Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

Menù

 

"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

16 luglio 2012

Bari, 127 migranti sbarcati nel porto fermati sette scafisti, ricoveri in ospedale
Sono di nazionalità egiziana e palestinese, molti i minorenni. Il peschereccio su cui erano è stato intercettato sabato al largo di San Cataldo e scortata nel capoluogo. Individuati i presunti traghettatori
la Repubblica, 16-07-2012
Nuovo sbarco sulle coste pugliesi: 127 i migranti, per lo più di nazionalità egiziana e palestinese, tra cui numerosi minorenni che sembrerebbero avere tra i 14 e i 15 anni, a bordo di un peschereccio, sono stati tratti in salvo nella notte da unità della Guardia di Finanza e condotti nel porto di Bari, intorno alle 5.30 di questa mattina. I migranti erano in navigazione da poco meno di una settimana e sono giunti sulle coste pugliesi molto provati: per sette di loro è stato necessario il ricovero in ospedale. Sette persone, ritenute dagli investigatori i presunti scafisti della imbarcazione, sono state sottoposte a fermo. Si tratta di sette uomini di nazionalità egiziana.
I migranti erano stati intercettati sabato sera dall'equipaggio di un aereo islandese coordinato dal Roan di Taranto nell'ambito di servizi internazionali anti-immigrazione, a 25 miglia a largo di San Cataldo, nel Salento, ed erano stati monitorati per circa 48 ore. Questa notte il peschereccio è entrato in acque territoriali ed è stato abbordato alle 3.40 da uomini e mezzi del Roan della Guardia di finanza; due finanzieri sono riusciti a salire a bordo del peschereccio
nonostante il mare molto mosso. L'arrivo dei migranti nel porto di Bari è avvenuto alle 5.30: qui sono cominciate le pratiche di identificazione del gruppo con la collaborazione della Polizia di frontiera e della Questura.
Tra i migranti - secondo i primi accertamenti - ci potrebbero essere anche gli scafisti che sarebbero di nazionalità egiziana. Alle operazioni di soccorso hanno partecipato anche un elicottero e mezzi di supporto della Capitaneria di porto.



Emergenza sbarchi: il Viminale conferma il progetto Praesidium.
L’Oim chiede che Lampedusa venga nuovamente considerata “porto sicuro”.
Immigrazioneoggi, 16-07-2012
Unhcr, Oim, Save the Children e Croce Rossa italiana, hanno firmato con il Ministero dell’interno il rinnovo della convenzione Praesidium, attiva fino a dicembre 2012.
Avviate a Lampedusa nel 2006 dal Ministero dell’interno ed estese negli anni successivi anche alla Sicilia, alla Puglia e alla Calabria, le attività di Praesidium sono state caratterizzate da un modello d’intervento multi agenzia, che ha permesso alle organizzazioni partner di assistere e individuare le diverse categorie di migranti giunti in Italia via mare, con un’attenzione particolare ai gruppi vulnerabili.
“In questi anni abbiamo assistito migliaia di migranti sbarcati sulle coste italiane e operato azioni di monitoraggio nei Cie e nei Cara di Sicilia e Puglia”, spiega José Angel Oropeza, direttore dell’Ufficio di coordinamento per il Mediterraneo dell’Oim. “Se però siamo a conoscenza del numero di coloro che in questi anni sono giunti in Italia, non siamo in grado di quantificare l’altissimo numero di coloro che purtroppo non ce l’hanno fatta e che hanno trovato la morte in mare”.
“L’ennesima tragedia che qualche giorno fa ha causato la morte di 54 migranti eritrei”, sottolinea il direttore Oim, “conferma come sia necessario che tutte le barche di migranti che partono dalle coste del nord Africa siano automaticamente considerate imbarcazioni in difficoltà e quindi bisognose di assistenza. In tal senso invitiamo il Governo italiano a facilitare le operazioni di sbarco e a non creare impedimenti burocratici – se non penali – a marinai e pescherecci che, temendo di essere accusati di favoreggiamento all’immigrazione clandestina o del sequestro delle proprie imbarcazioni, potrebbero avere esitazioni nel soccorrere eventuali barche in pericolo.”
“Così come previsto dal diritto della navigazione, le persone soccorse dovrebbero essere poi accompagnate presso il primo porto sicuro”, conclude Oropeza, “Proprio per questa ragione appare sempre più necessario che l’ordinanza che dichiara Lampedusa porto “non sicuro” venga al più presto revocata.”
Dall’inizio dell’anno i migranti giunti via mare sulle coste italiane sono sono stati oltre 3500, di cui circa 800 in Puglia, 700 in Calabria e 2000 in Sicilia.



