Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

13 settembre 2011

 

Rosarno: Scopelliti, nuovi immobili per accogliere immigrati
Tele Reggio calabria.it, 13-09-2011
E' stato presentato ierii a Rosarno il progetto di interventi della Regione a favore dell'integrazione dei lavoratori immigrati in territorio calabrese che prevedono iniziative finalizzate alla soluzione dei problemi di accoglienza ed alloggiativi dei lavoratori immigrati con regolare permesso di soggiorno o richiedenti asilo. Alla presentazione hanno partecipato il presidente della Giunta regionale Giuseppe Scopelliti, l'assessore regionale al Lavoro Francescantonio Stillitani e il sindaco di Rosarno Elisabetta Tripodi. Il dipartimento urbanistica della Regione Calabria nell'ambito dei progetti sperimentali e di sistema previsti nella riserva del 15% del Pisu dei fondi Por Fesr 2007-2013 ha previsto investimenti complessivi per 14 milioni di euro per realizzare progetti di accoglienza e soluzioni alloggiative per i lavoratori migranti in stretta collaborazione con l'assessorato al lavoro e politiche sociali della Regione. Gli interventi prevedono finanziamenti per soluzioni abitative da affidare ai Comuni interessati i quali dovranno provvedere successivamente alla stesura dei progetti e all'appalto. Le aree interessate dagli interventi sono il Comune di Rosarno dove è prevista una percentuale di popolazione degli immigrati del 5,4%, il Comune di Crotone con una percentuale del 2,7% che però subisce un impatto molto più pesante per la presenza del centro di accoglienza di Sant'Anna, il Comune di Corigliano Calabro con un'incidenza record del 5,36% dovuta alla concentrazione nell'area di Schiavonea ed alla stagionalità agricola; il Comune di Lamezia con un'incidenza del 3,1% e il Comune di Vibo con un'incidenza del 2,1%. A Corigliano si prevede di realizzare lavori di esproprio e di manutenzione straordinaria del casino De Rosis. Verranno realizzati 15 immobili con tre vani ciascuno; a Crotone sei alloggi familiari, un centro di accoglienza nella ex scuola Anna Frank; a Lamezia sono previsti interventi di prima e seconda accoglienza in alcune strutture del centro storico da espropriare in via Piedinchiusa, via Belvedere, via Spaventa, via Galliano e via Bellini. A Rosarno verranno edificati strutture residenziali e di accoglienza in alcune aree confiscate alla 'ndrangheta e infine a Vibo interventi nella ex scuola media della frazione di Triparni. Complessivamente entro 24 mesi, questa la data fissata dai tecnici della Regione, dovrebbero essere realizzati 143 immobili residenziali che dovranno ospitare 1.230 immigrati. ''La presentazione del programma di interventi della Regione - ha detto Scopelliti - mette in campo un meccanismo che aiuta i vari territori a farsi carico dell'accoglienza agli immigrati". Scopelliti ha sottolineato, inoltre, "che si è arrivati alla stesura del progetto attraverso un percorso di dialogo con i Comuni interessati". L'assessore Stillitani ha sottolineato che i fondi destinati agli alloggi per gli immigrati "non sono sostitutivi di quelli destinati all'edilizia residenziale pubblica".
 
 
 
Immigrati sulla torre, arrivano due tende e una cucina
Affaritaliani.it, 12-09-2011
Di scendere, per il momento, non hanno proprio intenzione. I due immigrati saliti sabato pomeriggio sulla torre di piazzale Selinunte, nel quartiere San Siro, si apprestano a passare la terza notte a circa 15 metri di altezza per protestare contro la "sanatoria truffa". Ai piedi della torre, tra il campo di basket e i giardinetti del piazzale, rappresentanti di comitati, associazioni e partiti politici dell'estrema sinistra, mantengono il presidio permanente informando i passanti e invitandoli a partecipare alla raccolta fondi.
Nel piazzale sono spuntate anche due tende da campeggio e una piccola cucina, segno che di andarsene non c'e' nemmeno l'idea. Il confronto sulle prossime iniziative da prendere e' costante e alimentato tutte le sere in assemblea. Il primo passo, spiegano dal presidio, e' stato "aprire la questione dal punto di vista politico". E la politica ha per il momento risposto con le parole del sindaco, Giuliano Pisapia, che gia' si e' espresso criticando la normativa sulla sanatoria. I manifestanti si augurano che alla presa di posizione segua "qualcosa di concreto, ovviamente nei limiti delle competenze del Comune". Dalla protesta di via Imbonati in avanti, dicono, non e' cambiato nulla.
"I ragazzi che sono saliti sulla torre di piazza Selinunte, al di là della forma di lotta tanto estrema scelta, pongono a tutti in modo radicale una domanda di completa revisione della legislazione sull'immigrazione. Siamo di fronte ad un meccanismo completamente impazzito che rischia di premiare i furbi e colpire gli onesti non favorendo l'emersione del fenomeno nella legalità. Come già accaduto nelle scorse settimane siamo disponibili ad un confronto con chi sta lottando per la propria regolarizzazione". Lo dichiara l'assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino.
 
