Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

31 maggio 2012

«Cittadinanza, apriamo la battaglia anche in Europa»
David Sassoli: «Centinaia di migliaia di cittadini hanno chiesto l’approvazione di una legge che introduca lo ius soli. Ora necessarie chiare direttive Ue»
l'Unità, 31-05-2012
Ma. Ge.
Centinaia di migliaia di firme per chiedere che si approvi una legge per riconoscere la cittadinanza a chi nasce in Italia. Un fronte dei sostenitori che conta lo stesso presidente della Camera. «Che altro c’è da attendere?», si chiede l’eurodeputato del Pd David Sassoli. In attesa che il parlamento italiano faccia la sua parte, però c’è un altro fronte da aprire, spiega Sassoli: una direttiva che dia indicazioni chiare agli stati membri e che apra la strada alla cittadinanza europea per chi nasce in Europa. Perché «chi nasce qui è di qui», come ripeterà «L’Italia sono anch’io», che oggi si è convocata a Roma, in piazza San Silvestro, a partire dalle 17.
Come fare in modo che l’Europa adotti una direttiva in questo senso?
«A giugno presenterò una dichiarazione al parlamento europeo per chiedere che la Commissione indichi le linee guida agli stati membri per riconoscere la cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Europa. Attualmente i 27 paesi si comportano in maniera molto diversa tra loro. II modelli a cui guardare sono quelli in cui è riconosciuto lo ius soli, come la Francia e la Gran Bretagna». Passare per l’approvazione di una direttiva europea che poi dovrà essere recpita dagli Stati membri non è una via un po’ lunga?
«La via più breve sicuramente è che il parlamento italiano si sbrighi a fare una legge per riconoscere la cittadinanza a chi nasce in Italia. Centinaia di mi-
gliaia di cittadini hanno chiesto che venga approvata una legge che introduca anche in Italia lo ius soli. I tempi sono maturi. Ma contemporaneamente è fondamentale lavorare a una prospettiva di cittadinanza europea per i figli degli immigrati. Ormai le partite non si giocano più solo nei campi nazionali». Restando sul campo nazionale, da un governo “tecnico” ci si potrebbe attendere qualcosa di più su questo fronte?
«I cittadini che hanno firmato la proposta di legge di iniziativa popolare si attendono che il parlamento faccia qualcosa. Gran parte del parlamento, oltretutto, si dice favorevole. Cos’altro c’è da aspettare? Stare a inseguire ancora la Lega davvero non ha più senso. Questa è una battaglia de Pd, che vede unito tutto il fronte progressista. Quindi,
andiamo avanti. Il parlamento faccia una legge per riconoscere la cittadinanza ai nati in Italia. Anche il capo dello Stato ha pronunciato parole molto impegnative in questo senso».
E la partita europea che tempi avrà?
«C’è bisogno della maggioranza più uno delle firme perché il parlamento possa trasmettere la richiesta di una direttiva sulla cittadinanza alla Commissione. Lavoreremo per questo. Abbiamo bisogno di una Europa che sostenga l'idea che chi nasce in Europa è cittadino. È una questione anche di giustizia. I figli di immigrati che vanno a scuola con mio figlio quando vanno a fare una gita fuori dall’Italia hanno grandi difficoltà perché non sono cittadini Schengen. Questo è un vuluns che va sanato».