Lungo la rotta dell'indifferenza
Alessandra Coppola
Corriere della sera, 16-07-2012
MONASTIR-LAMPEDUSA — Ecco che cosa vedono le donne e gli uomini che attraversano il Mediterraneo: acqua da ogni lato, certo, ma poi anche il punto bianco dei pescherecci all'orizzonte, yacht che tagliano le onde veloci, imbarcazioni militari fuori dai tracciati del Gps, aerei scuri che sorvolano bassi e, alla fine, lo scoglio di Lampione e una coppia di delfini: l'approdo a Lampedusa. Terra.
Dalla Tunisia alla Sicilia non può essere un viaggio solitario. Il mare è piccolo, stretto, affollato. Qui più che altrove. Com'è possibile restare giorni alla deriva senza incontrare nessuno?
Un'alleanza di 17 organizzazioni euro-africane — Boats4People — ha voluto fare la prova: l'ultima tappa del percorso della Goletta Oloferne ha seguito la rotta dei migranti: da Monastir a Lampedusa. Per capire come creare una rete di soccorso e trasformare i controlli, le apparecchiature radar, la visuale dagli aerei, da strumenti per respingere a boe per aiutare. «Questa coalizione è stata creata per impedire altre morti alle frontiere marittime», spiega il coordinatore, Nicanor Haon: 1.500 vittime accertate dall'Unhcr nel 2011 e tanti testimoni che descrivono barche vicinissime e indifferenti, «non è possibile che non ci sia mai un responsabile».
La partenza è di notte, come avviene spesso dai porti qui accanto, tra Kelibia e Sfax, o poco più in là, oltre il confine libico. Il capitano, Marco Tibiletti, ha scelto le condizioni climatiche migliori possibili. «Ma i trafficanti buttano la gente in mare come fanno con la droga, via con la corrente e se arriva arriva... ». Il tragitto è di 90 miglia, barra a Est, la velocità media è di 6 nodi, un'imbarcazione normale impiega 15 ore. Una bagnarola anche il doppio del tempo. A bordo, tra gli altri, un giornalista del Niger, una fotografa tunisina, due videomaker francesi, la responsabile Frontiere e Cie dell'Arci Carmen Cordari e il ricercatore Lorenzo Pezzani, che usa le immagini satellitari per ricostruire la scena dei naufragi.
Di pescherecci se ne incontrano soprattutto sotto costa, si riconoscono dagli argani per le reti, e con il binocolo si vedono anche gli uomini al lavoro a bordo. Quando si avanza in mare aperto, il paesaggio diventa più monotono. L'Oloferne custodisce a prua dieci bidoni di acqua e cibo per 90 persone, come primo aiuto, ma non saranno necessari. La nave scura che compare all'alba probabilmente è militare, spiegano, perché non è segnalata dal Gps cartografico. Al mattino presto, uno stormo di gabbiani che beccano in acqua attira l'attenzione. L'immagine che viene in mente è macabra. «A Pantelleria i marinai ci hanno confessato che ormai non recuperano i resti umani che s'impigliano alle reti — racconta il capitano — li rigettano in mare». Troppi problemi, come quando si presta soccorso ai naufraghi: imbarcazione sequestrata, rischio di guai giudiziari. E' uno dei punti di Boats4People: riaffermare il diritto del mare, chi è in pericolo va aiutato. La barca vira per vedere meglio. Non c'è più nulla.
Si avanza in acque italiane. Aerei militari ci sorvolano. Compare qualche yacht, un paio di barche a vela, ritornano i pescherecci, ci si avvicina alla terra. Leggera virata a Sud: Lampedusa. La guardia costiera ci viene incontro. Tutto sotto controllo: non si è soli nel Mediterraneo.