 
 
Senza lavoro minaccia di buttarsi da una gru 
Tensione in piazza VIII Agosto
Gesto disperato, sul posto anche l'assessore Nadia Monti
il Resto del Carlino, 12-09-02011
Bologna, 12 settembre 2011 - Ha minacciato di buttarsi nel vuoto da un'altezza di 30 metri perche' rimasto senza lavoro e senza permesso di soggiorno: e' successo questa notte a Bologna e il protagonista e' un tunisino di 53 anni che, poco prima delle 3, si era arrampicato in cima alla gru che si trova all'interno del cantiere edile in piazza VIII Agosto. Era visibilmente ubriaco, mezzo nudo, e agitava un coltello e un cutter. Un passante ha dato l'allarme e per convincerlo a scendere sono intervenuti in forze Polizia, Vigili del fuoco, ambulanze del 118 e Carabinieri.
Non solo, il suo gesto disperato ha fatto accorrere nel cuore della notte in piazza VIII Agosto anche l'assessore al Commercio del Comune di Bologna, Nadia Monti (probabilmente perche' era lei di turno per le emergenze). Lo straniero, da 30 metri d'altezza, minacciava di buttarsi e anche di farsi del male con il cutter e il coltello che aveva in mano. La 'trattativa' per convincerlo a scendere l'ha gestita la Polizia: gli agenti sono saliti sull'autoscala dei pompieri e hanno avviato un dialogo con il 58enne. Non ci e' voluto poco, ma alla fine l'uomo si e' deciso a scendere con la promessa di parlare con l'assessore. È stato accontentato (e anche visitato sul posto dal 118) ma le prospettive per lui non sono rosee: oltre ad avere alle spalle precedenti per droga, l'uomo non e' in regola con il permesso di soggiorno e in passato e' stato anche gia' espulso. Per questo, dopo essere stato denunciato, e' stato messo a disposizione dell'Ufficio immigrazione e probabilmente finira' al Cie di via Mattei. Le denunce sono per procurato allarme, porto d'armi e violazione delle norme sull'immigrazione.
 
 
 
