Quarto giorno di sciopero della fame per 114 immigrati del Cie di Ponte Galeria
Marroni, garante dei detenuti: «Situazione esplosiva»

ROMA - Tensione al Cie di Ponte Galeria: da quattro giorni 114 immigrati sono in sciopero della fame per protestare contro le norme anti immigrazione del governo. «Norme – spiega Angiolo Marroni, garante dei Detenuti del Lazio – che allungano da due a sei mesi la permanenza nei Centri per l’identificazione e l'espulsione (Cie) dei clandestini». Attualmente a Ponte Galeria sono ospitate 242 persone, 129 uomini e 113 donne.

GESTI ESTREMI - ra i manifestanti non sono mancate le tensioni: «Nella serata di martedì – aggiunge Marroni - gli immigrati in sciopero della fame hanno chiuso i cancelli e lanciato oggetti contro i poveri operatori della Croce Rossa che cercano di tamponare una situazione ormai ingestibile. Un immigrato quarantenne che non voleva partecipare allo sciopero della fame è stato colpito a una spalla e costretto a ricorrere alle cure dei medici». Nei giorni precedenti, rivela ancora Marroni, numerosi immigrati hanno compiuto gesti estremi: «Due hanno ingoiato una lametta – racconta -. Qualcun altro ha mangiato pile elettriche. In tre si sono feriti al braccio, e uno, purtroppo, si è tagliato anche un’arteria». Ormai anche a Ponte Galeria è arrivata la tensione, che si respira da giorni nei Cie di tutta Italia. «È evidente che la norma che prevede, anche retroattivamente, un periodo massimo di permanenza nel Cie di 180 giorni sta trasformando questi Centri in vere e proprie carceri – spiega ancora Marroni -. Se continua così saranno i Cie e le carceri la prossima emergenza nazionale». Secondo Marroni, infatti, lo sciopero della fame e le altre forme di protesta andranno avanti e si «allargheranno anche alle carceri sovraffollate e in piena emergenza. Non bisogna dimenticare che stiamo parlando di uomini disperati, che scappano da un incubo e si ritrovano a viverne un’altro. Li stiamo trattando come bestie, chiusi in una gabbia dove manca tutto e dove la dignità è quotidianamente calpestata».
Corriere della Sera

Carlotta De Leo
01 ottobre 2009
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