Tribunale di Stoccarda: Italia inumana con gli immigrati Featured
Nuova Società, 16-07-2012  
di S. G.
Il Tribunale di Stoccarda ha accolto la richiesta di asilo politico di una famiglia proveniente dalla Siria, che era approdata in Italia prima di giungere in Germania.
Anche se gli accordi di Dublino prevedono che gli immigrati extra-europei rimangano nel primo Paese di approdo, il tribunale ha deciso comunque di esaminare la richiesta, motivando la decisione con il fatto che in Italia a chi chiede ospitalità perché fugge da persecuzioni, guerre o violenze politiche lo Stato riserva agli immigrati un "trattamento inumano e umiliante" e che i migranti sono messi in condizione di vivere "al di sotto della soglia di povertà" e spesso in mezzo ad una strada.
A sostegno di giudizi così severi, le segnalazioni delle organizzazioni umanitarie e per la difesa dei diritti umani, che denuncino da anni le violazioni dei diritti. In Italia, infatti, la quasi totalità dei richiedenti asilo vive se va bene in baracche abusive, altrimenti per strada. A Roma, su 6000 rifugiati non più di 2200 hanno una brandina
«I profughi vengono obbligati a vivere in condizioni orrende le condizioni intollerabili in cui 800 rifugiati sono costretti a vivere in un edificio abbandonato nella città di Roma – ha scritto Nils Muiznieks, commissario per i diritti umani del Consiglio europeo - inaccettabile per un Paese come l'Italia». Anche Emergency aveva denunciato il fatto che migliaia di migranti vengono rispediti indietro senza neanche accertare se abbiano diritto all'asilo politico. «Nonostante sia un diritto riconosciuto, anche in Italia il diritto alla cura è spesso un diritto disatteso – scrive Emergency - migranti, stranieri, poveri spesso non hanno accesso alle cure di cui hanno bisogno per scarsa conoscenza dei propri diritti, difficoltà linguistiche, incapacità a muoversi all'interno di un sistema sanitario complesso».
Dopo la decisione di Stoccarda, la deputata della Linke, Ulla Jelpke, ha chiesto al governo federale di bloccare tutti i rimpatri verso l'Italia.
Questa fa eco ad un'altra sentenza: quelle del 25 aprile in cui il tribunale di Darmstadt aveva accolto la richiesta di una donna somala che, approdata in Germania non voleva essere rinviata in Italia, il Paese che per primo le aveva dato asilo.