MARGINALI E IMMIGRATI IRREGOLARI
Un progetto per garantire l’assistenza anche dopo l’ospedale
Met, 12-09-2011
E’ in costante aumento il numero di cittadini non in regola con l’iscrizione al servizio sanitario nazionale – stranieri extracomunitari, ma anche comunitari che vivono in situazioni marginali – che vengono ricoverati negli ospedali toscani, e per i quali si pone il problema del dopo. Una volta dimessi, è difficile garantire loro una continuità assistenziale, e in molti casi il ricovero in ospedale viene prolungato proprio per questo motivo. Per dare soluzione a questo problema, Regione Toscana e Comune di Firenze, assieme all’Asl 10 di Firenze, all’Azienda ospedaliero-universitaria di Careggi e alla Società della Salute fiorentina, e in collaborazione con la Caritas, hanno messo a punto un “Progetto di continuità assistenziale ospedale-territorio per la popolazione non iscritta al servizio sanitario nazionale”. 
Il progetto è stata presentato stamani dall’assessore al diritto alla salute della Regione Toscana Daniela Scaramuccia, e dall’assessore alle politiche socio-sanitarie del Comune di Firenze (e presidente della SdS fiorentina) Stefania Saccardi. A illustrare il progetto, c’erano anche i due direttori della Asl 10 di Firenze, e dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Careggi, Luigi Marroni e Edoardo Majno, il direttore della SdS fiorentina Carolina Cuzzoni, e il direttore regionale della Caritas Alessandro Martini. 
“Nella nostra regione – è il commento di Daniela Scaramuccia, assessore al diritto alla salute della Regione Toscana – vogliamo garantire gli stessi diritti di salute e di assistenza a tutti i cittadini, regolari o irregolari. Il Piano sanitario vigente pone tra gli obiettivi la definizione di percorsi assistenziali integrati per stranieri in situazioni di disagio, vittime di incidenti o colpiti da gravi malattie, che, una volta dimessi dall’ospedale siano sprovvisti di adeguate forme di assistenza. E una legge regionale del 2009 dispone che tutti i cittadini presenti sul territorio nazionale abbiano il diritto agli interventi socio-sanitari urgenti che ne garantiscano salute e dignità. Il progetto che presentiamo oggi vuole essere una risposta concreta a questa esigenza, e ci auguriamo di poterlo poi estendere anche ad altre realtà”. 
“Siamo soddisfatti che la Regione abbia recepito e sostenuto un progetto molto importante della Società della Salute di Firenze in collaborazione con Caritas – dice Stefania Saccardi, assessore alle politiche socio-sanitarie del Comune di Firenze – e che dà soluzione al problema dell’assistenza sociosanitaria a persone non iscritte al Sistema Sanitario Nazionale. Questo progetto ha infatti un particolare valore perché si inserisce nel percorso delle dimissioni complesse e va a dare una risposta anche a chi non potrebbe averla, eliminando costi e occupazione di posti a carico delle strutture ospedaliere”. 
“Siamo orgogliosi di partecipare a un progetto così importante e innovativo, che va nella direzione di aiutare le persone più deboli e fragili – dice Alessandro Martini – e siamo contenti di essere uno dei soggetti protagonisti, con la Società della Salute. Come Caritas non siamo nuovi ad affrontare situazioni di questo tipo, da nni siamo impegnati in questa realtà. La casa, che si chiamerà Stenone, entrerà nel circuito virtuoso di cui già fa parte l’ambulatorio Stenone, che da molti anni cura gli immigrati”. 
Destinatari del progetto sono: cittadini extracomunitari irregolari muniti di attestato STP (Straniero Temporaneamente Presente); cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno ma privi di residenza o di domicilio e senza fissa dimora; cittadini comunitari STP (bulgari e rumeni); cittadini italiani, privi di documenti, e comunque persone senza fissa dimora né residenti né domiciliati. In molti casi queste persone, dopo il ricovero in ospedale, soprattutto se si tratta di patologie gravi o con conseguenze invalidanti, hanno necessità di essere ancora seguite dal punto di vista dell’assistenza socio-sanitaria. Così si verificano spesso casi di ricoveri molto prolungati, con conseguenze problematiche sia per la salute del paziente (che si trova a non poter usufruire nei tempi necessari di cure adeguate, soprattutto di tipo riabilitativo) che per i bilanci aziendali. 
Il progetto di continuità assistenziale prevede che, al momento delle dimissioni, il paziente che necessita di un proseguimento di cure venga esaminato da un’équipe pluriprofessionale che gli prepari un piano assistenziale personalizzato, in grado di garantirgli la continuità assistenziale post ospedaliera, individuare percorsi di cura socio-sanitari adeguati, e anche diminuire i costi derivanti da ricoveri impropri. A questo punto interviene la Caritas (con la quale la SdS di Firenze ha stipulato una convenzione), che ospita il paziente in una Casa famiglia, o si occupa comunque di trovargli una sistemazione in una struttura riabilitativa. 