Canale di Sicilia, 65 migranti salvati in mare
Erano su un gommone alla deriva: recuperati con una complessa operazione congiunta Italia, Malta e Libia
Corriere della sera, 30-05-2012
MILANO - Sessantacinque migranti sono stati salvati nel Canale di Sicilia al termine di una complessa operazione, che si è da poco conclusa, che ha visto impegnate Italia, Malta e Libia. I fatti risalgono alla notte tra martedì e mercoledì quando un gommone di circa 12 metri, in difficoltà al largo delle coste libiche, è stato segnalato alla Guardia costiera italiana. Sono quindi stati avviati i primi contatti tra la centrale operativa del Comando generale della guardia costiera e i colleghi libici.
DIROTTATE DUE MERCANTILI - Due navi mercantili in navigazione nell'area sono state dirottate sul posto. Raggiunto il gommone, questo - pur in condizioni precarie per l'eccessivo numero di persone a bordo - ha deciso di proseguire la navigazione procedendo verso Malta. A questo punto, l'imbarcazione è stata raggiunta da un pattugliatore della Guardia costiera italiana, in navigazione in quel tratto di mare per vigilanza pesca.
IMBARCAVA ACQUA - L'unità italiana ha continuato a monitorare l'imbarcazione fino a quando - intorno alle 19.30 - ha incominciato ad imbarcare acqua e si è fermata a circa 70 miglia da Malta, 105 miglia da Lampedusa. Dal pattugliatore sono state messe in mare due imbarcazioni d'appoggio e tutti i 65 migranti sono stati tratti in salvo prima che l'imbarcazione sulla quale si trovavano cominciasse ad affondare. Nel frattempo, l'autorità marittima maltese, nella cui area di competenza per la ricerca e soccorso era entrata l'imbarcazione dei migranti, allertata in precedenza dalla Guardia costiera italiana, aveva inviato suo posto una motovedetta, che ha raggiunto la zona del soccorso intorno alle 20.30 e ha preso a bordo gli extracomunitari (47 uomini, 17 donne e un bambino di un anno), di presumibile origine eritrea e somala, che saranno condotti a Malta.



Altro sbarco in Salento: 126 immigrati Rintracciati all'alba vicino Otranto
In corso l'identificazione al centro Don Tonino Bello
Trovata un'imbarcazione con la scritta «Gugei Istanbul»
Corriere della sera, 31-o5-2012
LECCE - Alle prime luci dell'alba 126 immigrati sono sbarcati clandestinamente sulle coste del Salento. Sono stati rintracciati e condotti nel centro di accoglienza Don Tonino Bello di Otranto dove si sta procedendo alla loro identificazione. Intorno alle ore 5 di questa mattina, sulla strada provinciale di Uggiano La Chiesa, sono stati rintracciati da agenti del commissariato di polizia di Otranto 78 immigrati, tutti maschi, tra cui due minorenni. Due ore dopo, intorno alle 7, i poliziotti hanno trovato, nella stazione ferroviaria di Otranto, altri 48 stranieri tutti adulti e di sesso maschile. Dai primi accertamenti, i 126 stranieri sembra che appartengano a diverse nazionalità.
Intanto, militari della guardia di Finanza, sempre nelle stesse ore, hanno trovato lungo la costa, in località Sant'Emiliano, nei pressi di Otranto, un'imbarcazione di circa 30 metri, di colore blu, con una scritta laterale «Gugei Istanbul» senza nessuno a bordo. Indagini sono in corso per identificare le persone che hanno trasportato i migranti.



Immigrati/ Trapani, al Cie di Milo: tra accoglienza e detenzione
Molti non reggono peso psicologico, si feriscono le braccia
Palermo, 31 mag. (TMNews) - Un carcere dai colori vivaci. E' questo il Cie di Trapani Milo, dove attualmente sono "rinchiusi" poco meno di un centinaio di extracomunitari maghrebini in attesa di conoscere quale sarà il loro futuro, tra un permesso di soggiorno che appare al limite dell'utopia, e un molto più realistico rimpatrio. L'agenzia TMNews è riuscita ad entrare, con una delegazione di altri venti giornalisti, nel centro trapanese e conoscere da vicino le condizioni di vita all'interno della struttura. Condizioni particolarmente alienanti, con ad esempio la mancanza, per ragioni di sicurezza, di un spazio dove potersi riunire tutti insieme.
Così molti "ospiti" non reggono il peso psicologico di questa vita, procurandosi ferite alle braccia e alle gambe, o ingoiando corpi estranei nella speranza di poter lasciare il centro, fosse anche soltanto per raggiungere un ospedale. Una volta entrati nella struttura, agli extracomunitari vengono confiscate le scarpe, che potrebbero essere lanciate contro gli agenti che li sorvegliano, e consegnati indumenti puliti.
All'interno di ciascun reparto del Cie ci sono otto stanze, in ciascuna di esse mediamente sei persone. Dormono su brandine sprovviste di lenzuola e cuscini; i bagni, senza le porte, non hanno docce funzionanti. L'assistenza sanitaria è garantita da un'infermeria. Sebbene sia attivo h24, il centro medico non è attrezzato per far fronte ai casi più gravi, che vengono quindi trasferiti in altre strutture. Le fughe, e i tentativi di fuga, sono frequenti, e spesso si è arrivati allo scontro con le forze dell'ordine, costrette a far fronte alla rabbia degli extracomunitari che scappando travolgono tutto.



