosarno

Toscana News 24, 23-11-2010
Grosseto. Mercoledì 24 novembre alle ore 20.30 al Cinema Stella di Grosseto, la proiezione del documentario sulle manifestazioni di rabbia degli immigrati a Rosarno, che mettono a nudo le condizioni di degrado e ingiustizia in cui vivono quotidianamente migliaia di braccianti africani nel nostro Paese.
"Non c'è italiano che accetti di lavorare per 25,00 euro al giorno. Noi lo facciamo": è la voce della disperazione quella di uno dei giovani migranti africani protagonisti del film documentario "Il sangue verde" di Andrea Segre, in programma mercoledì 24 novembre alle 20.30 al Cinema Stella di Grosseto, in via Mameli 24.
"Il sangue verde", di Andrea Segre, prodotto da ZaLab, coprodotto da Aeternam Films e patrocinato da Amnesty International, ricostruisce gli eventi e le violenze di Rosarno del gennaio 2010 attraverso il racconto di sette migranti africani. Girato tra Rosarno, Caserta e Roma, propone un resoconto di quei giorni e di quelli che seguirono, raccogliendo le voci di chi, pur protagonista, viene spesso lasciato nel silenzio, restituendo così la dignità del racconto in prima persona ad Abraham, John, Amadou, Zongo, Jamadu, Abraham e Kalifa.
L’appuntamento è organizzato da Arci Immigrazione Grosseto e dal 'Forum Cittadini del Mondo Raniero Amarugi', con il patrocinio del Comune di Grosseto, per favorire la conoscenza dei temi legati all’immigrazione e alla integrazione nella città di Grosseto.



Se anche Londra chiude le porte

il Sole, 24-11-2010
Dalle parole ai fatti: David Cameron sta spuntando uno ad uno dall'agenda elettorale i provvedimenti promessi. Le lacrime e sangue dei tagli al bilancio pubblico, l'aumento delle tasse universitarie e la diversa organizzazione di incentivi e borse di studio. Non manca il piglio al giovane leader conservatore e non manca il coraggio di abbattere anche quelli che erano considerati i tabù d'Oltremanica. Ieri è toccato alle quote per l'immigrazione. Tetti all'ingresso di cittadini extra-Ue nel Paese tradizionalmente più aperto e ad alta immigrazione del mondo. Londra multiculturale e multirazziale avrà le quote, ma d'elite. L'anno prossimo 21.700 lavoratori qualificati potranno entrare in Gran Bretagna, meno della metà di quelli che nel 2009 hanno ottenuto un permesso di lavoro mentre gli iperqualificati, con stipendi superiori a  40mila sterline, sono esclusi dal provvedimento. Esclusi anche gli universitari, mentre molti studenti dovranno rinunciare a sciacquare il loro inglese nel Tamigi delle scuole private. Il tempo dirà se Cameron ha avuto ragione. A prima vista, più che un tetto all'immigrazione, sembra una misura protezionista. La paura di Londra è un sentimento che fa paura.



Gran Bretagna, Londra annuncia limiti più rigidi, ma esclude le specializzazioni mancanti alle aziende
Stretta inglese sull'immigrazione
Fissato un tetto per il 2011 ai lavoratori qualificati extra Ue
il Sole, 24-11-2010
Nicol Degli Innocenti
L'immigrazione in Gran Bretagna ha raggiunto «livelli inaccettabili» e va controllata, aveva avvertito il premier David Cameron. Alle parole sono seguiti rapidamente i fatti: ieri il ministro dell'Interno Theresa May ha annunciato in Parlamento i primi limiti mai posti da Londra all'ingresso di stranieri. Il numero di lavoratori qualificati che potranno trasferirsi da paesi extra Ue sarà limitato a  21.700 all'anno, meno del tetto temporaneo di 24mila imposto dal governo in settembre.
«Dobbiamo agire su tutti i fronti e tutte le strade di ingresso, sui visti per lavoro, per gli studenti e per le famiglie, e spezzare il legame tra permessi di soggiorno temporanei e residenza permanente», ha detto la May. L'obiettivo dichiarato del governo è ridurre il numero totale di immigrati dagli attuali 196rnila all'anno a «qualche decina di migliaia» entro il 2015.
I limiti annunciati ieri sono più rigidi del previsto: la settimana scorsa gli esperti della Migration Advisory Committee avevano raccomandato a Londra di limitare i visti a un numero compreso tra i 37 e i 43mila all'anno, un calo tra il 13 e il 25% rispetto al 2009. Il governo di coalizione, dopo difficili negoziati tra conservatori e liberal democratici, ha però deciso una linea più dura.
La coalizione ha accolto le pressanti richieste del mondo del business di non limitare l'ingresso di dipendenti stranieri con specializzazioni difficili da trovare in Gran Bretagna. Per placare le proteste delle multinazionali, il governo ha deciso di esentare i dipendenti con qualifiche particolari che vengono formalmente trasferiti in Gran Bretagna dalla società per la quale lavorano e che guadagnano oltre 40mila sterline all'anno. Si calcola che l'esenzione riguarderà circa 22mila persone all'anno, che potranno risiedere nel paese per un massimo di cinque anni. Un'eccezione verrà fatta anche per mille «talenti»: scienziati, accademici e artisti che si ritiene possano dare un contributo importante all'economia o alla cultura. La Cbi, la Confindustria britannica, si è detta soddisfatta del compromesso.
Il giro di vite sull'immigrazione colpirà soprattutto gli studenti: allo stato attuale si calcola che siano 28omila i giovani da tutto il mondo che vengono a vivere in Gran Bretagna per studiare, sia a livello liceale che universitario, ma anche per seguire corsi di lingua o di perfezionamento. D'ora in poi il 60% di loro non otterrà 0 visto di ingresso, secondo le intenzioni dei conservatori: «Troppi studenti di corsi inferiori al livello universitario - ha detto la May - vengono qui per vivere e lavorare, non per studiare. Bisogna bloccare questo abuso». Su questo delicato fronte però non è stato ancora raggiunto un accordo tra i due partiti della coalizione e quindi i dettagli del piano verranno annunciati nei prossimi giorni.
La May ha comunque detto che gli studenti universitari continueranno a essere i benvenuti; verrà fortemente limitato il numero di studenti che seguono scuole private 0 corsi non di laurea. Molti atenei britannici avevano espresso preoccupazione che un pesante intervento di Londra le avrebbe private di una preziosa fonte di reddito, specie nella fase attuale di tagli alla spesa pubblica, dato che gli studenti non Ue  pagano tasse universitarie più elevate.
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