Per «tutti» gli stranieri le cure sono un diritto

09 novembre 2010 Osservatorio Italia-razzismo

Il Governo aveva sollevato davanti alla Corte Costituzionale la questione a proposito di alcune disposizioni della Legge Regionale della Puglia sull’Immigrazione (L.22/2010). La sentenza della Corte Costituzionale n.299 del 22 ottobre ha dato ragione all’operato della Regione su almeno due questioni importanti:

1) Il Testo Unico sull’immigrazione garantisce l’assistenza sanitaria gratuita agli immigrati per le cure urgenti o essenziali irregolarmente soggiornanti, anche a carattere continuativo e prevede inoltre che a loro sia rilasciato un tesserino con il codice STP (straniero temporaneamente presente). La legge pugliese prevede che gli assistiti con quel codice abbiano diritto alla scelta del medico di base.
2) Il governo, modificando il Testo Unico sull’immigrazione, con la legge 132/2008, ha escluso i cittadini dell’Unione Europea (ad esempio i romeni) non iscritti all’anagrafe, dall’assistenza sanitaria gratuita di cui fruiscono i cittadini non europei irregolarmente soggiornanti. La legge pugliese invece prevede per i cittadini appartenenti all’Unione Europea privi dei requisiti per l’iscrizione al sistema sanitario l’assistenza gratuita con il codice ENI (europeo non in regola) con le stesse modalità per l’attribuzione e l’accesso alle prestazioni previsti per i cittadini irregolari non appartenenti all’Unione Europea.
Due provvedimenti di diritto e di buon senso, di civiltà e di confermata costituzionalità che insieme all’iscrizione a tempo indeterminato al Sistema Sanitario Regionale degli immigrati regolari (vigente sempre in Puglia) attendono di essere adottati dalle altre Regioni italiane.
In omaggio a quel diritto alla salute, che rientra tra le prerogative fondamentali della persona.
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