Gli immigrati invadono la Cisa
Protesta per le loro condizioni difficili
QN, 31-05-2012
Massimo Merluzzi
I 35 profughi di nazionalità camerunense, senegalese e indiana ospiti da oltre un anno al polo provinciale della Protezione Civile di Santo Stefano Magra sono praticamente dei fantasmi. Non possono ottenere la residenza, ancora non hanno documenti attestanti l’asilo politico e soprattutto vivono in condizioni difficili
Sarzana, 31 maggio 2012 - Hanno bloccato la Cisa, esponendo cartelli scritti in un italiano stentato ma con parole cariche di sofferenza. La loro protesta si è diretta poi in municipio dove a attenderli c’erano il sindaco Juri Mazzanti e l’assessore ai servizi sociali Nicla Messora.
I 35 profughi di nazionalità camerunense, senegalese e indiana ospiti da oltre un anno al polo provinciale della Protezione Civile di Santo Stefano Magra sono praticamente dei fantasmi. Non possono ottenere la residenza, ancora non hanno documenti attestanti l’asilo politico e soprattutto vivono in condizioni difficili.
Le stanze dove trascorrono tutta la giornata, secondo la loro versione, sarebbero troppo piccole per ospitarli tutti e la pulizia degli ambienti insufficiente. Per questo si sono organizzati e dopo aver preparato i cartelloni ieri pomeriggio si sono messi in strada.
L’azione è stata prontamente seguita dalla polizia municipale di Santo Stefano, carabinieri di Sarzana e della stazione locale e uomini del commissariato di Sarzana . Arrivati in Comune hanno ottenuto di parlare con gli amministratori esponendo il problema.
La tensione, inizialmente, era altissima ma sia alcuni rappresentanti del gruppo che le forze dell’ordine sono riusciti a calmare gli animi trovando le parole giuste e il dialogo si è risolto senza nessun problema. Parlando in francese e con qualche frase in italiano i profughi hanno fatto capire di vivere male e soprattutto di non avere notizie sulla loro condizione.
Sono arrivati a Pasqua di un anno fa nell’ambito del piano di emergenza nazionale adottato dall’Italia per ospitare i profughi della Libia. In realtà poi si sono aggiunti extracomunitari di altre nazionalità trovando accoglienza nel polo provinciale. Inizialmente erano i volontari della Protezione Civile a curare la quotidianità della gestione, passata poi alla Cooperativa Maris.
Negli ultimi tempi sono sorti problemi di spazio e pulizia con turni di servizio degli operatori che sarebbero stati ridotti. E ieri è scattata la protesta. «Ho promesso che invierò immediatamente una richiesta a Regione, Provincia e Prefettura - ha spiegato il sindaco Juri Mazzanti - per chiedere informazioni sulla loro posizione.
Mi hanno parlato di permessi di soggiorno che non arrivano ma queste situazioni devono essere chiarite nelle sedi opportune. Di certo come Comune non possiamo fare nulla. Abbiamo soltanto dato, un anno fa, la disponibilità a accogliere i profughi come richiesto dalla Regione Liguria.
La gestione non è di nostra competenza e non sappiamo perchè siano in numero superiore a quello iniziale. Ho sentito lamentele sulla pulizia dei locali e credo che il problema sia legato alle difficoltà dei lavoratori per altro già manifestate proprio nei giorni scorsi. Ma anche di questo chiederò spiegazioni alla Maris».
Dopo un faccia a faccia di una mezz’ora il corteo ha ripreso la via del polo, all’uscita della bretella autostradale. Controllato a vista dagli uomini in divisa i manifestanti hanno sfilato senza creare problemi causando soltanto il rallentamento del traffico. Ma quella di ieri pomeriggio è stata soltanto la prima uscita di protesta e se non arriveranno risposte ne seguiranno altre.