Nomadi via da Tor de' Cenci Alemanno: "Riparte il piano"
Il sindaco: "Sono riuscito a convincere la comunità rom a trasferirsi in un'area attrezzata, come La Barbuta o Castel Romano. Legalità deve convicere con la solidarietà"
la Repubblica, 16-07-2012
"Sono riuscito a convincere le comunità nomadi" di Tor de' Cenci "ad andare nei nuovi siti, alla Barbuta e nei nuovi spazi che saranno creati a Castel Romano, un altro campo autorizzato". L'annuncio arriva direttamente dal sindaco Gianni Alemanno in un video pubblicato sul blog ufficiale http://duepuntozero.alemanno.it riguardo al piano nomadi.
"Finalmente siamo in condizione di far ripartire il piano nomadi di Roma Capitale. Fin dall'inizio della legislatura, già in campagna elettorale, avevamo indicato degli obiettivi semplici: sgomberare tutti i campi tollerati, accampamenti abusivi, per concentrare la presenza dei nomadi in pochi campi organizzati. In questi campi ci deve essere la sicurezza e la legalità e anche un forte presidio sociale, per permettere l'integrazione, cominciando dal lavoro e dalla scolarizzazione dei bambini - afferma il primo cittadino nel video - Questo obiettivo si è fermato dopo i successi e la chisura del Casilino 900 e Della Martora, perchè siamo stati bloccati dal Tar e da molte burocrazie che hanno impedito di aprire il nuovo campo della Barbuta, un campo attrazzato. Quando questi problemi sono stati risolti abbiamo potuto riprendere lo sgombero dei campi. Abbiamo cominciato qualche giorno fa con il campo di Baiardo a Tor di Quinto, che è un campo che stava lì da venti anni e quando
lo abbiamo demolito abbiamo abbattuto le baracche, mandato i nomadi nel nuovo campo della Barbuta, abbiamo trovato tonnellate di rifiuti che stavano sulla riva del Tevere e che rischiavano di creare grandi problemi igienico-sanitari a tutto il municipio. Poi proprio ieri sono andato al Campo di Tor de' Cenci, lì la situazione è più complessa. Le comunità nomadi non vogliono allonatanarsi da questo campo perchè esite da molti anni. E' un'area che è stata lasciata per molto tempo nel limbo dall'amministrazione precedente: non si capiva se era stato autorizzato oppure no. Certamente ora la Asl lo ha dichiarato inagibiile dal punto di vista igienico sanitario e questo fatto rappresenta un problema notevole per i cittadini che vivono a Tor de' Cenci e per i nomadi che stanno là dentro - ha continuato Alemanno - Alla fine, dopo un lungo discorso e un lungo confronto, sono riuscito a convincere le comunità nomadi ad andare nei nuovi siti, alla Barbuta e nei nuovi spazi che saranno creati a Castel Romano, un altro campo autorizzato".
La precisazione, poi. "Il campo della Barbuta è un molto più vivibile, molto più accettabile di quelli precedenti e quindi noi riusciamo a realizzare migliori condizioni di vita per questi nomadi e contempoarneamente a dare garanzie di sicurezza e legalità per tutti i cittadini. Questo è il nostro obiettivo - ha osservato il sindaco - Roma ha un'idea chiara. La legalità deve convivere con la solidarietà. Non ci può essere solidarietà e integrazione senza un grande rispetto delle leggi, senza la sicurezza per tuti i cittadini. Su questo ci muoveremo. Chi non ha diritto a stare a Roma sarà espulso, chi ha diritto perchè sta da tanti anni a Roma avrà un luogo dove stare, dove potersi intergrare, dove poter un giorno uscire dal campo perchè avrà trovato un lavoro, ma tutto in una condizione e di trasparenza e legalità e di rispetto per i diritti di tutti".



Immigrati alla seconda generazione la civil card per i minori nati a Roma
Parte dal X municipio l’iniziativa che permetterà ai figli nati da genitori stranieri e residenti nella capitale di ottenere la cittadinanza
la Repubblica, 14-07-2012
MARIA GABRIELLA LANZA
Immigrati alla seconda generazione la civil card per i minori nati a Roma
Per i minori nati da genitori stranieri e residenti a Roma  nasce la civil card: un documento, formato tessera, che raccoglie tutti i dati storico-anagrafici che rendono possibile ottenere la cittadinanza italiana. L’iniziativa parte dal X municipio: lunedì prossimo verranno consegnate le prime tessere ai 19 minori che ne hanno fatto richiesta. “E’ un’opportunità rivolta ai tanti ragazzi e ragazze che sentono e vivono Roma come la propria città, ma che purtroppo continuano a restare civilmente esclusi perché figli di coppie straniere", ha affermato Sandro Medici, presidente del X municipio.
Secondo il 21° rapporto della Caritas/Migrantes, i minori stranieri presenti in Italia sono 993.238. Sono le cosiddette seconde generazioni: bambini e adolescenti che vivono da stranieri nel paese dove sono nati, con la possibilità di diventare un giorno italiani. L’articolo 2 della legge n.91 del 5 febbraio 1992 stabilisce che i giovani nati in Italia da genitori stranieri possono richiedere la cittadinanza al compimento del diciottesimo anno di età, solo dopo aver dimostrato la residenza ininterrotta e certificata nel nostro paese. L’avvio della pratica di concessione della cittadinanza costa 200 euro: una cifra che può incidere in modo notevole sulle famiglie che hanno un reddito sostenuto.
La legge n.91 del 1992 prevede che tutti i discendenti degli italiani sparsi nel mondo possano godere degli stessi diritti degli italiani, mantenendo una sorta di cittadinanza
di riserva. È il cosiddetto ius sanguinis. Basta avere un nonno italiano per votare alle elezioni politiche e decidere chi governerà un paese di cui nella maggior parte dei casi non si conosce neanche la lingua. Le seconde generazioni, invece, che hanno come unica patria l’Italia, sono escluse dalla vita pubblica.
Non ci sono dati che permettano di quantificare con precisioni quanti giovani riescano ad ottenere la cittadinanza italiana. È possibile che molti si ritrovino ad essere irregolarmente presenti nel paese in cui sono nati e cresciuti, con il rischio di venire rimpatriati in una terra che non è la loro. L’iniziativa portata avanti dal X municipio di Roma va nella direzione di tutelare i figli legittimi dell’Italia di domani, un’Italia che con fatica sta imparando a riconoscersi nelle sue nuove vesti multiculturali.