La Regione ha destinato alla realizzazione di questo progetto la cifra complessiva di 500.000 euro. Un osservatorio appositamente costituito verificherà l’andamento del progetto. 
Gli stranieri in Toscana 
La Toscana, come l’Italia, ha subito negli ultimi 20 anni un radicale cambiamento, passando dall’essere una regione storicamente di emigrazione ad una di immigrazione. La quota di stranieri regolarmente iscritti nelle Anagrafi dei Comuni della Toscana è aumentata notevolmente, passando dal 3,6% del totale dei residenti al 31/12/2002 al 9,1% al 31/12/2009 e, in termini assoluti, da 127.298 a 338.746 persone. La proporzione di stranieri in Toscana è inoltre di due punti superiore alla media nazionale. La zona di Firenze, area principale di primo arrivo, ha perso nel tempo il suo primato a vantaggio di altre province (Caritas 2010). La popolazione straniera residente supera il 10,0% nelle Asl di Arezzo, Siena, Firenze ed Empoli, mentre raggiunge il 12,7% nell’Asl di Prato. 
È invece più bassa nelle Asl dell’Area vasta Nord-Ovest. 
Per entrambi i generi, i paesi più rappresentati in Toscana sono Albania, Romania, Cina e Marocco che, nel loro insieme, costituiscono il 59,9% dei residenti stranieri tra i maschi e il 53,8% tra le femmine. 
È in diminuzione la percentuale di stranieri irregolari (dal 13,4% al 9% sul totale degli stranieri presenti – Stima Fondazione Iniziative e studi sulla multietnicità – ISMU). 
L’incidenza dell’irregolarità della presenza (proporzione di irregolari sul totale dei presenti per ogni nazione) è più elevata per nazionalità quali Senegal (29%), Nigeria (20%), Camerun (18%), Costa d’Avorio e Tunisia (16%). 
La letteratura in materia di problemi di salute degli stranieri immigrati divide questi in tre categorie: patologie di importazione, patologie di adattamento e patologie di acquisizione. È necessario tener presente la diversità dei bisogni in relazione ai differenti tempi di immigrazione. 
Le malattie d’importazione possono essere legate a differenti eziologie: a fattori ereditari del Paese di origine, a consuetudini quotidiane del contesto di provenienza o ad agenti patogeni infettivi e trasmissibili, endemici nei propri paesi, quali ad esempio tubercolosi, malaria, infezione da HIV, HBC. Le patologie di adattamento sono il risultato dello sforzo di adattamento alla nuova società che possono causare ansia, depressione, nevrosi. 
Le patologie di acquisizione, infine, dipendono dai fattori di rischio a cui l’immigrato viene sottoposto nel Paese ospite. Generalmente, il migrante che sceglie di espatriare è giovane, in buone condizioni di salute, determinato e stabile psicologicamente, fenomeno che viene chiamato dagli esperti “effetto migrante sano”. 
Le patologie di adattamento: l’immigrato però si imbatte in molteplici problemi quotidiani: la ricerca di un alloggio e di un lavoro, l’accesso alle cure sanitarie e via dicendo, problemi che accrescono lo stato di stress emotivo e psicologico, con rilevanti conseguenze sulla salute. L’utilizzo e la conoscenza dei servizi socio-sanitari sono anche influenzati da variabili culturali e relazionali: l’immigrato può, per una sua impostazione culturale, rivolgersi ai servizi sanitari solo in casi urgenti, portando con sé un diverso modo di intendere la salute. 
L’ospedalizzazione degli stranieri in Toscana (escludendo il ricovero per neonato sano) 
La proporzione di cittadini non italiani ( STP compresi) che vengono dimessi dalle strutture ospedaliere della Toscana è in aumento: nel 2000 era il 3,3%, nel 2005 il 4,6% e nel 2010 il 6,8% e la maggior parte di essi proviene dai PFPM (paesi a forte pressione migratoria). 
L’Azienda sanitaria di Prato è quella che registra il maggior numero di ricoveri effettuati da cittadini stranieri (15,3%), seguita da Empoli (9,1%) e dall’Azienda ospedaliero-universitaria (AOU) di Careggi (7,9%). 
I ricoveri per stranieri STP rappresentano tra il 7 e 10% dei ricoveri complessivi per stranieri ed in particolare: nell’Asl di Prato il 14,3% delle prestazioni ricovero a stranieri è spiegato dall’impiego del tesserino STP, mentre lo è per il 9,6% nell’Azienza ospedaliero-universitaria (AOU) di Careggi. Seguono l’Asl di Massa e Carrara (8,1%) e le Asl di Firenze (7,0%) e Versilia (7,0%) Le restanti Asl mostrano una quota di prestazioni inferiore al 5% del totale dei ricoveri di stranieri. 
Le più frequenti cause di ricovero per stranieri maschi provenienti dai PFPM sono traumatismi e avvelenamenti, malattie dell’apparato digerente e malattie dell’apparato respiratorio ( il ricovero per traumatismi è la prima causa in assoluto per gli STP). 
Per le femmine provenienti dai PFPM invece: complicanze della gravidanza, parto e puerperio, malattie dell’apparato genito-urinario, malattie dell’apparato digerente.
 