Immigrati: Boldrini (Unhcr), non è emergenza nell’Unione Europea con 277 mila domande d’asilo
L’85% dei rifugiati vive nel sud del mondo
Melting Pot Europa, 31-05-2012
"Dov’è l’emergenza immigrati in Europa? Dove in un anno sono state presentate 277mila domande d’asilo di profughi arrivati? L’85 % dei rifugiati vive nel Sud del mondo, nei paesi confinanti".
Lo ha detto Laura Boldrini, portavoce dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), intervenuta oggi al seminario sull’applicazione delle linee guida della Carta di Roma a tutela dei migranti, in corso nella sede dell’Ordine dei giornaisti di Sicilia e organizzato dall’Assostampa, dalla Fnsi e Unar.
"Sono appena rientrata dal più grande campo di rifugiati al mondo, al confine tra Kenya e Somalia, che ospita 500mila rifugiati - ha detto Boldrini- Ne contiene più dei 27 stati dell’Unione europea, dove è allora l’emergenza in Europa? C’è piuttosto allarmismo, dove la stampa rischia di diventare una cassa di risonanza tra razzismo e xenofobia’’.
’’L’ultimo rapporto Onu sulla mobilità parla di 214 milioni di migranti, il 3% della popolazione globale - dice ancora Laura Boldrini - Oltre il 35 per cento di loro, però, va da Sud a Sud del mondo, come Brasile, o paesi del Golfo. Il fenomeno degli arrivi via mare va visto in modo globale, altrimenti si fa una ragioneria dei numeri che è fuorviante’’.
La portavoce dell’Onu per i diritti dei rifugiati non risparmia le critiche alla politica che "troppo spesso ha lavorato sulla paura per ottenere consenso e le parole sbagliate avvelenano il pozzo". E avverte anche la stampa che "ha la responsabilità di riportare correttamente i dati. Ho visto su Lampedusa una stampa che riportava solo dati senza analisi". Poi sui richiedenti asilo: ’’Se proteggiamo i pentiti di mafia - ha detto - abbiamo il dovere di proteggere chi è perseguitato ed è a rischio perché vive in un regime".
Sempre Laura Bodrini, parlando ancora dei profughi ha ribadito: "I migranti non sono gli effetti collaterali ma gli attori principali della globalizzazione. E la stampa gioca un ruolo molto importante. Io sono stata tacciata di essere un’antitaliana ma io amo questo paese, però bisogna dire le cose come stanno". Il seminario, al quale hanno partecipato diversi giornalisti, è stato moderato dal Presidente dell’Fnsi Roberto Natale.



Torino: il 2 giugno la terza edizione della Festa della Repubblica Multietnica.
Una giornata con canti, balli, spettacoli teatrali e giochi per bambini.
Immigrazioneoggi, 31-05-2012
Torna sabato prossimo a Torino la terza edizione della Festa della Repubblica Multietnica. La manifestazione, organizzata da Convergenza delle culture e Conexión, in collaborazione con numerose associazioni presenti sul territorio, ha l’obiettivo di creare momenti di conoscenza e di confronto fra cittadini di diverse nazionalità.
L’appuntamento è per sabato 2 giugno in piazza Carignano a partire dalle ore 10.00. In programma laboratori di formazione, spazi ludici per bambini, musiche, danze, spettacoli teatrali e momenti di incontro.
La festa continuerà domenica 3 giugno, alle ore 20.30 presso la Casa Umanista (via Martini, 4) con la proiezione del documentario 18- Ius Soli. Il programma completo è disponibile nel sito: www.repubblicamultietnica.it.

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