Quant'è lunga la strada verso l’asilo

La prima cosa che si nota di Will, quando nel mese di agosto 2007 approda al progetto SPRAR di Fara Sabina, è la stanchezza nei suoi occhi. L'impressione sarà confermata durante il primo colloquio con lo staff. Will è originario del Camerun, ed è arrivato in Europa, in particolare Francia, per seguire un corso di formazione in diritti umani all’Istituto Internazionale René Cassin di Strasburgo. Proprio a Strasburgo si trova costretto a decidere di non fare ritorno in Camerun. Will, infatti, ha un passato di militanza nel campo dei diritti umani; nel suo paese si occupava di gestire un polo associativo chiamato J.E.V.A.I.S. per il diritto al lavoro della gioventù. Nel 2001, a seguito di un movimento di lotta partito dall’università di Yaoundé II- Soa, viene arrestato dalle forze dell’ordine. Torturato per giorni, Will viene rilasciato solo dopo aver firmato un documento, in cui si impegna a non partecipare in futuro a qualsiasi manifestazione e a qualunque raggruppamento. Costretto dalla famiglia a rimanere fuori dal  movimento universitario, Will porta il suo impegno presso i giovani del suo quartiere. Da questa forte passione deriverà l'incarico di portavoce dei presidenti del comune. Nel maggio 2006, dopo uno scontro in una riunione col segretario generale del Ministero della gioventù, Will viene nuovamente arrestato e subisce nuovamente gli abusi della polizia, che lo accusa di boicottaggio della festa nazionale. Will aveva dovuto dichiarare che non avrebbe “fomentato” la mobilitazione, né avrebbe permesso ai giovani di cui aveva la responsabilità di sfilare in corteo.

È proprio in seguito a questi eventi che ottiene la borsa di studio dell'istituto René Cassin, così a fine giugno raggiunge la Francia. Alla fine del corso a Strasburgo decide di chiedere asilo. Arriva in treno in Italia e qui – dopo molte e complesse peripezie -  entra in contatto col comitato territoriale dell’ARCI Toscana. In quella sede verrà sciolto il nodo legato alla sua richiesta di protezione ovvero il fatto di avere un visto rilasciato dalle autorità francesi. Dall'entrata in Europa di Will al momento in cui riesce infine a presentare la sua richiesta di protezione passa circa un anno. Un anno difficile, durante il quale alloggia in abitazioni di fortuna o si appoggia a casa di un amico. Ogni mattina guarda il biglietto di ritorno che conserva come un trofeo: fin dall'inizio confida intimamente di poter tornare a casa, credendo a torto che non ci fossero pressioni sulla sua famiglia. Tuttavia nel febbraio 2007 suo fratello minore viene arrestato e tenuto in cella per tre giorni fino a che non riesce a dimostrare di non essere lo stesso Will.

Dopo l'intervento della Prefettura di Firenze, Will viene inserito nello sprar di Fara Sabina, e vi arriva esausto, non dorme da tempo. Dopo duri negoziati acconsente a incontrare uno psicologo che lo seguirà per circa due mesi. Anche la collaborazione con il centro giovanile di Passo Corese rappresenterà per Will una importante “medicina”.

Nonostante le prove presentate per corroborare le sue dichiarazioni, la Commissione di Roma nel mese di dicembre valuterà insufficienti le sue ragioni e darà un esito negativo alla richiesta di protezione. L’ARCI di Rieti ritenendo non chiara la decisione della Commissione, presenta cinque giorni dopo un'istanza di riesame in autotutela. Finalmente, il 10 gennaio 2008 la Commissione di Roma risponde positivamente concedendogli la protezione umanitaria.

Dopo undici mesi, Will lascia lo SPRAR di Fara Sabina. Vive in un appartamento insieme a un altro ex ospite del progetto. Ha deciso di continuare a impegnarsi su temi che lo toccano molto da vicino e lavora da quasi un anno al Numero Verde e al Numero SOS Diritti dell’Arci. Intanto continua a collaborare col centro giovanile di Passo Corese con cui ha già realizzato due spettacoli teatrali.                                                                                                                                                        
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