 
 
Musulmano tentò di soffocare la figlia "Se non sei più vergine, devo ucciderti"
In manette un egiziano di 61 anni che in un primo momento era stato solo denunciato
Voleva uccidere la ragazza con un sacchetto di plastica per "salvare l'onore della famiglia"
la Repubblica, 13-09-2011
Un egiziano di 61 anni è stato arrestato dalla squadra mobile di Milano in esecuzione di un ordine di custodia cautelare per tentato omicidio della figlia, una ragazza di 17 anni, 'colpevole' di avere un fidanzato italiano. Il 4 settembre scorso l'uomo aveva tentato di soffocare con un sacchetto di plastica la ragazza mentre si trovava solo con lei. In un primo momento era stato denunciato per lesioni aggravate, ma ora il gip gli ha contestato il tentato omicidio aggravato dal legame di parentela, dalla premeditazione e dai futili motivi. "Se non sei più vergine, ti devo ammazzare", avrebbe detto l'uomo alla ragazza.
La svolta che ha determinato la nuova accusa è stata possibile dopo la deposizione della ragazza (che si trova ora in una comunità protetta): "Mio padre mi ha infilato un sacchetto in testa mentre dormivo e l'ha stretto cercando di soffocarmi - ha detto - Ho cercato di liberarmi, ma lui mi ha bloccato tenendomi per i polsi e al collo. Allora gli ho spiegato che le colpe della mia immoralità sarebbero ricadute solo su di me, per il Corano, e allora si è calmato e mi ha lasciato andare".
L'uomo ha agito ritenendo che doveva "salvare l'onore della famiglia, considerando un disonore per la religione musulmana" il fatto che la ragazza di 17 anni avesse avuto "un rapporto sessuale con il fidanzato" non musulmano. Lo scrive il pm Gianluca Prisco nel formulare l'ipotesi di reato di tentato omicidio aggravato: un'ipotesi accolta dal gip Vincenzo Tutinelli, che ha 
ordinato il carcere per il padre. Stando al capo d'imputazione l'egiziano, nato al Cairo e residente a Milano, "dopo che la figlia gli aveva comunicato di avere avuto un rapporto sessuale con il fidanzato, considerando quindi un disonore intrecciare una relazione sentimentale con una persona estranea alla religione musulmana, pianificava per l'intera notte il modo per punire la figlia".
In particolare il 4 settembre l'egiziano, come riporta il capo d'imputazione, "dopo aver atteso che la moglie uscisse dall'abitazione, si introduceva furtivamente nella stanza della ragazza e, approfittando della penombra, le infilava la testa in una busta di plastica" bloccandole "il petto con i gomiti". Durante il tentativo di soffocamento, l'uomo avrebbe detto alla figlia "non dovevi farmi questo, devi pagarla", continuando "a intrecciare i manici della busta intorno al collo". A un certo punto il padre e la figlia erano caduti a terra e lui era salito "a cavalcioni sulla schiena della ragazza, continuando a stringere i manici e a cingerle il collo anche con il braccio". E' stata solo "la ferma reazione" della ragazza, che "ha lottato per liberarsi dalla busta", mordendo anche il braccio al padre, a permettere a lei di liberarsi.
 
 
 
11/9, la Comunità religiosa islamica commemora le vittime degli attentati
Parte da Vicenza, alla presenza del sindaco Achille Variati, il messaggio di solidarietà per la tutela dei valori democratici
Corriere del Veneto.it, 11-09-2011
VICENZA- La Comunità Religiosa Islamica Italiana (Coreis) ha commemorato sabato a Vicenza gli attentati dell'11 settembre, con l'intento di «trasmettere una testimonianza di solidarietà al popolo americano e alle loro Istituzioni, di dialogo per la coesione tra le civiltà e di denuncia di ogni strumentalizzazione violenta della religione». L'evento si svolto la sede Coreis di Vicenza, in viale Crispi: accanto al vice presidente della Coreis, imam Yahya Pallavicini, presidente del Consiglio Isesco per l'Educazione e la Cultura in Occidente, interverranno il console addetto agli Affari Politici ed Economici del Consolato degli Stati Uniti Richard W. Snelsire e il sindaco di Vicenza Achille Variati. L'iniziativa, fanno sapere i promotori, ha ricevuto anche il sostegno del generale maggiore della base militare «Ederle» di Vicenza, David Hogg.
«Proprio da Vicenza - ha affermato il responsabile per il Triveneto della Coreis Yahya 'Abd al-Ahad Zanolo - città che ospita una delle più importanti basi militari Usa presenti in Europa, vorremmo lanciare un messaggio di solidarietà a tutti coloro che operano per tutelare il patrimonio comune dei valori democratici, della stabilità e dell'armoniosa convivenza fra i popoli, fra le diverse sponde del Mediterraneo e dell'Atlantico, nonchè fra Oriente e Occidente». Nell'incontro di Vicenza, i musulmani della Coreis hanno pregato per le vittime dell'11 settembre e per quelle di tutti gli attentati terroristici, «che per nessun motivo potranno mai essere compiuti in nome di Dio», sottolinea la Comunità. (ANSA)
 
 
 
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