Per un film fa abortire la moglie a calci
il Giornale, 16-07-2012
Enza Cusmai
L'ha presa a calci come fosse un pallone. Poi anche a pugni come in mezzo a un ring. Lei ha incassato, si è difesa anche. Con un bel colpo basso che lo ha piegato in due. Ma non è bastato. La marocchina, comunque donna, si è arresa a tanta gratuita violenza e all'emorragia che le ha fatto perdere il figlio di sei mesi che aveva in grembo. L'uomo - chiamiamolo marito per onor di anagrafe - ha spezzato una vita e ha frantumato i sogni di una famiglia. E tutto per un film in cassetta. Proprio così. Siamo di fronte ai soliti «futili motivi» con cui si arriva alle mani e anche alla morte. E siccome si tratta di musulmani, c'è di mezzo anche una morale religiosa distorta che a volte offusca la mente. Come è successo al marocchino di 42 anni, che ha picchiato selvaggiamente la moglie durante un momento di relax.Siamo nel Piacentino, a Castelvetro. La coppia aveva noleggiato un dvd e i due lo stavano guardando insieme alla loro bambina di due anni e mezzo. Ma alcune scene non piacevano al papà musulmano, perché contenevano «parole sexy» che le innocenti orecchie della figlioletta non dovevano sentire. La moglie probabilmente ha fatto qualche obiezione. E lui ha reagito come una furia incurante del pancione che aveva davanti. Si è scagliato contro la moglie prendendola a calci e pugni, con il risultato di farle perdere il bambino che aveva in grembo. La donna, di 41 anni, ha subito anche la frattura del costato sinistro, contusioni al volto e all'addome. Lui è stato colpito a sua volta con un calcio ai testicoli. Il tutto è stato messo a verbale dai carabinieri a cui si sono rivolti entrambi dopo essersi fatti curare al pronto soccorso: lei per denunciare la perdita del figlio in seguito alle percosse subite, lui per denunciare il calcio ricevuto ai testicoli. Ma più del calcio, per l'uomo sarà molto più doloroso sapere che rischia il carcere per le percosse e l'uccisione del feto. Oltre al fatto che probabilmente non rivedrà molto presto la sua adorata figlioletta che le ha scatenato la furia omicida. Donna e bambina, infatti sono state trasferite in una struttura protetta in attesa dell'inchiesta, che andrà avanti fra le reazioni indignate dei politici locali. Come quella di Massimo Polledri, deputato leghista che chiede alla comunità di reagire «contro crimini inaccettabili».Fra gli immigrati di fede islamica i casi di violenza contro le donne considerate troppo occidentali e i «delitti d'onore» sono tanto numerosi (dal caso di Hina, la ragazza pachistana uccisa nel 2006 a Brescia dal padre perché era troppo «occidentale») non solo in Italia, che anche il Consiglio d'Europa lancia l'allarme.

Share/Save/Bookmark
 


 

Perchè Italia-Razzismo 


SPORTELLO LEGALE PER RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO

 

 


 

SOS diritti.
Sportello legale a cura dell'Arci.

Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
leggi tutto>

Mappamondo
>Parole
>Numeri

Microfono,
la notizia che non c'è.

leggi tutto>

Nero lavoro nero.
leggi tutto>

Leggi razziali.
leggi tutto>

Extra-
comunicare

leggi tutto>

All'ultimo
stadio

leggi tutto>

L'ombelico-
del mondo

Contatti


Links